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Andrea CAUSIN in data 15 settembre 2010
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» BERSANI NON CONSIDERA RADICALI COME INTERLOCUTORI
Emma BONINO in data 13 settembre 2010
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» «Il progetto del Nuovo Ulivo non prevede né Ferrero né Diliberto». - INTERVISTA
Rosy BINDI in data 13 settembre 2010
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» «La società soffre il nuovo Ulivo, patto tra mediocri» - INTERVISTA
Nichi VENDOLA in data 11 settembre 2010
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» «Il 'nuovo Ulivo' di Bersani? Somiglia troppo all'Unione»
Sergio CHIAMPARINO in data 11 settembre 2010
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» «Notizie false per distruggere gli avversari» [Link al Corriere.it]
Paolo FERRERO in data 11 settembre 2010
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» «Ho dato mandato ai miei legali di querelare Gasparri per diffamazione».
Paolo FERRERO in data 11 settembre 2010
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Matteo RENZI in data 07 settembre 2010
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Nichi VENDOLA in data 07 settembre 2010
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Pier Luigi BERSANI in data 02 settembre 2010
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Pier Luigi BERSANI in data 31 agosto 2010
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Dario FRANCESCHINI in data 30 agosto 2010
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Dario FRANCESCHINI in data 30 agosto 2010
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» "Il Nuovo Ulivo fa sbadigliare è ora di rottamare i nostri dirigenti"
Matteo RENZI in data 29 agosto 2010
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» "Nuovo Ulivo e un'Alleanza democratica per sconfiggere Silvio Berlusconi"
Pier Luigi BERSANI in data 26 agosto 2010
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» Verso il congresso provinciale del PD
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Rosy BINDI in data 24 agosto 2010
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Rosy BINDI in data 11 agosto 2010
"Nuovo Ulivo e un'Alleanza democratica per sconfiggere Silvio Berlusconi"
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(26 agosto 2010) - fonte: www.repubblica.it - inserita il 29 agosto 2010 da 1896
L'Analisi.
Ci si vuole trascinare ad un sistema dove il consenso viene prima delle regole e cioè delle forme e dei limiti della Costituzione; dove si limita l'indipendenza della Magistratura; dove il Parlamento viene composto da nominati; dove il Governo ha il diritto all'impunità e ad una informazione asservita e favorevole; dove si annebbiano i confini fra interesse pubblico e privato.Per l'Italia la scelta non riguarda più solo un governo, ma finalmente una idea di democrazia e di società. La prossima scadenza elettorale, più o meno anticipata che sia, comporterà in ogni caso una scelta di fondo. Tocca al PD innanzitutto, come maggiore forza dell'opposizione, indicare una strada che colleghi efficacemente l'iniziativa di oggi alla sfida radicale e dirimente di domani.
CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE
Rendendoci disponibili oggi ad un governo di transizione non cerchiamo né scorciatoie né ribaltoni. Sfidiamo piuttosto la destra a riconoscere la realtà e ad ammettere l'impossibilità di mandare avanti l'attuale esperienza di governo e ad introdurre correttivi, a cominciare dalla legge elettorale, che consegnino lo scettro ai cittadini, per tornare poi in tempi brevi al voto.SE NON FOSSE POSSIBILE FARE UNA ALLEANZA COSTITUZIONALE
Consideriamo altresì la possibilità che la situazione precipiti verso un vuoto politico e verso elezioni svolte con questa sciagurata legge elettorale, in una situazione economica, sociale e finanziaria di acutissima criticità. In questo caso la nostra proposta avrebbe la stessa ispirazione che oggi ci fa proporre un governo di transizione; una ispirazione cioè che deriva dall'analisi di fondo cui ho accennato. Noi proporremmo un'alleanza democratica per una legislatura costituente. Un'alleanza capace finalmente di sconfiggere una interpretazione populista e distruttiva del bipolarismo, capace di riaffermare i principi costituzionali, di rafforzare le istituzioni rendendo più efficiente una salda democrazia parlamentare (a cominciare da una nuova legge elettorale) e di promuovere un federalismo concepito per unire e non per dividere. Sto parlando di una alleanza che può assumere, nell'emergenza, la forma di un patto politico ed elettorale vero e proprio, o che invece può assumere forme più articolate di convergenza che garantiscano comunque un impegno comune sugli essenziali fondamenti costituzionali e sulle regole del gioco. Una proposta che potrebbe coinvolgere anche forze contrarie al berlusconismo che in un contesto politico normale (come già avviene in Europa) avrebbero un'altra collocazione; una proposta che dovrebbe rivolgersi ad energie esterne ai partiti interessate ad una svolta democratica, civica e morale. Come si vede, questa idea nasce dalla convinzione che la fuoriuscita dal berlusconismo non sia un processo lineare, cioè legato ad una semplice alternanza di governo in un sistema che funziona. Si dovrà uscire, lo ribadisco, da una fase politica e culturale e non solo da un governo, verso una repubblica in cui alternanza e bipolarismo assumano la forma di una vera fisiologia democratica.NEL FRATTEMPO COSTRUIRE UN NUOVO ULIVO
Per dare l'impulso decisivo a questo cruciale passaggio occorre l'impegno univoco, leale, convinto e coeso di tutte le forze progressiste, che sono adesso chiamate a mettersi all'altezza di una responsabilità democratica e nazionale. Ecco allora la proposta di un percorso comune delle forze di centrosinistra interessate ad una piattaforma fatta di lavoro, di civismo, di equità, di innovazione e disponibili ad impegnarsi ad una progressiva semplificazione politica e organizzativa che rafforzi il grande campo del centrosinistra. Un simile percorso dovrebbe lasciarci definitivamente alle spalle l'esperienza dell'Unione e prendere semmai la forma e la coerenza di un nuovo Ulivo. Un nuovo Ulivo in cui i partiti del centro sinistra possano esprimere un progetto univoco di alternativa per l'Italia e per l'Europa e mettersi al servizio di un più vasto movimento di riscossa economica e civile del Paese.IN SINTESI
Dunque, un nuovo Ulivo ed una Alleanza per la democrazia. Su queste proposte il Pd vuole esprimere la sua funzione nazionale e di governo.
Fonte: www.repubblica.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi