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Dichiarazione di Leonardo RAITO

Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Rovigo (Partito: PD)  - Consigliere  Consiglio Comunale Polesella (RO) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) 


 

Riforma Gelmini o Massacro Tremonti?

  • (10 maggio 2010) - fonte: varia stampa locale - inserita il 05 agosto 2010 da 812
    Dietro il tanto auspicato riordino della scuola, il ministro Gelmini, o chi per lei (molti pensano che la riforma l’abbia scritta Tremonti) si nasconde in realtà une delle più pericolose sforbiciate al sistema della pubblica istruzione mai vista in sessantacinque anni di storia repubblicana. La scuola pubblica, che i padri dell’unità d’Italia prima e della repubblica poi, avevano pensato come il grande strumento di costruzione di intelligenze e coscienze civiche, viene ora svuotata nei suoi punti di forza, perdendo di vista gli obiettivi finali: elevata qualità della preparazione degli studenti, efficacia e qualità della didattica, possibilità di sperimentare percorsi integrativi extracurriculari. Riduzione degli orari di lezione, classi con troppi elementi non supportate da adeguata edilizia scolastica (vale la pena ricordare che l’ultima circolare ministeriale al proposito, fissava a 25 il numero ideale per la costruzione delle aule), difficoltà dell’accesso all’insegnamento, pongono sul tappeto troppi problemi che non si possono ignorare. Alcune discipline verranno inopinatamente cancellate, il che già di per se rende difficile, in chiave pedagogica, la piena acquisizione di competenze per il percorso individuale; molti docenti perderanno il proprio lavoro (1630 in tutto il Veneto). Il ritorno al maestro unico, checché ne dica qualche nostalgico della vecchia scuola genti liana, toglie ai ragazzi diverse opportunità: il confronto con più persone, la possibilità di avere maggiori opportunità di riscatto, docenti in grado di impiegare competenze specifiche. I tagli non risparmieranno i docenti di sostegno, complicando in questo modo l’approccio di ragazzi diversamente abili o con problematiche complesse. Le famiglie perderanno, con l’impossibilità del tempo pieno, anche l’opportunità di coniugare necessità sociali ed esigenze di lavoro, senza contare che molte amministrazioni rischiano di vedere vanificati investimenti nelle proprie strutture scolastiche che rischiano concretamente di non prevedere continuità di servizio. Dietro tutto questo, non è stata prevista una giustificazione per i cittadini italiani. La tanto sbandierata “razionalizzazione” prevede la cancellazione di plessi nelle frazioni e in piccoli comuni che perderanno, con la scuola, una delle principali credenziali del proprio tessuto sociale. Lo scenario apocalittico si concretizzerà, probabilmente, entro la fine del 2011, quando si chiuderà il percorso triennale di tagli alla spesa pubblica. Così, per un agognato risparmio senza il quale, ci dicono, l’Italia non ha speranza di salvezza, tagliamo alle radici le nostre piante migliori, quei giovani su cui si dovrebbe investire e che si vedranno privati di importanti possibilità.
    Fonte: varia stampa locale | vai alla pagina
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