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Dichiarazione di Giorgio ORSONI
Olimpiadi 2020. «Penso che l’arroganza di Roma in questa vicenda sia a dir poco preoccupante» - INTERVISTA
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(01 maggio 2010) - fonte: Il Gazzettino - Venezia - inserita il 01 maggio 2010 da 31
Il Sindaco di Venezia replica duro alla Capitale «Niente pretese»«Penso che l’arroganza di Roma in questa vicenda sia a dir poco preoccupante. Non posso che contestare l’approccio sbagliato che la Capitale ha assunto nella "battaglia" per la candidatura italiana alle Olimpiadi del 2020».
Dopo la replica piccata alle incursioni romane da parte del governatore Luca Zaia, ora rincara la dose il sindaco Giorgio Orsoni. É l’occasione per fare nuovamente la voce grossa contro le "pretese capitoline".Sindaco, lei parla di "arroganza romana". Parole che ben sintetizzano il clima in vista della riunione del Coni sulle Olimpiadi prevista per il 20 maggio.
«Credo sinceramente, documenti alla mano, che Venezia abbia tutte le carte in regola per vincere la sfida. E per tanti motivi. Ne indico uno: siamo una capitale internazionale anche senza essere... una capitale. Per di più Roma, proprio perchè tale, dovrebbe avere un occhio di maggior riguardo verso le altre città italiane».
Sarebbe a dire: lasciare spazio a Venezia. Dimostrarsi generosa... Fare la sorella maggiore.
«Esattamente. Invece prevale l’arroganza tutta capitolina. Per quale motivo Roma dovrebbe avere sentirsi già superiore all’altra candidata? Proprio perchè capitale, proprio perchè qui le Olimpiadi si sono già svolte, dovrebbe lasciare spazio ad altre realtà che possono rappresentare l’identità nazionale. E chi meglio di Venezia? Lo ripeto mi dà fastidio chi vuole dimostrarsi superiore con arroganza, quando così non è»
Il fronte veneto/veneziano sulla candidatura è a dir poco monolitico. Una situazione nuova, mai vista in altre occasioni.
«Offrire l’opportunità di gareggiare per la candidatura olimpica significa anche che lo Stato intende riconoscere le potenzialità di quest’area nelle infrastrutture, nel lavoro, nelle aziende e anche nella "produzione" di tanti campioni dello sport. É qui, più che altrove, che si è sviluppato il valore sociale delle discipline sportive. Quindi attendiamo un riconoscimento formale e sostanziale».
Poi però ci sono le stanze romane, e soprattutto i corridoi. Ad esempio il Coni pare orientato a discutere la candidatura nel Direttivo e non nel Consiglio generale...
«Neanche per sogno. Se venisse scelto di discutere solo nel Direttivo sarebbe un atto che delegittimerebbe il Coni stesso. La scelta deve essere assunta dal più ampio bacino del Coni e quindi dall’assemblea. Solo così potrà essere una scelta trasparente e non viziata dalla politica».
Timori particolari?
«No, il nostro progetto è sicuramente migliore di Roma. Non abbiamo paura, sono gli altri che sono nervosi...».
Fonte: Il Gazzettino - Venezia | vai alla pagina » Segnala errori / abusi