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L'Italia di Berlusconi, colonia di Gheddafi.
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(31 agosto 2010) - fonte: Il Fatto Quotidiano - Furio Colombo - inserita il 31 agosto 2010 da 31
Governanti e imprenditori in ginocchio dal dittatore libico. Per accaparrarsi affari e commesse prostituiscono la dignità di un Paese.Il caso Gheddafi è squallido e oscuro. La sua nuova visita a Roma è come l’immagine di un Fellini triste. Un ministro degli Esteri in funzione di maggiordomo riceve e accomoda il circo di uno Zampanò in uniforme inventata seguito da 30 amazzoni armate e da 30 cavalli arabi.
Il dittatore ospite è in grado di ordinare ai suoi camerieri italiani più di 500 donne locali purché, giovani, carine, e disposte a convertirsi pubblicamente all’islam (potenza di un po’ di danaro, qualche conversione avviene).
È vero, tutto ciò accade in una Repubblica in cui da tempo i Servizi segreti indagavano sulla cucina Scavolini del presidente della Camera Fini. Però non serve scherzare.Anche Hitler e Mussolini erano ridicoli agli occhi di Chaplin. Ma il loro danno è stato immenso. Lo è anche questa volta. Certo il danno all’Italia.
Prima il curriculum. Gheddafi spietato in casa e terrorista nel mondo, autore della strage di Lockerbie ha, tra i meriti sinistri che stiamo celebrando, la guerra in Iraq. Una lunga e paziente trafila diplomatica messa in moto con la Lega Araba dai Radicali italiani (esilio senza guerra e senza condoni per Saddam Hussein) era sul punto di riuscire. Ma Gheddafi ha fatto saltare l’ultimo incontro e aperto la strada al massacro. Poi il fatto. Con un trattato militare e politico che lega strettamente l’Italia alla Libia, Gheddafi si impegna a far scomparire i corpi dei migranti intercettati nel deserto (tecnologia militare italiana) o nel mare (motovedette italiane di ultima generazione donate alla Libia) purché non vengano a disturbare, con i loro sbarchi disperati di essere umani in cerca di salvezza e di asilo, gli affari elettorali dei ministri leghisti Bossi e Maroni. Il tutto al costo forfettario, a carico dell’Italia, di cinque miliardi di dollari, nel periodo peggiore della crisi economica.
Infine le domande. Quale protocollo, quale ufficio della Farnesina, procura al dittatore libico travestito più di 500 giovani donne italiane da esibire per la predicazione e la conversione? Chi sono gli imprenditori del baciamano commerciale nella tenda di Gheddafi? E i politici? Per quali affari? Qual è l'ordine del giorno politico e dei colloqui di Berlusconi?
Infine vorrei, in questo momento imbarazzante, reclamare l’estremo tentativo fatto dai deputati radicali e da tre deputati del Pd, di opporsi al trattato libico. Ma un vibrante discorso di D’Alema ha messo tutti in riga. Tranne i nostri pochi voti, l’intero Parlamento italiano ha votato Gheddafi.
Fonte: Il Fatto Quotidiano - Furio Colombo | vai alla pagina » Segnala errori / abusi