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Dichiarazione di Franco MARINI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Walter usa toni da fariseo stop subito o ci prendono per pazzi» - INTERVISTA

  • (17 settembre 2010) - fonte: la Repubblica - Giovanna Casadio - inserita il 17 settembre 2010 da 31

    Ho mandato a quel paese chi mi ha chiesto di firmare»

    L'ex presidente del Senato giudica un pretesto l'argomento dei sondaggi negativi: "Ci sono 500 mila disoccupati in più, 650 mila cassintegrati. Che gli diciamo? Che bisogna tornare al fantasma del Lingotto?"

    "Chi sta provocando tutto questo, spero si senta sulle spalle un macigno... Il Pd è un patrimonio che ci hanno affidato milioni di elettori con le primarie, non certo per vedere i dirigenti colpiti dal morbo di ambizioni sfrenate e di personalismi feroci".

    Franco Marini ha un'età in cui, come ricorda, può permettersi di dire quello che pensa senza giri di parole. Oltre ad averlo sempre fatto, da segretario Cisl, da leader del Ppi, da presidente del Senato. E ritiene, Marini, che le dichiarazioni di Veltroni e compagnia sulla buonafede della loro iniziativa siano "da farisei".

    Senatore Marini, il Pd è dunque in cattive acque nonostante la crisi della destra?

    "Chi ci ha votato alle primarie si aspettava un partito unito, con capacità d'iniziativa, non questo cannibalismo tra gruppi dirigenti. Ci prendono tutti per pazzi. Proprio quando per la prima volta lo schieramento di destra e il governo mostrano una difficoltà straordinaria con una divisione drammatica. Il Pd per i tanti che ci hanno votato, ma anche per alcuni delusi della destra, è una speranza. Invece ecco che oggi, ieri, domani si rivedono le vecchie abitudini".

    Una crisi del partito però c'è o no?

    "La motivazione del documento e della nascita del "movimento" è un pretesto. Quale sarebbe? Che alla fiera dei sondaggi il Pd di Bersani tocca il 26%? Voglio ricordare che il 4 marzo 2009 un sondaggio su Repubblica dava al Pd, uscito dalla segreteria di Veltroni, il 22%".

    Veltroni dice che non sta segando l'albero del Pd, ma lo sta puntellando.

    "Questi "movimentisti" sostengono di aiutare il partito, ma si tratta di buonismo ridicolo. Fariseismo. Mettiamo i piedi per terra. Il Pd si è posto il problema: no alle elezioni a novembre, perché la situazione del paese è critica. Confindustria conferma che la ripresa dell'Italia è più debole di quella di altri paesi; dal 2008 i disoccupati sono cresciuti di 500 mila unità; 650 mila sono i cassintegrati a zero ore. In questa fase l'ultima cosa da toccare sarebbe l'autorevolezza del Pd. Con questo genere di puntelli, ci rompiamo tutte e due le gambe".

    Se però il Pd fa acqua, il segretario-fondatore Veltroni avrà il diritto-dovere di battere un colpo.

    "Chi ha una posizione critica la esprima negli organismi di partito. All'incontro del gruppo che abbiamo avuto a Palazzo Madama, presente Bersani, non ho sentito contestazioni dai "movimentisti". Sono dovuto intervenire io per dire che ci vuole più chiarezza sulla centralità del lavoro; sulla libertà d'informazione accompagnata però al "no" alla gogna mediatica; sugli interventi per le retribuzioni dei lavoratori italiani che sono in coda a quelle europee".

    Cosa non va nel "movimento" annunciato da Veltroni?

    "Il "movimento" è destinato ad entrare in rotta di collisione con il partito. Cosa significa stare dentro e fuori? Un disegno Veltroni ce l'ha anche se non so quale... E poi cosa andiamo a dire a chi perde il lavoro? Che vogliamo tornare al fantasma del Lingotto!".

    Hanno aderito anche gli ex Ppi, tra cui uno dei suoi "pupilli" Beppe Fioroni. La cosiddetta "Areadem", cioè la minoranza, ne esce lacerata?

    "Ammaccata, sì. E sbandata. A Fioroni dico che ha sbagliato. A questo punto, faccio un appello perché non prevalga l'opportunismo dentro il partito, occorre fare chiarezza. Se no siamo fritti".

    Ci arriva intero il Pd alle prossime elezioni?

    "Sì, se segue la strada che indico. È evidente che ci sono limiti anche nella segreteria Bersani, tutti li hanno, ma questa reazione del documento e del "movimento" è spropositata. Va combattuta in modo intransigente, fermo. Non sminuita".

    Proprio tra gli ex ppi alcuni hanno più volte minacciato la scissione. Segno di un forte disagio?

    "Non mi sorprende che mordano il freno. Ma nessuno ha mollato".

    A chi le ha chiesto di firmare il documento cosa ha risposto?

    "Per la verità, me l'ha chiesto uno solo. L'ho mandato a quel paese".

    Fonte: la Repubblica - Giovanna Casadio | vai alla pagina

    Argomenti: attività politica, pd, dirigenti, sondaggi | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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