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Dichiarazione di Luciano VIOLANTE


 

«Il Colle tutela la legislatura mentre il Pdl perde i pezzi» - INTERVISTA

  • (17 agosto 2010) - fonte: l'Unità - Umberto De Giovannangeli - inserita il 17 agosto 2010 da 31

    «Siamo alla crisi del partito carismatico che non si è trasformato in un modello di democrazia. Benissimo ha fatto Napolitano a richiamare con nettezza le regole e i fatti»

    La confusione nella maggioranza è un grave problema per il Paese, ed è alla base di questa aggressione alle istituzioni e in particolare al Capo dello Stato".
    A sostenerlo è Luciano Violante, responsabile riforme del Partito democratico ed ex Presidente della Camera. "Il Presidente Napolitano - sottolinea Violante - ha, fatto benissimo a rispondere con fermezza. Perché in questo difficile momento è necessario richiamare con nettezza le regole e i fatti».

    Un Presidente della Repubblica - ribatte l`ex Presidente della Camera violerebbe la Costituzione se automaticamente, in caso di caduta della maggioranza, sciogliesse le Camere. Non ci sono automatismi. In base all`articolo 1 della Costituzione, la sovranità popolare non è illimitata ma si esercita «nelle forme e nei limiti della Costituzione».

    Il capogruppo dei Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchetto, ha preso le distanze dal vice, ma sottolinea: noi non siamo come il Pci che chiese l'impeachment di Cossiga...

    «E' importante la presa di distanza dell`on. Cicchitto. Ma ricordo con tutto il rispetto che si deve a Francesco Cossiga, che quella proposta di impeachment nasceva da una serie di dichiarazioni molto dure da lui rese come Capo dello Stato e quindi garante della Costituzione, sulla necessità di ribaltare radicalmente il regime politico italiano. La questione non riguardò solo l`opposizione di sinistra. Ad esempio il PSI propose, credo anche in Consiglio dei Ministri, la costituzione di un comitato di cinque saggi per giudicare la legittimità del suo operato.
    E un quotidiano riportò una espressione dell`on. Martelli secondo la quale Craxi non era disposto a difendere l`infallibilità del presidente Cossiga. In questo caso, invece, è bene sottolinearlo, è il Capo dello Stato che invita il vice capogruppo del Pdl ad avvalersi dei mezzi costituzionali contro il Presidente della Repubblica, se ritiene davvero che ce ne siano le condizioni. Bisogna evitare ogni forma di chiacchiericcio attorno a questioni di questo rilievo».

    Dopo l`intervista del Presidente Napolitano a l`Unità, il Giornale della famiglia Berlusconí afferma che il Capo dello Stato sta violando la Costituzione. Siamo ad un salto di qualità: dall`attacco alla terza carica dello Stato siamo passati alla prima?

    «Consiglio la massima prudenza. E distinguerei la campagna che il Pdl al completo, con gli organi d'informazione ad esso vicino, ha aperto contro il Presidente della Camera e l'intervista del deputato Bianconi. Al tempo stesso, però, non dobbiamo dimenticare che molti tentativi di denigrazione sono partiti in questo modo. Meglio sarebbe che al più presto si pronunciasse chi ha la massima responsabilità di guida del Pdl. Bisogna evitare che vengano costruiti falsi obiettivi al fine di mascherare la natura stessa della crisi...».

    E quale sarebbe questa vera natura?

    «Siamo alla crisi del partito carismatico e alla difficoltà, o alla non volontà, di trasformare quel modello in un modello democratico. E' proprio questa difficoltà ad aver fatto allontanare Casini e ad aver portato alla "cacciata" della componente vicina a Fini.Ma ci sono anche altri segni tangibili di questa crisi...».

    Quali?

    «Siamo da mesi senza ministro dello Sviluppo economico e da settimane senza presidente della Consob. C`è una evidente difficoltà di decidere, che è propria del partito carismatico. Il capo del partito carismatico ha infatti il permanente obbiettivo di mantenere sempre il massimo del consenso attorno alla propria figura, altrimenti perde credibilità e quindi perde il possesso del partito. Ma le scelte difficili possono incrinare quel consenso e questa è la ragione per cui il modello carismatico diventa il modello dell'impotenza. E' in questo quadro che nasce la tentazione di sopperire alla mancanza di decisione con continui scossoni: aggressioni alle istituzioni, richiami allo scioglimento delle Camere e, più in generale, a tutto ciò che può creare tensione. Occorre perciò reagire con la massima fermezza».

    Il capogruppo dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, afferma, in polemica diretta con lei, che la sovranità popolare è assoluta: «Sorprende - dice Gasparri - che un esponente politico che ha assunto nel tempo posizioni equilibrate faccia un`affermazione così grave». Come replica a questa accusa?

    «Nella Costituzione non ci sono valori assoluti. C`è, invece, l`equilibrio dei poteri. Nel primo articolo si afferma che il popolo esprime la sua volontà e la esercita «nelle forme e nei limiti della Costituzione": dunque essa non è un valore assoluto. Il dovere del Capo dello Stato è anche tutelare l`integrità della legislatura. Persino in Inghilterra è stato cambiato il premier senza ricorrere al voto, basta pensare alla staffetta" tra la Thatcher e Major o tra Blair e Brown. Quello evocato dall`onorevole Gasparri è un mito del tutto infondato. Semmai, il Presidente della Repubblica violerebbe la Costituzione se automaticamente, in caso di caduta della maggioranza, sciogliesse le Camere. Non ci sono automatismi».

    Fonte: l'Unità - Umberto De Giovannangeli | vai alla pagina

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