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Dichiarazione di Antonio POLITO


 

Zuppa inglese. Il bipolarismo fallisce e Cameron tenta la coalizione.

  • (08 maggio 2010) - fonte: Il Riformista - Antonio Polito - inserita il 08 maggio 2010 da 31

    L'Europa è nei guai, e il vento dello sconforto soffia impetuoso anche sulle isole britanniche, un tempo isole di benessere e stabilità. È difficile non vedere il filo che lega l'estremo oriente del continente, la Grecia, all'estremo occidente inglese. Dovunque è deficit, paura, sconcerto.

    Nessun altro sentimento come lo sconcerto può infatti giustificare il modo in cui gli inglesi hanno votato. Fieri come sono del loro bipolarismo quasi perfetto, di quel modello Westminster che tanti estimatori e imitatori ha avuto anche nel nostro paese, si sono regalati un parlamento senza maggioranza, ricetta sicura di instabilità. Nel momento di maggior difficoltà, gli inglesi hanno messo da parte niente di meno che il bipartitismo, nel paese che l'ha inventato e l'ha sacralizzato.

    Ora si vedrà che cosa può succedere. Le prospettive di formare un governo degno di questo nome sono molto scarse, come spiega Luigi Spinola su questo numero, e la probabilità più forte è che si debba tornare alle urne entro pochi mesi, come successe nell'ultimo precedente storico di «hung parliament», di parlamento appeso, nel 1974. Ma qualche lezione che valga anche per noi italiani può essere tratta dal voto inglese.

    La prima lezione è che la tv conta molto, ma non tutto. Sembrava che l'irruzione del duello televisivo nella campagna elettorale inglese potesse sconvolgere le gerarchie storiche tra i partiti facendo volare Clegg e i liberal-democratici su vette mai conosciute. Ma i beauty contest non sempre si trasformano in voti. Clegg è bravo, sveglio e carino, ma la popolarità non è necessariamente consenso. Cercarsi un leader giovane e fotogenico non è dunque la soluzione di tutti i problemi (il Pd prenda nota). Berlusconi ha perso due volte pur disponendo di tutte le tv e di un'ineguagliabile presenza scenica. E chissà, perfino Bersani potrebbe un giorno vincere un'elezione pur senza brillare in tv.

    La seconda lezione è che l'antipolitica non paga se non c'è una politica a raccoglierne il malcontento. Stavolta gli inglesi ce l'avevano proprio con la politica, ma tutti quelli che speravano di lucrare sul voto di protesta sono usciti a pezzi, dai fascisti del Bnp ai fautori dell'astensionismo fino agli stessi liberal-democratici, che sono andati perfino un po' peggio della volta scorsa.

    La terza lezione, dedicata agli spregiatori italiani del sistema tedesco, è che il bipolarismo qualche volta può creare più problemi di quanti ne risolva. Anche la Germania si trovò nella stessa situazione della Gran Bretagna due elezioni fa, con due vincitori e grandi e urgenti problemi da affrontare. La risolse a modo suo, con una Grande Coalizione temporanea che resse il paese e gli fece superare il guado. L'Inghilterra invece non può. Il voto dell'altro giorno richiederebbe proprio una grande coalizione, per mettere a punto un programma di emergenza per un bilancio pubblico che in percentuale sul Pil gareggia ormai con quello greco, e per difendere una sterlina che proprio Brown ha voluto tenere ostinatamente fuori dall'euro e che ora rischia. Ma nel sistema inglese le grandi coalizioni sono proibite, e dunque quella uscita di emergenza non è praticabile.

    Dopo essere stata per un decennio la meraviglia d'Europa, la Gran Bretagna sembra tornata ad essere la malata d'Europa, come negli anni '70. Mal comune, nessun gaudio. L'Europa oggi è messa così male che ogni inciampo di un paese può provocare la scivolata dell'intera cordata. Speriamo che non sia così. Dio salvi gli inglesi.

    Fonte: Il Riformista - Antonio Polito | vai alla pagina

    Argomenti: politica estera, bipolarismo, europa, Inghilterra | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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