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Dichiarazione di Massimo CIALENTE
«I soldi per l’emergenza erano già finiti l’anno scorso» - INTERVISTA
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(15 ottobre 2010) - fonte: L'Unità - Maria Grazia Gerina - inserita il 16 ottobre 2010 da 31
«Quando arriveranno i soldi?», domanda concitato il sindaco de l’Aquila Massimo Cialente. Dall’altro capo del telefono, Gaetano Fontana, che da settembre 2009 guida la cabina di regia per la ricostruzione. Il punto è sempre quello. Ossia: i soldi per l’emergenza, finiti da un pezzo, mentre l’emergenza continua, migliaia di aquilani vivono ancora negli alberghi.Da oggi si ritroveranno senza cambio della biancheria e senza pasti…
«È allucinante, già vivere in albergo non è una vacanza, come dice il premier, ci sono dati medici riscontrati, un netto aumento del diabete: adesso tolgono anche biancheria, tovaglioli da bagno e pasti? Chiodi deve chiamare gli albergatori e garantire che entro pochi giorni sarà in grado di pagarli. Anche loro stanno con la corda al collo».
Da quando non vengono pagati?
«Finora hanno ricevuto solo piccole cifre, per il resto sono andati avanti grazie alle banche».
Quando arriveranno i soldi?
«È la questione che ho posto prima di dimettermi da vicecommissario per la ricostruzione. La situazione è questa: i soldi per l’emergenza sono finiti dall’anno scorso. Da allora siamo andati avanti a pezzi e bocconi.
Non avendo soldi per la ricostruzione abbiamo speso quelli dell’emergenza anche per puntellare, demolire e rimuovere le macerie. Ora quei soldi devono essere restituiti all’emergenza. Il decreto del 6 ottobre sulla carta ci ha trasferito circa 80 milioni ma qualcosa si è inceppato a livello burocratico e attendiamo l’autorizzazione della Banca d’Italia».Ma una volta erogati basteranno?
«Dipende da come Chiodi deciderà di distribuirli.
Io, come sindaco, devodare a circa 22mila persone i contributi per la sistemazione autonoma, che non sono erogati da maggio. Sono circa 30 milioni. A cui si aggiungono 28 milioni che ho anticipato per i tre mesi precedenti».E i soldi per la ricostruzione?
«Ci sono 704mila euro e, grazie ai meccanismi di controllo che abbiamo attivato, le spese di ricostruzione de l’Aquila sono molto più basse delle altre zone terremotate,ma abbiamo perso 9 mesi per far partire anche solo i cantieri facili, quelli per rendere di nuovo agibili le abitazioni laddove le strutture hanno tenuto: se tutto va bene, dovremo aspettare la prossima primavera».
Fonte: L'Unità - Maria Grazia Gerina | vai alla pagina » Segnala errori / abusi