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Dichiarazione di Leonardo RAITO

Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Rovigo (Partito: PD)  - Consigliere  Consiglio Comunale Polesella (RO) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) 


 

Verso il congresso provinciale del PD

  • (25 agosto 2010) - fonte: Il Resto del Carlino - inserita il 24 agosto 2010 da 812

    Ci stiamo preparando a un autunno importante per la politica polesana e anche il congresso del nostro partito, il PD, si svilupperà in un clima frizzante sia a livello nazionale, dove mi pare che il partito non guardi con interesse alle possibili elezioni anticipate, che a livello locale, dove la partita per il capoluogo, e la prossima tornata amministrativa che vedrà un certo numero di comuni andare a rinnovo, rappresenta una sfida tutta da giocare.

    Certo, le regole congressuali non sono consone a un partito coraggioso e che abbia voglia di aprirsi alla società. La possibilità di votare ed eleggere i propri rappresentanti viene consentita solo agli iscritti del luglio 2009 che abbiano rinnovato la tessera nel 2010. Si perde in questo modo l’opportunità di fare nuovi iscritti e di rinfoltire i ranghi di un partito dalle grandi potenzialità. Nella logica di un territorio che voglia rinverdire la propria idea di autonomia, non sarei dispiaciuto se il partito provinciale decidesse di derogare le regole nazionali.

    Credo infatti che sia in ballo una scelta determinante, che si tramuterà in una responsabilità storica per gli iscritti. Innovare il partito o dar luogo a una nuova fase di transizione? Ecco il dilemma a cui saranno ispirate le manovre precongressuali. Ma a prescindere dalle persone e dagli schieramenti, credo che noi democratici dovremmo partire da alcune certezze, che potrebbero essere una base programmatica certa:
    1. Dobbiamo diventare il centro programmatico della politica polesana, valorizzando le competenze presenti, promuovendo idee innovative che possano strutturare una politica di obiettivi a medio lunga scadenza, immaginando, in un grande progetto Polesine, le strategie per il Polesine del 2020;
    2. Dobbiamo ripartire da una classe di amministratori che hanno capacità e consenso radicato sul territorio, che meglio di chiunque altro possono capire i problemi reali della gente e possono proporre un ventaglio di soluzioni, che sono uno straordinario patrimonio di esperienza programmatica, azione, consenso;
    3. Dobbiamo lavorare per promuovere i buoni modelli di gestione della cosa pubblica (le buone amministrazioni degli enti pubblici, di secondo grado ecc.), perché il PD sa esprimere delle guide che lavorano nell’interesse dei cittadini, che sanno gestire in modo positivo enti e consorzi al servizio della collettività;
    4. Dobbiamo creare un sistema di comunicazione più efficace sia verso l’esterno che verso l’interno, mettendo i circoli nelle condizioni di interagire con i livelli intermedi del partito, favorendo una gestione collegiale del partito, informando sulle scelte e le strategie elaborate a livello Regionale e Provinciale.

    Partendo da queste idee e considerandole come punti fermi per il partito, credo sia possibile trovare convergenze anche sul coordinatore provinciale.

    Quanto alla mia idea di fondo, non temo di ribadirla. Rinnoviamo se ci sono le condizioni, ma senza tralasciare quel prezioso patrimonio di idee, e capacità organizzative e politiche che si sono in chi fa politica da più tempo.
    A tal fine, immagino un grande patto generazionale che sia in grado di far maturare una classe dirigente che possa interpretare la guida del partito nei prossimi dieci anni, facendo nel contempo crescere una nuova leva di amministratori e rappresentanti in grado di guadagnarsi consenso sul campo e, di conseguenza, spazi e ruoli determinanti per la guida del territorio. Di fronte a questo progetto, sarebbero di più i motivi di aggregazione che di divisione.

    Fonte: Il Resto del Carlino | vai alla pagina

    Argomenti: partito democratico, classe dirigente alternativa, ricambio generazionale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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