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Dichiarazione di Ignazio Roberto Maria MARINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Governo per cambiare legge elettorale e poi al voto» - INTERVISTA

  • (12 agosto 2010) - fonte: l'Unità - Vladimiro Frulletti - inserita il 12 agosto 2010 da 31

    Se c’è da fare un trapianto di fegato ma manca la sala operatoria può anche chiamare il più famoso chirurgo del mondo, ma non ci riuscirà». Il senatore Ignazio Marino sceglie una metafora sanitaria (del resto è chirurgo) per spiegare che è meglio che Pd e centrosinistra la smettano col toto candidati e si concentrino sul vero obiettivo da raggiungere: la modifica della legge elettorale. Ma se ci sarà il voto anticipato con l’attuale sistema il senatore-chirurgo non sposerebbe la linea Bersani di un’alleanza larghissima da sinistra fino al centro: «I nostri elettori non capirebbero. Non ce li vedo votare una lista con i nomi di Vendola e Fini assieme».

    Senatore il clima è da elezioni anticipate. È inevitabile il voto subito?

    «Mi auguro che prima di andare per la terza volta alle elezioni sottraendo la possibilità democratica di scegliere gli eletti, la classe politica si renda conto che questa sarebbe una lesione gravissima alla democrazia. È contro la democrazia che 4 o 5 leader di partito possano scegliere tutti i 945 parlamentari. Serve una nuova legge elettorale per ridare agli elettori la scelta degli eletti.
    È un’urgenza largamente condivisa dagli italiani».

    Lei parla di governo “di scopo” e non di governo di transizione. Che differenza c’è?

    «Il governo di scopo ha come unico obiettivo fare una nuova legge elettorale. Pochi mesi, due o tre, il tempo che serve tecnicamente, e poi andare al voto. Vede, io so che c’è anche la necessità di disciplinare veramente il conflitto di interessi, di ridare pluralismo al sistema d’informazione pubblica, ma sono anche consapevole che ora in Parlamento le condizioni per farlo non ci sono. Quindi cambiamo la legge elettorale garantendo il sistema bipolare e poi andiamo al voto».

    Ma con chi si fa questo governo?

    «Dico sì a una larghissima coalizione per cambiare la legge elettorale, ma no a un governo di transizione. Se dai palchi delle feste provassimo a spiegare ai nostri elettori che vorremmo tornare al governo con Casini, Rutelli e Fini dovremmo assicurarci che nelle cucine non ci siano i pomodori. Il Pd deve tornare al governo con i voti dei cittadini, non con accordi di Palazzo».

    Il Presidente della Camera pare apprezzato anche a sinistra. O no?

    «Fini è un uomo di destra, e lui stesso si ritiene giustamente di destra. Fini con Giovanardi ad esempio è il padre di una legge sulle droghe che andando contro a un referendum popolare per la depenalizzazione, dal 2006 a oggi ha portato a oltre 600mila tra fermi e arresti. Alcuni di questi ragazzi per la vergogna si sono uccisi».

    Della vicenda della casa a Montecarlo che ne pensa?

    «Non mi pare che Gianfranco Fini, da quanto è emerso, abbia commesso qualcosa di illecito o illegale. Semmai emerge l’aggressività del padre-padrone del Pdl. Per Berlusconi non c’è Parlamento nè discussione. C’è un padrone che comanda con i sudditi che obbediscono e in cambio vengono ricompensati con qualche regalia».

    Cosa s’aspetta dal Pd?

    «In questa fase in cui il Pdl s’è dissolto e siamo tornati al partito azienda, il Pd deve andare all’attacco sottolineando l’incapacità a governare di Berlusconi e della sua squadra, e deve dialogare con l’Idv e con quella sinistra che ora non è in Parlamento. Con i suoi alleati naturali».

    Tuttavia, lo dicono i sondaggi, senza il centro, Udc, Rutelli etc., il rischio di perdere le elezioni è molto alto.

    «Con questa legge elettorale, con le regole di Berlusconi e Calderoli, è così, se si cambia sistema elettorale no. Insomma io ho il sogno di un’Italia migliore, quella che ho conosciuto nella scuole, negli ospedali, sui tetti delle fabbriche o degli istituti di ricerca occupati. Se noi cambiamo la legge elettorale e ci presentiamo alle elezioni con una classe dirigente nuova, non del secolo passato, e non con gli alleati del secolo passato, da Rutelli a Casini, abbiamo la possibilità di vincere».

    Bersani ha invitato Berlusconi ad andare in Parlamento, ma dice che se si va al voto cercherà un’alleanza con tutte le “forze del centrosinistra e dell’opposizione”. E lo stesso Di Pietro è disposto a allearsi «anche col diavolo» pur di battere Berlusconi.

    «Un passo alla volta. Ha ragione Bersani, Berlusconi venga in Parlamento e verifichi se ha o no la maggioranza. Se non l’ha più, facciamo un governo per fare una nuova legge elettorale».

    Insisto, se si va al voto con questa legge con chi si deve alleare il Pd?

    «È una questione da discutere negli organismi del partito. Convochiamo la direzione nazionale. La mia opinione però è che non è possibile costruire una visione comune del Paese con Vendola, Rutelli, Casini e Fini tutti assieme. Penso che a un’alleanza del genere non ci credano per primi i nostri elettori. Io non ce li vedo votare una lista dove ci sono i nomi sia di Vendola che di Fini».

    A proposito di nomi, ci sono già diversi candidati per la leadership del centrosinistra. Lei ha qualche idea in proposito?

    «Che questo toto-candidati andrebbe fermato. È anche inutile. Se voglio realizzare un trapianto di fegato, ma sono in una città che non ha sale operatorie, posso portare lì anche il chirurgo migliore del mondo ma dubito che riuscirà a realizzare un intervento così complesso. Il punto principale, ripeto, è cambiare la legge elettorale. Possiamo avere qualunque messia, ma con questa legge elettorale il centrosinistra non tornerà al governo del Paese».

    Fonte: l'Unità - Vladimiro Frulletti | vai alla pagina

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