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Dichiarazione di Anna FINOCCHIARO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Da qui comincia il massacro delle libertà, vogliono coprire pubblici misfatti»

  • (10 giugno 2010) - fonte: senatoripd.it - inserita il 11 giugno 2010 da 31

    Sintesi della dichiarazione di voto di Anna Finocchiaro nell'Aula di Palazzo Madama:

    Il Paese aveva bisogno di una riforma delle intercettazioni telefoniche.

    Ne aveva bisogno perché è intollerabile che sulle pagine dei giornali appaiano notizie che o sono coperte dal segreto istruttorio o non sono inerenti alle indagini e sono pubblicate soltanto per ledere la privacy e la dignità dei soggetti.

    È intollerabile che si faccia mercato della dignità dei soggetti ed è intollerabile che vi siano fughe di notizie rispetto ad atti investigativi che probabilmente vengono frustati nella loro efficacia dalla fuga di notizie stesse.

    Noi volevamo una buona legge, tanto è vero che già dai primi atti del governo Prodi della scorsa legislatura, e anche in questa legislatura, con due proposte di legge una delle quali firmata dalla capogruppo, abbiamo chiesto la riforma della disciplina delle intercettazioni telefoniche.

    Quindi, una buona legge sulle intercettazioni telefoniche che tutelasse la privacy e la dignità dei soggetti a qualunque titolo coinvolti nelle indagini.

    Ma questa non e' una buona legge.

    Innanzitutto perché questa legge limita l'uso delle intercettazioni telefoniche come strumento di acquisizione della prova.

    Punite la pubblicazione di atti di indagine e consentite solo la pubblicazione per riassunto fino alla fine delle indagini preliminari. Ma vi rendete conto dell'arbitrio che il giornalista può compiere per riassunto? Non voglio irritarvi, ma il caso Boffo e «Il Giornale» lo ricordate o no?

    Punite anche gli editori, perché casomai il giornalista o il direttore del giornale largheggiasse nell'informazione pubblica - ohibò! - interviene l'editore del giornale e dice: ma che mi volete far fallire? E di conseguenza l'editore eserciterà fuori dal suo ruolo - pensate ad una società per azioni, un'impresa come un'altra, che sta a Shangai e che è l'editore di un giornale italiano - un compito di vigilanza, di repressione, di censura per evitare di correre il rischio delle salatissime multe.

    Tutto questo tutela meglio la privacy dei soggetti? No.
    Questo tutela meglio, molto meglio, i criminali.

    Questo uccide il diritto dei cittadini ad essere informati.
    Questo provvedimento uccide la libertà di informazione tutelata dalla Costituzione.
    Tutelata una sola volta, presidente Berlusconi, perché mentre la parola «impresa», in varie forme, appare almeno tre volte nella Costituzione, le parole «libertà personale» e «libertà d'informazione» esistono una sola volta perché chi si sente vincolato alla Costituzione lo sa che non c'è bisogno di ripetere ciò che è sacro!
    E allora chi oggi vota la fiducia, vota la limitazione della libertà di informare e di essere informato, la limitazione dei mezzi a disposizione degli investigatori per accertare reati, per individuare i colpevoli, per punirli.

    La verità allora è davvero un'altra: voi avete colto l'occasione in un momento assai imbarazzante, diciamo così, per il Governo e per la maggioranza di nascondere agli italiani i pubblici misfatti, l'esercizio deviato dei pubblici poteri, l'uso privato e la dissipazione delle pubbliche risorse.

    Voi volete nascondere, voi vi nascondete.
    Voi non volete controllo (ma questo lo sapevamo già):
    il popolo che citate così spesso lo volete cieco e sordo, manipolabile.
    Voi vi servite del popolo quando vi serve per celebrarvi, ma lo volete bue.

    La privacy che dite di tutelare è la vostra, è l'ombra nella quale volete continuare a fare i vostri affari.
    Chi si accontenta nella maggioranza, chi fa finta di non saperlo, oggi non può non saperlo.

    Io che tremo - non come voi, che l'adoperate in maniera sguaiata e volgare - quando pronuncio la parola libertà, non in nome mio ma nome d'altri, vi dico che qui oggi il mio Gruppo, che mi ha dato mandato sulla base di un'assemblea che abbiamo celebrato, non parteciperà al voto di fiducia e non parteciperemo perché noi vogliamo che risulti con ogni evidenza e con il rispetto sacro che abbiamo di quest'Aula e della legge il fatto che da qui comincia il massacro della libertà".

    Fonte: senatoripd.it | vai alla pagina

    Argomenti: censura, intercettazioni, repressione, privacy, libertà, Costituzione, voto di fiducia, diritto di informazione, dignità, libertà d'informazione, editori, ddl intercettazioni | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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