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«Nel Pdl forse sono di sinistra» - INTERVISTA
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(12 agosto 2010) - fonte: l'Opinione - Afra Franizzi - inserita il 12 agosto 2010 da 31
«Il Pdl per ora non c'è. E' un partito che ha perso i valori dell'etica e della politica in generale.» «Sui rapporti tra Fini e Berlusconi non c'è alcun dubbio: è il Cav che vuole rompere con i finiani»Il caso Brancher e le dimissioni: qualcuno ha parlato di una vittoria dei finiani, lei come la vede?
Io piuttosto che vedere una vittoria dei finiani ci vedo un autogol della Lega e questo con tutto il mio spirito critico nei confronti del Pdl e anche nei confronti di Berlusconi. Credo che paradossalmente in questo caso Berlusconi non c'entri niente, dopodiché chi è finiano come me sa che quello dei finiani è un movimento d'opinione all'interno di un partito, il Pdl, che per ora non c'è. Un partito che ha perso i valori dell'etica e dell'estetica e della politica in generale. Amavo la politica prima di farne parte e poi quando sono entrato mi sono accorto del rischio che quotidianamente corriamo e cioè un continuo scollamento fra quello che è il palazzo e quello che accade fuori dal palazzo. Ma non solo. C'è uno scollamento fra il palazzo, il popolo e chi realmente gestisce il potere. La politica e questo Obama ce lo sta insegnando, dovrebbe riavere centralità, ma politica nel senso di una politica altissima dal punto di vista etico, estetico, morale, della responsabilità. La posizione dei finiani rispello a queste vicende io la vedo da padre di famiglia: ho quattro figlie ed ho insegnato loro che ci sono regole da seguire e che farlo è difficile ma visto in un percorso che tende al miglioramento di noi stessi è una bella sfida, come nella visione spinozia della realtà l'uomo al centro dell'universo e le sue responsabilità.
E del ddl intercettazioni cosa ne pensa?
Se io forzo il diario di una delle mie figlie per capire se sta rubando qualcuno potrebbe obiettarmi che non avrei dovuto farlo, perché in tal modo ho violato la sua privacy. Nel caso in cui io per scoprissi che i miei sospetti erano reali, mi chiedo: la cosa grave sono io che apro il diario di mia figlia o lei che ruba? Per me il dolo è ancora il furto, non l'intercettazione dopodiché sono d'accordo che in questi anni l'uso delle intercettazioni in maniera strumentale abbia creato molti danni ma stiamo attenti a non spostare la responsabilità politica sul dolo perché altrimenti continueremo a vedere processi finiti per decorrenza di termini. Io, ad esempio sto pagando una causa a Previti per 23mila euro perché gli ho detto che è un ladro e la cosa più comica è che è reo confesso, condannato a nove anni agli arresti domiciliari.
Iei ha parlato spesso di un partito, il Pdl, che non è mai nato davvero. Perché questa idea?
Quando si dice a noi finiani vi manderemo via dal partito io mi chiedo, ma quale partito? C'è mai stato un partito? Io ho tentato per due anni di parlare con i capi-gruppo, e questi non avevano mai tempo, poi ho letto sui giornali ed ho capito: erano affaccendati in altro. Sono sempre stato molto critico nei confronti di un partito che non è tale, avrei votato una monarchia costituzionale o una oligarchia economica come il partito di Mediaset e Mondadori, dove tutti noi saremmo stati funzionali a rendere più ricco il nostro sovrano. Sinceramente io sono un ex socialista e credo in uno Stato socialista. Forse sono di sinistra. Sicuramente lo sono più di Berlusconi a cui sono serviti i socialisti ma per diventare ricco non per dare un nuovo incipit al Paese. A Berlusconi abbiamo dato fiducia una volta, gliel'abbiamo ridata una seconda volta con qualche dubbio, ma questa è stata l'ultima chance.
Tra Fini e Berlusconi si va verso un'intesa o verso una rottura definitiva?
La rottura la vuole Berlusconi, nessuno vuole andarsene dal Pdl, ma Berlusconi deve capire che ha fatto un partito e che non siamo a Publitalia, qualcuno glielo spieghi, glielo ricordi, perché la ybris in greco arroganza, fa perdere di vista le cose normali della vita. Berlusconi non si rende conto della volgarità che ha nei confronti delle donne e soprattutto pare non rendersi conto delle responsabilità che ha: editoriali, grazie alle sue tv; verso la Rai per le nomine che lui fa e che mettono Viale Mazzini in grande imbarazzo. Certo è stato eletto democraticamente ma ricordiamoci che non sempre il popolo ha una grande visione, la peggiore elezione democratica è stata quella di Hitler.
La democrazia italiana è la più giovane al mondo per cui è rischiosissimo fare del populismo fra slogan, proclami sul predellino e ghe pensi mi.La manovra finanziaria ha ricevuto molte critiche dal mondo dello spettacolo, sono critiche che condivide?
Il mondo dello spettacolo ha il mio completo appoggio e contemporaneamente ha anche la mia disistima nel senso che questo mondo lo conosco come le mie tasche e dovrebbe iniziare a ragionare con parametri di logica. Perché c'è da ammettere che negli ultimi venti anni sono stati fatti dei furti in tutte le associazioni, in tutte le fondazioni in cui i produttori prendevano i soldi dallo Stato e non facevano i film. Noi esportiamo solo cultura museale, non innovativa. Viviamo delle innovazioni fatte dai grandi mecenati del 600, ma non di arte contemporanea e di innovazione tecnologica. In Israele è come l'Emilia Romagna: ci sono otto milioni di abitanti e la più grande concentrazione di brevetti in campo di ricerca tecnologica. Perché non possiamo creare una realtà del genere anche in Italia? La finanziaria tiene conto della realtà del Paese. Quando perciò Tremonti dice che è stufo del sud ha ragione, sempre considerando che in realtà del genere, accanto ad una spiccata malvivenza ci sono delle eccellenze degne di nota.
Ha seguito il presidente della Camera Fini in Israele, cosa ha capito da questo viaggio?
Per prima cosa mi sono reso conto della concentrazione di aziende e di know how con il quale dovremmo interfacciarci creando una condivisione delle intelligenze. Aprirsi ad altre realtà, come quella di Israele per esempio, ci aiuterebbe anche a capire cos'è il problema dell'Islam.
In una puntata del programma in onda su La7, Barbareschi Sciock si è occupato dei detenuti e della situazione italiana delle carceri, cosa ha capito?
Mi è venuto in mente Cesare Beccaria con il suo Dei delitti e delle Pene ma soprattutto ho capito quanto sia importante il percorso di rieducazione, più che il semplice stare in cella. Una pena detentiva, per quanto breve sia, produce effetti devastanti sulla persona, quindi diventa importante la rieducazione, in un percorso che miri comunque a far capire alla persona che ha sbagliato, senza però attivare l'annientamento della persona.
Il suo nome è fra quelli che circolano per la direzione del Teatro Argentina a Roma, la lusinga la cosa?
Da pazzi e sarei davvero molto contento perché Roma ha bisogno di un'accademia nazionale di un grandissimo progetto e questo perché ritengo, come ha detto anche il ministro degli Interni tedesco che i paesi che hanno grande sviluppo culturale hanno minore delinquenza.
Fonte: l'Opinione - Afra Franizzi | vai alla pagina » Segnala errori / abusi