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Dichiarazione di Diego BOTTACIN

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) 


 

«Il Pd è diventato un partito di sinistra. È fallito, scelgo Verso Nord»

  • (16 ottobre 2010) - fonte: Corriere del Veneto - Alessandro Zuin - inserita il 16 ottobre 2010 da 31

    Era stato l’ultimo segretario regionale della Margherita, oggi è tra i primi ad abbandonare il Pd, «un partito che ho contribuito a fondare, vincendo le resistenze di coloro che oggi lo comandano - ricorda con un sorriso - ma che ha stravolto il suo progetto originario». Non si può dire che sia una sorpresa: Diego Bottacin, consigliere regionale del centrosinistra, cacciariano con un’anima ambientalista, era entrato in sofferenza da tempo rispetto a un Pd «che è diventato strada facendo un partito di sinistra, orientato a contendere la leadership dell’opposizione a Di Pietro e Vendola». La sua scelta, ora esclusiva dopo alcuni mesi di difficoltosa convivenza, si chiama Verso Nord e si legge terzo polo: «Cioè un raggruppamento moderato e riformatore - spiega -, che è pronto a raccogliere anche la sfida elettorale, se mai in primavera si dovesse votare per il Parlamento, e che di sicuro parteciperà alla prossima tornata amministrativa ». Non a caso, l’esordio avverrà con le Provinciali di Treviso, il territorio di Bottacin. Grandina a ripetizione sul recinto democratico. Ieri è uscito Bottacin, dopo un confronto faccia a faccia con la segretaria regionale Rosanna Filippin, l’altro ieri si era dimesso da vicesegretario Andrea Causin, domani chissà. Bottacin garantisce che «non ho chiesto a nessuno di seguirmi, io ho fatto la mia scelta e non ho l’ambizione di creare cordate». Però c’è la concreta possibilità che lungo la sua stessa strada si incammini a giorni anche Maurizio Fistarol, il senatore bellunese che ha aderito a Verso Nord fin dall’inizio.

    L’aria è elettrica. Il dimissionario Causin, che è rimasto nel partito ma ha utilizzato argomenti non troppo diversi da quelli di Bottacin nel mollare la poltrona di vicesegretario, ci inzuppa il pane: «L’uscita di Bottacin rende il Pd veneto ancora più debole. Oggi magari alcuni dirigenti del partito gioiscono, perché ritengono che il Pd senza Bottacin sia più "puro", ma il loro è un comportamento irresponsabile. Dovrebbero piuttosto interrogarsi a fondo sulle ragioni della sua decisione». A forza di interrogarsi sui dissensi interni, Rosanna Filippin deve prodursi in un rattoppo al giorno. A proposito dell’ormai ex compagno di strada, la segretaria regionale prova a trovare qualche motivo di ottimismo: «Do atto a Bottacin di avere fatto chiarezza sulla sua collocazione individuale. Detto questo, non condivido una virgola del suo giudizio sul Partito Democratico. Ma sono convinta che il suo nuovo percorso, sotto le bandiere di Verso Nord, resterà nettamente alternativo a quello della destra leghista. Perciò il suo e il nostro cammino potranno e dovranno incrociarsi ancora».

    Nell’attesa di quel giorno, Bottacin si accomoderà in consiglio regionale sui banchi, fino a ora vuoti, del gruppo misto: la convivenza con la capogruppo Laura Puppato, già arrivata ai limiti della reciproca sopportazione, d’ora in avanti risulterebbe impossibile. «Ma non è stato questo - chiarisce Bottacin - a spingermi verso l’uscita. Piuttosto, è stata l’analisi dello scenario politico a guidarmi: i due poli, ormai, sono comandati dagli estremismi, Di Pietro dalla nostra parte e la Lega dall’altra. L’idea che è stata alla base degli ultimi 15 anni, e cioè due grandi partiti moderni e plurali che si contendono con proposte politiche concrete il voto moderato, è completamente fallita. E la vittoria degli estremismi rende impossibili le riforme di cui l’Italia ha bisogno».

    Fonte: Corriere del Veneto - Alessandro Zuin | vai alla pagina

    Argomenti: nord est, dimissioni, pd, veneto, terzo polo, dirigenti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 16 ottobre 2010 da 861
    Verso Nord fa freddo. E ci sono gli orsi come Cacciari. E' per quello che gli dico di tagliarsi la barba "get back to reality". Ma se se lui rimane sul Marx appeal e lo preferisce anche al sex appeal, rimane un philosofo e basta, una degenerazione dei ditteri, mosche e tafani, anzi, solo mosche, perchè son quelle che apprezzano di più la merda. E sarebbe bene che passasse qualche volta un odonato e se lo pappasse in volo, ma anche un chirottero , purchè il dittero volasse anche di notte!
  • Inserito il 16 ottobre 2010 da 31
    La libertà di scelta è legittima ed è appunto un fondamento della democrazia. Ma la poltrona in Consiglio bisogna lasciarla libera.

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