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Dichiarazione di Sonia ALFANO

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: ALDE) 


 

«Così abbandona i pm. Il Guardasigilli deve chiarire subito» - INTERVISTA

  • (05 ottobre 2010) - fonte: Il Fatto Quotidiano - Marco Lillo - inserita il 05 ottobre 2010 da 31

    “Domani stesso Antonio Di Pietro presenterà un’interrogazione parlamentare per chiedere conto di questa cena degli orrori al ministro della Giustizia Alfano. Chi meglio di lui può rispondere, visto che c’era?”. Sonia Alfano ha appena finito di parlare al telefono con il suo leader ed è un fiume in piena. Tanti anni fa ha fatto la giornalista sulle orme del padre, Beppe Alfano, assassinato dalla mafia nel 1993. E, quando ieri mattina ha saputo da una fonte che preferisce mantenere anonima la storia della cena tra il capo della Procura e un suo (possibile futuro?) indagato eccellente ha subito cercato conferme nei Palazzi palermitani.

    Sonia Alfano, cosa ha saputo di questa cena e perché la ritiene così scandalosa?

    Partiamo dai fatti: sabato sera a Palermo, allo stesso tavolo, da quello che dicono le mie fonti più che affidabili, c’erano il ministro della Giustizia Alfano, il presidente del Senato Schifani, il presidente dell’assemblea regionale Francesco Cascio, il sindaco di Palermo Diego Cammarata, il Prefetto, il Questore, il presidente della Corte d’appello Leonardo Guarnotta e il procuratore capo Messineo.

    Perché la definisce una cena degli orrori?

    È una cena degli orrori e degli errori perché in una città nella quale si indaga sulle infiltrazioni della mafia nella politica erano seduti allo stesso tavolo investigatori e investigati. Diego Cammarata è indagato a Palermo per la vicenda della discarica di Bellolampo e anche Renato Schifani è sotto indagine. A me sembra assurdo che il procuratore capo che dirige l’ufficio che dovrà decidere le sorti di due uomini così potenti si sieda al tavolo con loro.
    E devo dire che anche la presenza del presidente della Corte di appello mi ha lasciato perplessa.

    Proprio Messineo ha smentito che Schifani sia indagato.

    Sappiamo tutti che L’espresso ha confermato e poi da sempre ci sono le smentite rituali per le alte personalità indagate. Comunque, a prescindere dall’iscrizione, la Procura sta indagando sulle sue attività passate e non è possibile vedere una scena del genere. Per di più nella caserma della Guardia di Finanza, proprio la forza che ha indagato fino al 2002 Schifani per concorso esterno in associazione mafiosa, come avete scritto voi del Fatto e potrebbe magari tornare a farlo. E proprio alla presenza del ministro della Giustizia e del presidente della Corte d’Appello, massima autorità del distretto giudicante.
    È una cosa che si commenta da sé. Sono saltati tutti i ruoli.

    Il procuratore capo ha detto che si trattava di un’occasione mondana e che si è parlato per lo più del Papa.

    Ma è proprio questo il punto. Non si fanno cene mondane con gli indagati. L’occasione conviviale fa saltare le barriere tra istituzioni che hanno ruoli diversi. Il procuratore capo e il presidente della Corte d’Appello sono nominati dal Csm e potrebbero domani essere sottoposti al suo giudizio.
    E nel Csm ci sono anche i politici che influenzano le carriere e i procedimenti disciplinari, come insegna il caso De Magistris. A maggior ragione in un momento in cui i politici sono soggetti al giudizio dei pm e dei giudici, i capi degli uffici dovrebbero evitare le situazioni conviviali. Anche perché così espongono i sostituti che indagano.

    Lei vuole accusare il procuratore capo di avere lasciati soli i suoi pm?

    Io dico di più: Messineo ha messo a rischio i suoi sostituti.
    Voglio essere brutale: il messaggio che passa all’esterno è che solo alcuni magistrati come Antonio Ingroia o Antonino Di Matteo sono interessati seriamente a capire se Schifani ha avuto rapporti con i mafiosi. Mentre il loro capo va a cena con il presidente a parlare del Papa. Se Di Matteo e Ingroia fossero eliminati con un procedimento disciplinare o con un trasferimento o con qualcosa di peggio che non voglio pensare nemmeno, i problemi di Schifani sarebbero risolti.
    Questo è un messaggio pericoloso. I pm non devono essere lasciati soli e anche per questo presenteremo l’interrogazione parlamentare.

    Fonte: Il Fatto Quotidiano - Marco Lillo | vai alla pagina

    Argomenti: giustizia, politici indagati, magistratura, discarica, magistrati, prefetto, ministro della Giustizia, questore, Csm, presidente del Senato, mafia sud mezzogiorno, sindaco di Palermo, Corte d’Appello | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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