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Dichiarazione di Debora Serracchiani

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: S&D) 


 

«L’ideale sarebbe un governo tecnico guidato da Monti» - INTERVISTA

  • (13 agosto 2010) - fonte: Il Riformista - Alessandro Da Rold - inserita il 13 agosto 2010 da 31

    Un nome per un governo tecnico di larghe intese? «Mario Monti». E su Luca Cordero di Montezemolo? «Fino ad adesso è stato solo il presidente della Fiat, della Ferrari e di Confindustria: non l'ho mai sentito parlare da leader di un’opposizione».

    Debora Serracchiani, europarlamentare del Partito Democratico, non teme elezioni anticipate («Ne abbiamo subite anche quando pensavamo di andare meglio), ma preferisce l'idea di un governo tecnico di responsabilità con a base l'unità delle opposizioni («Che andrà sotto un nome terzo»), mentre rispunta alla corsa alla leadership interna al partito ricorda: «Il centrosinistra soffre sempre dell'ossessiva ricerca di un leader: speriamo che con la fine di Berlusconi termini anche questa ricerca».

    Cosa l'ha più colpita dell'attuale situazione politica italiana?

    A parte gli scontri interni al centrodestra, che non era difficile immaginare giá prima delle precedenti elezioni, mi hanno colpito i duri interventi della Cei e di Famiglia Cristiana. Hanno sollevato un problema di classe dirigente in Italia che è sicuramente trasversale ma che, detto in questo momento e con questa crisi interna al Pdl non può passare inosservato.

    Quindi?

    Il combinato disposto di queste tensioni, unito a nuove figure emergenti nella politica, testimonia che siamo di fronte alla fine di un'epoca. La responsabilità del Partito Democratico è enorme, perchè bisognerà presto confrontarsi su quello che avverrà dopo Berlusconi.

    Vorrebbe qualcosa in più dall’attuale segreteria del suo partito?

    No, anzi. Credo che Bersani stia lavorando bene, in modo molto convincente. Sta soprattutto evitando la “grande ammucchiata”, facendo ragionare tutte le opposizioni, con cui spesso la collaborazione è stata difficile. Credo che Bersani vada verso la giusta strada di un`opposizione europea che si pone obiettivi programmatici.

    E cosa serve al Pd?

    C'è in atto una ricostruzione che va dal centrosinistra fino al centrodestra. C'è da fare un lavoro capillare importante. che richiederà del tempo, ma che dovrà mettere da parte lo scontro politico per concentrarsi sulle riforme.

    Paura di andare al voto?

    Il problema non è il timore della sconfitta: ne abbiamo subite anche quando pensavamo di riuscire meglio. Il timore è che la fine di Berlusconi sia particolarmente disastrosa e che ci regalerà colpi di coda pericolosi, soprattutto in ambito economico. Abbiamo poi una “legge elettorale" che è stata definita una “porcata” sui cui bisogna iniziare a ragionare per cambiarla.

    Insomma, la soluzione, secondo lei, è quella di un governo tecnico.

    Un governo tecnico, con l`unità delle opposizioni, che avrà un premier terzo, credo sia un messaggio importante di grande responsabilità per il Paese.

    Nel suo partito qualcuno aveva proposto Tremonti...

    Non vedo nessun esponente dell'attuale esecutivo a capo di un futuro governo tecnico.

    Un nome?

    Penso a un governo con un nome dal profilo europeo. Mario Monti è uno di questi. ßarroso gli ha dato fiducia nell'ultimo anno dandogli un nuovo incarico. Gode di grande autorevolezza e conosce molto bene l'attuale situazione economica.

    E il nome di un leader per il centrosinistra?

    In questa fase credo sia sbagliato cercare un nome invece che cercare un piano strategico. L'obiettivo è certamente quello di mandare a casa Silvio Berlusconi, però non può essere solo quello. E incominciare dai nomi mi sembra l'errore più grave. Dovremmo iniziare a far radicare le idee e poi le persone, invece spesso si cerca di fare il contrario.

    Chiamparino ha fatto una sua proposta...

    Nessuno che ora si autocandida fa il bene del paese: alcuni dovrebbero essere più cauti e prudenti.

    Luca Cordero di Montezemolo?

    Finora non l'ho sentito parlare come capo di una opposizione o di un gruppo politico. E’stato presidente della Fiat, della Ferrari e di Confindustria. Certo è un uomo di grande autorevolezza, ma la sua elezione non è di certo automatica.

    E di Gianfranco Fini che mi dice?

    Resta ancora una forza politica di questo governo di centrodestra. Serve cautela, perché allora potremmo parlare con tutti.

    Che idea si è fatta sull’affare della casa di Montecarlo?

    Ci sono stati episodi simili nel passato, dal caso Boffo fino a quello di altri politici. Sotto un certo punto di vista mi dispiace per tutto quello che sta accadendo perché porta gli italiani a essere allergici alla politica. Ci sarà lo spazio per i chiarimenti, ma è impensabile fare politica usando un giornale come manganello.

    Vendola e Casini possono convivere in una grande alleanza?

    Ho la possibilità di vedere a livello europeo esempi di convivenza molto diversi da quelli del nostro paese. Ci possono essere interessi comuni, come quello della stabilità economica. Penso all'esempio della Germania, che sta affrontando in modo costruttivo una dura crisi occupazionale.

    Fonte: Il Riformista - Alessandro Da Rold | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, alleanze, Vendola, Fini Gianfranco, classe dirigente, Montezemolo, governo tecnico | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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