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Dichiarazione di Angelino ALFANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Giustizia (Partito: PdL) 


 

Magistrati contro il Governo. «Una protesta in cui mi sembra ci siano state delle defezioni. Noi non intendiamo sottrarci alla sfida per un processo riformatore»

  • (30 gennaio 2010) - fonte: Reuters - inserita il 30 gennaio 2010 da 31

    Nelle corti d'appello italiane dove si inaugura l'anno giudiziario è andata in scena oggi l'annunciata protesta dei magistrati contro la politica del governo sulla giustizia.

    Quando ha preso la parola il rappresentante del Guardasigilli, le toghe, ma non tutte, sono uscite dalle aule, in una dimostrazione di dissenso che per il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha visto molte defezioni.

    E' avvenuto in città come Milano, Roma, Firenze, Venezia, Genova, Napoli. A Bari la maggioranza dei magistrati non è neanche entrata in aula. Non così all'Aquila, dove ha parlato Alfano e dove tutti i magistrati sono rimasti al loro posto, come deciso dall'Anm per rispetto istituzionale in una zona colpita dal terremoto.

    Nei distretti dove si è svolta la protesta, i magistrati hanno lasciato l'aula con una copia della Costituzione in mano e hanno fatto ritorno finito il discorso dell'inviato dal ministero della Giustizia.

    Con questo gesto il sindacato delle toghe ha voluto protestare contro le ultime iniziative legislative della maggioranza e per i ritardi nelle riforme del sistema giustizia. Dall'iniziativa, ma non dalle ragioni della protesta, si è dissociata la corrente Magistratura indipendente.

    "La protesta rappresenta il disagio dei magistrati italiani in questo momento", ha detto a Sky Tg24 il presidente dell'Anm Luca Palamara.

    Dall'Aquila Alfano ha risposto alle critiche, dicendo di avere incontrato finora molte resistenze al processo riformatore che ha messo in moto, ma che intende portarlo a termine "senza indugi e senza tentennamenti poiché noi non intendiamo sottrarci a questa sfida".

    Il Guardasigilli è tornato a polemizzare con l'Anm, di cui ha messo in discussione l'effettiva rappresentatività tra i giudici.

    "Mi sembra che ci siano state delle defezioni (rispetto alla protesta) ed è la prima volta che si verificano", ha commentato.

    D'ora in poi -- ha aggiunto il ministro a margine del suo intervento nel capoluogo abruzzese -- parlerà sempre con i capi degli uffici giudiziari, che hanno una visione chiara dei problemi concreti, anziché con l'Associazione nazionale magistrati, che è in preda a "isterie" che rendono inefficace il confronto.

    Il comune denominatore dei discorsi dei presidenti di corti d'appello è stata la richiesta di maggiori fondi e di riforme di struttura della giustizia.

    In linea con il Pg di Cassazione Vitaliano Esposito, che ha parlato ieri a Roma, il presidente facente funzione della Corte di appello di Milano, Ruggero Pesce, ha detto sì al processo breve, ma solo a determinate condizioni.

    Limitare la possibile durata dei procedimenti entro stretti limiti temporali è un "ottimo intendimento, ma se lo si attuasse senza la preventiva realizzazione dei presupposti strutturali, normativi e finanziari, si offrirebbe solo il fianco a dure polemiche: sarebbe come chiedere a un malato di guarire, semplicemente imponendoglielo per regolamento", ha detto Pesce nel suo intervento.

    MANCINO:IL 2010 SIA L'ANNO DI NORMALIZZAZIONE DEI RAPPORTI

    Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, ha detto oggi da Firenze che lo scontro in atto tra politica e magistratura non serve al paese e si è augurato che il 2010 sia l'anno della normalizzazione dei rapporti.

    "Se c'è scontro sempre aspro, con la presa di distanza della giustizia dalla politica e della politica contro la giustizia non si va da nessuna parte", ha detto Mancino prima dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a Firenze.

    "Fa bene al paese se c'è colloquio, serve normalizzare i rapporti tra politica e giustizia che sono sempre conflittuali", ha aggiunto. "Mi auguro che quest'anno giudiziario faccia riflettere tutti gli operatori".

    Mancino ha chiesto anche al governo "uno sforzo straordinario" per reperire risorse finanziarie da destinare all'amministrazione della giustizia.

    Nel discorso di ieri all'inaugurazione dell'anno giudiziario in Corte di Cassazione, Mancino ha ribadito la porta aperta del dialogo, ma ha anche chiesto "niente intimidazioni o interferenze, verbali o scritte, che possano mettere in dubbio la giurisdizione". E ha ribadito il diritto del Csm di fare le pratiche a tutela dei magistrati attaccati dai politici e di dare il parere sulle leggi.

    Fonte: Reuters | vai alla pagina

    Argomenti: giustizia, magistrati, ministro della Giustizia, Csm, ANM, protesta | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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