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Dichiarazione di Andrea CAUSIN
«Berlusconi e questo PD impreparato»
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(20 settembre 2010) - fonte: Il Gazzettino - A.Causin - R.Viola - inserita il 22 settembre 2010 da 31
Gentile Direttore,
ci sono alcuni punti sui quali vorremmo riflettere a margine del documento che con molti altri amici abbiamo offerto alla discussione dentro il PD.Il primo punto è legato alla situazione generale del Paese. L’estate appena trascorsa ha segnato il punto più alto della crisi valoriale e di contenuti del sistema berlusconiano: l’uscita dei finiani, la reazione scomposta in puro stile stalinista del cavaliere hanno accompagnato l’evidente incapacità della destra di dare risposte ai drammatici problemi del paese, caricando anche con la manovra economica di luglio, il peso della crisi sui più deboli, affossando il futuro sviluppo del Paese, sia quello culturale che del mondo del lavoro delle piccole e medie imprese.
A questa crisi certificata dai sondaggi, mai così negativi per la destra, non è corrisposta da parte del PD la capacità di intercettare i voti in uscita dal quel fronte: in un sistema bipolare peraltro questa è l’unica possibilità di garantire reale alternanza di governo. I risultati delle Regionali e i successivi sondaggi ci fermano ad un deludente e non sufficiente 25 %.
Anziché concentrarsi sul perché di questa situazione ci si è attardati a discutere di alleanze ora con l’uno ora con l’altro Partito, senza cercare di offrire una proposta spendibile per un elettorato in cerca di un punto di approdo credibile.
Da qui è nata la seconda considerazione di molti di noi, che vedendo una discussione troppo ripiegata sul tatticismo e visti i risultati negativi contribuisse a dare una visione al PD e con esso al Paese.
Queste cose le abbiamo dette peraltro sempre in questi 3 anni di vita del PD, alla cui nascita quale abbiamo contribuito assieme a moltissimi altri con passione credendo ad un progetto capace di dare risposte nuove e più adeguate ad un Paese che nel frattempo è profondamente cambiato. Pensare al lavoro come un diritto da garantire attraverso un sano sviluppo del sistema economico, a relazioni sindacali moderne e più adeguate ai tempi di una globalizzazione selvaggia che mette in crisi il nostro sistema fatto di piccole e medie imprese, pensare ai cosiddetti piccoli che, specie qui al Nord sono un asse fondamentale della nostra economia, ai quali un Partito come il nostro deve garantire non solo a parole ma nei fatti diritti e dignità vera. Il tutto constatando una drammatica flessione nelle iscrizioni al Partito in molte parti del Paese, l’uscita di molti autorevoli dirigenti (salutata troppo spesso di espressione di sollievo) ci hanno convinto che fosse necessario contribuire al dibattito interno riproponendo concetti e proposte che stanno nel dna fondativo del PD.
E qui arriva la terza e ultima (amara) riflessione.
Siamo stati blanditi in alcuni casi minacciati in altri a non firmare il documento in nome di una unità di facciata che, di fronte alla crisi della destra secondo qualcuno, veniva messa in discussione. Qualcuno altro ha parlato di posizionamenti in vista del mercato delle candidature per le eventuali prossime elezioni politiche.
Il solo fatto di derubricare un documento di idee ad un bega di posti e di potere la dice lunga sulla comprensione e sulla capacità di un partito di confrontarsi con la ricchezza del dibattito e delle originalità al suo interno. Spiace che sia scattato un riflesso quasi pavloviano che spinge autorevoli esponenti e a parlare di autogol e di regalo alla destra e ad alimentare l’idea di gente in cerca di spaccare il PD.
Il regalo alla destra lo si fa non offrendo al Paese un’alternativa spendibile e lasciando i disoccupati, il mondo della scuola, il sistema economico senza un punto di approdo cui affidarsi.Nessuno di noi ha firmato quel documento contro qualcuno.
Scrive Letizia De Torre, Parlamentare del PD che non ha firmato il documento ma che ne ha evidentemente colto il vero significato “Il contenuto del documento deve essere discusso e la chiarezza che si deve fare deve aumentare l’unità, non l'unitarismo, ma l’unità nella diversità degli apporti che è il massimo dell’espressione democratica”.Con questo spirito vorremmo che si aprisse dentro il PD e con il Paese il confronto sulle cose che dice il documento: saremo tutti più forti.
L’alternativa per il PD è il rischio dell’ insignificanza dentro la società e sicuramente condannare il Paese a pagare il prezzo delle politiche di questo Governo.
Rodolfo Viola - Deputato PD
Andrea Causin - Consigliere Regionale Veneto PDDa Repubblica del 16 settembre 2010 Il documento Veltroni- Fioroni-Gentiloni
Fonte: Il Gazzettino - A.Causin - R.Viola | vai alla pagina » Segnala errori / abusi