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Dichiarazione di Massimo Cacciari


 

«Bossi e Tremonti possono fare il golpe» - INTERVISTA

  • (28 luglio 2010) - fonte: La Discussione - Nicola Maranesi a pag.9 - inserita il 29 luglio 2010 da 31

    Se il Carroccio dovesse annusare che Berlusconi è bollito, per raggiungere i propri obiettivi potrebbe scaricarlo in pochi minuti. Tutto è possibile, La Lega è l’unico partito che può cambiare strategia senza pagare dazio.

    Per l’ex sindaco di Venezia è più probabile che l’avvicendamento tra il superministro e il premier avvenga a fine legislatura. Però con gli scandali, le inchieste, la crisi...
    Pochi giorni fa, sottoscrivendo il manifesto bipartisan e antileghista «Verso Nord», ha decretato la fine del bipolarismo italiano. «È evidente che la possibilità di un riassetto politico basato su uno schema bipolare quasi bipartitico è fallita». Non è di certo la prima volta che Massimo Cacciari scolpisce nel marmo previsioni tanto lapidarie quanto azzeccate: era già accaduto alla vigilia della crisi del Partito democratico («Non è questo il Pd che desideravo io» ribadisce ad ogni occasione) e di quella del Popolo della Libertà («La rottura tra Berlusconi e Fini è inevitabile» aveva sentenziato una settimana prima del famoso scontro in Direzione). Ma una volta archiviata la presunta Seconda Repubblica e il suo bipolarismo anomalo e deficiente resterebbe da capire cosa ci aspetta nel futuro. Sul lento ma inesorabile deterioramento del Pd e del Pdl Cacciari vede «differenze rispetto ai sintomi scatenanti, ma nella sostanza è la stessa cosa: si tratta di due partiti che sono nati con le migliori intenzioni, coagulare culture sulla base di nuove destinazioni e nuove idee, ma in realtà non ci sono assolutamente riusciti. Questa fusione di tradizioni diverse ma tutte miranti ad uno stesso nuovo fine, questa operazione niente affatto semplice, è già fallita. Possiamo dire che si tratta di due partiti mai nati».

    Ritiene che alla base ci sia uno scontro fra personalismi?

    Non credo si tratti di personalismi: le personalità rappresentano culture e storie, prospettive diverse. È uno scontro tra modi diversi di intendere la politica, tra modi diversi di identificare le riforme necessarie per questo Paese, sono scontri di carattere culturale e politico. Direi più culturale che politico e questo vale sia per il Pd che per il Pdl.

    Il bipolarismo potrà avere un’altra occasione, magari con interpreti diversi?

    Non credo, non credo che dopo il fallimento di questi generosi tentativi, cui ho partecipato nel mio modestissimo ruolo, possa riprendersi. È stato un tonfo abbastanza clamoroso.

    C’è una panacea?

    Secondo me occorre una operazione di decostruzione intelligente, perché è altrettanto difficile attaccare che ritirarsi sia in arte militare che in politica. Una decostruzione intelligente, che non lasci troppi cadaveri sul terreno e che soprattutto lasci la possibilità di lavorare sul piano delle intese, del governo e del programma. Se si continua a convivere forzatamente si finisce con l’uccidersi. Penso che una separazione consensuale sarebbe la cosa migliore.

    Si riferisce a Berlusconi e Fini?

    Certamente.

    Come andrà a finire questo duello all’arma bianca?

    Mi auguro che Fini possa al più presto essere nelle condizioni di poter percorrere la sua strada. Una strada che evidentemente diverge in toto da quella berlusconiana e ancor più da quella leghista.

    Con chi dovrebbe intraprendere il cammino?

    Forse da solo, perché penso che Fini abbia la forza di creare un soggetto proprio. Poi dovrebbe coalizzarsi, sul piano del governo e dell’attività governativa, con altre forze di centro. Anche se è difficile pensare a un soggetto nuovo con il presidente della Camera e Casini insieme, perché si ritornerebbe a una leadership doppia che non funziona. Due soggetti separati potrebbero però trovare ampi motivi di convergenza, infinitamente di più di quanti non abbiano singolarmente Fini e Casini nei confronti di Berlusconi e della Lega.

    Cosa sta aspettando Fini per fare il grande passo?

    Il momento migliore, il momento giusto per dare vita a un nuovo soggetto. Quando sarà nato potrà sintetizzarsi sul piano dei programmi di governo con una forza di centro come quella di Casini, con un’eventuale nuova forza intorno all’ipotesi Montezemolo, e tutte queste forze di centro-centrodestra potrebbero trovare ampie convergenze almeno sul piano delle riforme improcrastinabili, con lo stesso Pd.

    Fini dovrebbe accelerare questo processo?

    Fosse per lui l’avrebbe già fatto, ma strappare ora significherebbe dare a Berlusconi su un piatto d’argento la possibilità delle elezioni anticipate. Se dovesse accadere, con questo sistema elettorale Berlusconi potrebbe fare fuori tutti garantendosi un governo con puri yesman anche arrivando soltanto al trenta per cento.

    Quale può essere allora la strategia?

    Lavorare bene fino alla fine della legislatura, creare le condizioni affinché la coalizione tra Pd e centro possa dare una svolta in questo Paese.

    Crede che Berlusconi riuscirà a portare a termine la legislatura?

    Tutto sommato me lo auguro, perchè non portarla a termine, lo ripeto, significherebbe spianargli la strada alle elezioni.

    Il Cavaliere, per parte sua cosa dovrebbe fare per uscire da questa situazione?

    Provocare, provocare, provocare. Nell’attesa spasmodica che anche Fini se ne vada per conto suo.

    La Lega come si comporterà?

    È l’unico partito in grado di fare quello che vuole. Oggi si allea con Hitler e domani può farlo con Stalin, ora con la Thatcher e domani con Brandt, e così via. La Lega è l’unico partito che può fare di tutto senza perdere un elettore. Per queste e per altre ragioni resta un’incognita: il giorno in cui dovesse annusare che il suo obiettivo è in pericolo, chissà cosa potrebbe fare.

    Qual è l’obiettivo?

    Quello di un’autonomia che sfiori l’indipendenza per le Regioni che sta già dominando, grazie al combinato disposto di impotenza del Pd e acquiescenza del Pdl, malgrado le grida di allarme che arrivano da esponenti come Galan, Formigoni e non solo.

    Cosa potrebbe accadere se questo obiettivo venisse minacciato?

    Se il Carroccio dovesse annusare che Berlusconi per un motivo o per l’altro è bollito, che non ce la fa più, e che per raggiungere il suo obiettivo conviene una convergenza anche tattica con altre forze, Bossi ci mette cinque minuti a scaricare Berlusconi.

    Le sembra uno scenario imminente?

    No, mi sembra una prospettiva piuttosto remota al momento. Mi sembra che il patto con Berlusconi, attraverso Tremonti, sia abbastanza consolidato e che ormai la prospettiva di Bossi sia quella di sostituire, quando sarà, Berlusconi con Tremonti. Però tutto può accadere perché ripeto, la Lega è l’unico partito che può cambiare strategia a centottanta gradi senza pagare dazio.

    Non potrebbero puntare subito sull’avvicendamento con Tremonti?

    Solo con l’avallo di Berlusconi e oggi non lo vedo intenzionato ad andare in pensione con le proprie gambe.

    Cosa potrebbe far pensare a Bossi che Berlusconi è “bollito”?

    Gli scandali, le inchieste, la frattura politica. Se dovesse risultare evidente che Berlusconi e i suoi non ce la fanno a reggere, se il Cavaliere dovesse apparire decotto, Tremonti e Bossi potrebbero accelerare il golpe nei suoi confronti. Anche se ad oggi la prospettiva più concreta è che Tremonti e Bossi prendano in mano l’azienda nei prossimi anni, piano piano e tranquillamente in modo da farla propria a partire dal 2013, magari con l’idea di poter fare Berlusconi presidente della Repubblica.

    Fonte: La Discussione - Nicola Maranesi a pag.9 | vai alla pagina

    Argomenti: bipolarismo, casini, Lega Nord, coalizione, elezioni anticipate, berlusconi presidente della repubblica, Fini Berlusconi | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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