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Dichiarazione di Roberto Sergio Ravello

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Torino (TO) (Gruppo: AN)  - Assessore Regione Piemonte (Partito: Fratelli d'Italia Centrodestra nazionale) 


 

"Nucleare, in Piemonte si può"

  • (08 luglio 2010) - fonte: www3.lastampa.it - inserita il 08 luglio 2010 da 14114
    Roberto Ravello, ha sottolineato di non «aver timori per il fatto che la nostra regione possa aprirsi al nucleare». Di più ha definito «stupida» e «limitata» la posizione di chi contesta questa scelta perché è «inaccettabile che il Piemonte possa solo subire i rischi delle attività delle centrali francesi e svizzeri e non i benefici derivanti dalla costruzione di impianti di ultima generazione con le più ampie garanzie di tutela per il territorio e la popolazione». Certo se a «livello comunitario ci fosse la moratoria sul nucleare il quadro cambierebbe» ma visto che sono state fatte scelte diverse, anche in Italia, allora è evidente che «il Piemonte non può che pensare di mettersi a disposizione per fare la propria parte». L’assessore, intervenendo alla presentazione del decimo rapporto sull’ambiente presentato dall’Arpa Piemonte, sottolinea come «l’apertura sia condizionata all’individuazione del sito di stoccaggio nazionale da parte del governo». La presa di posizione di Ravello è la diretta conseguenza della scelta della giunta regionale di rinunciare al ricorso alla Corte Costituzionale presentato dalla precedente amministrazione a guida Bresso contro le decisioni del governo Berlusconi in materia di nucleare. E aggiunge: «Noi ci muoviamo nell’ottica del coinvolgimento regionale nelle scelte». La presentazione del rapporto sull’ambiente in Piemonte realizzato dall’Arpa - acqua ok mentre per aria e terra la situazione resta critica - è stata anche l’occasione di una pubblica illustrazione delle nuove scelte politiche in materia da parte del centro-destra. «Il nostro principio - ha spiegato Ravello - è quello di uno sfruttamento che potrei definire consapevole delle risorse naturali». Una scelta dettata dalla necessità di far fronte a disponibilità economiche che si riducono anno dopo anno: «Vi chiedo, provocatoriamente, se sia meglio avere un bosco inaccessibile e inutilizzato per la mancanza di manutenzione oppure non avere il bosco?». Parole che sono state raccolte con una protesta isolata sotto forma di una pernacchia. E in quest’ottica che Ravello annuncia la realizzazione di un nuovo piano degli invasi - «ne abbiamo uno vecchio di un secolo» - per sfruttare le acque e «far arrivare ai comuni un surplus di risorse economiche». La costruzione di nuove dighe è «legata ai fabbisogni che sono stati definiti all’interno del piano delle acque.
    Fonte: www3.lastampa.it | vai alla pagina
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