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Dichiarazione di Daniele SCOZZARI
"I professionisti dell'Antimafia"
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(05 agosto 2010) - fonte: Blog consigliere Scozzari - inserita il 05 agosto 2010 da 1611
In questi caldi giorni d’estate, caratterizzati da aspre polemiche sulla questione morale e sulle tragiche vicende del ’92 è risuonata spesso l’accusa di professionismo dell’antimafia, lanciata sia nei confronti di alcuni magistrati, che nelle forti polemiche interne agli schieramenti politici.Nel Pdl, alcuni mafiosi camuffati da politici, hanno fatto spesso ricorso a queste espressione per sottolineare negativamente la predisposizione di alcuni di noi a rimuovere la cultura delle garanzie e le presunzioni di innocenza costituzionalmente garantite, attraverso la sottolineatura delle responsabilità di pezzi delle Istituzioni e della politica.
Professionisti dell’Antimafia: sono certo che chi utilizza questa espressione non ha né la conoscenza, né la memoria storica per ricordarne le origini.
Sciascia utilizzò questa espressione nei confronti di Paolo Borsellino poiché il grande scrittore siciliano in una prima fase non aveva compreso la portata rivoluzionaria delle metodologie d’indagine e processuali che lui e Giovanni Falcone avevano introdotto nell’azione di contrasto a Cosa Nostra. Sciascia più tardi si pentì amaramente di questa polemica.
Oggi, il dilagare di una questione morale che coinvolge pezzi della politica e delle istituzioni costringe il Presidente Napolitano ad un rigorosissimo richiamo ai partiti ed ai corpi istituzionali per fare pulizia al proprio interno. E, mentre l’azione irriducibile dei magistrati di Palermo, Caltanissetta e Firenze ricostruisce le dinamiche criminali che portarono alle stagione delle stragi e che furono attraversate da inconfessabili trattative tra la mafia e pezzi dello Stato, viene incredibilmente fuori che il nemico principale siamo diventati noi “gente comune” i nuovi professionisti dell’Antimafia.
A Casteltermini, non si parla quasi mai né di mafia né di antimafia; ogni tanto si organizza qualche manifestazione dove vengono illustrati grandiosi progetti e buoni propositi per la lotta alla mafia. Dopo qualche giorno, però, tutto passa nel dimenticatoio in attesa della prossima manifestazione nella quale assisteremo a sorrisi di sufficienza nelle facce della politica interessata solo a riempirsi la bocca di buoni propositi e a riaffermare la presunta normalità della nostra terra o, peggio, a prevedibili affermazioni da parte di chi ama ergersi a paladino della giustizia nella sua presunta e personale lotta alla malavita.
Quando poi si verificano atti criminali e vili nessuno parla. Ed è questo che diventa inaccettabile in una società civile; il fatto che si faccia finta di nulla come se ciò che accade intorno non ci appartenesse o fosse qualcosa che, non riguardandoci personalmente, non merita interesse. Capita, infatti, che improvvisamente vengano bruciati qualche locale, qualche auto oppure qualche mezzo appartenente ad un’impresa edile. L’impressione che ne viene fuori, chiaramente, è un atteggiamento di indifferenza e di disinteresse verso avvenimenti intimidatori.
Il nostro è un Paese che ha la tendenza a dimenticare e troppo spesso tende a farlo con gratuiti attacchi verso quanti non intendono rinunciare al ‘diritto di ricordare’, ma questo non significa che siamo tutti disposti ad accettarlo in maniera rassegnata e senza alzare la testa.
Fonte: Blog consigliere Scozzari | vai alla pagina » Segnala errori / abusi