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Sull’obbligo di istruzione no alla logica del male minore
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(13 febbraio 2010) - fonte: Bastico.eu - inserita il 14 febbraio 2010 da 1069
È iniziato al Senato, con un’audizione con le parti sociali, l’iter del DL 1167-B “Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti…” modificato alla Camera in vari aspetti, tra cui particolarmente grave l’introduzione della norma – voluta dal Ministro Sacconi (art. 48, c. 8) – che consente di attuare nell’apprendistato l’ultimo anno dell’obbligo di istruzione, che consente cioè di entrare nel mondo del lavoro con un anno di anticipo rispetto al limite minimo fissato dalla Legge Finanziaria 2007 (Governo Prodi). Con questa norma l’obbligo scolastico a 16 anni è definitivamente annullato e viene abbassata l’età di ingresso nel mondo del lavoro. Scelte che contrastano il diritto al futuro dei giovani e le opportunità di sviluppo economico e di mobilità sociale per il Paese. Il PD intende contrastare con determinazione questa norma, che costituisce nei fatti un disimpegno dello Stato per sostenere i ragazzi più deboli socialmente e con minori opportunità di istruzione. Ancora tanti e ancora troppi nel nostro Paese sono gli abbandoni scolastici e gli insuccessi. Non possiamo, di fronte a questo drammatico problema, accogliere la logica del male minore: “è meglio che vadano a lavorare prima, piuttosto che continuare a stare a scuola e non concludere nulla”. Occorre un serio processo di riforma della scuola e di investimento di risorse (nei laboratori, nelle strutture, nella formazione dei docenti…), partendo in via prioritaria dalla scuola media e dai due anni dell’istruzione superiore obbligatoria, per affrontare adeguatamente il tema del diritto all’istruzione e all’educazione dei giovani, di tutti e non uno di meno. Per comprendere la gravità della scelta proposta dal Governo Berlusconi nell’ambito di un provvedimento riguardante il lavoro è opportuna una ricostruzione del quadro normativo. Il Governo Prodi, con l’approvazione della Finanziaria 2007 ha innalzato l’obbligo di istruzione a 16 anni: il comma 622 dell’art 1 L. 27 dicembre 2006, n. 296, prevede infatti che “l’istruzione impartita per almeno 10 anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. L’età per l’accesso al lavoro è conseguentemente elevata da 15 a 16 anni”. Il DL 1167-B all’art. 48 c. 8 interviene sulla durata dell’obbligo di istruzione, prevedendo che l’ultimo degli anni dell’istruzione obbligatoria possa essere assolto “anche nei percorsi di apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione” di cui all’art. 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 (attuativo della Legge Biagi). Questa disposizione fa chiaramente riferimento ad un quadro normativo precedente alla Finanziaria 2007, in cui l’obbligo scolastico era fissato ai 15 anni di età e in cui era previsto il diritto-dovere all’istruzione fino ai 18 anni (Legge Moratti). Se venisse approvata definitivamente dal Senato la norma di cui all’art. 48 c. 8, si cancellerebbe l’innalzamento dell’obbligo di istruzione a 16 anni per tornare al quadro normativo precedente, definito dalla Legge Moratti: davvero un grande passo indietro. Sono stimati in circa 126 mila in Italia i giovani al di sotto dei 16 anni che non frequentano né la scuola, né la formazione professionale. Un altro dato allarmante viene evidenziato nell’ultimo rapporto Isfol, nel quale è indicato che le attività di formazione esterna agli apprendisti in età minorile hanno interessato 8.800 giovani nel 2006, scesi nel 2007 a 6.500 circa e hanno coperto solo in parte il percorso obbligatorio di formazione di 240 ore, interessando circa il 20% dei giovani con contratto di apprendistato. Questi dati assai negativi evidenziano che nei fatti l’apprendistato anche per i minori costituisce un’attività essenzialmente lavorativa, dato il ridottissimo spazio ad azioni formative mirate all’educazione e all’accrescimento delle competenze. La discussione avrà inizio in Commissione I e XI congiunte martedì della prossima settimana. Il PD ha presentato emendamenti soppressivi e integrativi sull’art. 48 c. 8 e un ordine del giorno.
Fonte: Bastico.eu | vai alla pagina » Segnala errori / abusi