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Dichiarazione di Roberto DIPIAZZA
«Trieste città immobile? Falso, ma ora se non c’è più la maggioranza si va a casa» - INTERVISTA
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(31 ottobre 2010) - fonte: Piccolo di Trieste - Maurizio Cattaruzza - inserita il 01 novembre 2010 da 31
Ormai il problema del terzo mandato abortito, è già roba da antiquariato. Ma il sindaco già adesso, in mezzo alla bagarre che si sta scatenando sulla candidatura e in seguito alle lacerazioni che stanno avvenendo nel centrodestra, sostiene che «qualcuno non ha fatto bene i suoi calcoli».Sindaco, l’opposizione ma anche Assindustria e costruttori dicono che in città non si muove foglia.
Trieste sembra una bella addormentata. La macchina comunale sembra colta da una paralisi e intanto l’economia non gira...Tutte storie. Per quanto riguarda il Piano regolatore è bloccata dai ricorsi dei geologi e di un cittadino. La verità è che siamo andati contro le lobby togliendo un milione e 600mila cubi di cemento. Gli ambientalisti, invece, hanno apprezzato il nostro intervento. Il piano traffico vedrà presto la luce. E ricordo che siamo sempre primi per qualità della vita.
Ma da più parti si dice che Dipiazza è andato in pensione prima della scadenza del mandato. In giunta non decidete più nulla...
Cazzate. Lavoro quattordici ore al giorno e ripeto, secondo i sondaggi, la mia popolarità è al top. Ma bisogna tenere conto che è cominciata la battaglia politica per le elezioni e quindi per ottenere più visibilità. Ogni tema è buono per farsi pubblicità: il Burlo, i poveri, gli spedizionieri.
Ma senza una vera maggioranza non si va più da nessuna parte. Ormai litigate su tutto, anche sulla cittadinanza onoraria a Muti e sulla benemerenza alla Hack....
Problemi di maggioranza? Sono accadute alcune cose in questo ultimo anno, come la scissione dei bandelliani. Ma io non sono mai stato attaccato alla poltrona. Se non ci saranno più i numeri vuol dire che andremo a casa. In quattordici anni e mezzo di politica ho cercato di migliorare una cittadina come Muggia e una grande città come Trieste ma il sistema non spetta a me cambiarlo. Ma a chi fa le leggi.
Quante volte negli ultimi tempi ha pensato di dimettersi?
Mai. Non è mia natura mollare, né arrendermi. Mi vedete angosciato o preoccupato? Talvolta sono solo un po’ incazzato. Neanche il futuro mi spaventa. A parte che ho qui il mio lavoro, ma troverò sempre cosa fare. Per la politica sono un valore aggiunto perché ho voglia di fare.
Ma potrebbe mollare prima per fare il presidente del porto?
Neanche questo è un problema, stiamo a vedere. Potrei mettere al servizio la mia esperienza.
Al porto però tiene particolarmente se al suo curriculum ha fatto allegare due pareri legali che attestano che ha i titoli per fare il presidente....
Qualche denigratore diceva che non ho i titoli sufficienti perché non sono laureato. Ho ricoperto vari ruoli in consigli di amministrazione di autoporto, dell’aeroporto, del porto stesso. E poi ho fatto il sindaco con successo per quattordici anni e mezzo. Ho anche una laurea che in politica non tutti ce l’hanno, quella dell’onestà.
Mai condannato, solo un avviso di garanzia per le mense scolastiche. Una questione di cui non mi sono mai occupato direttamente. Quindi passi lunghi e ben distesi...
Quando ho telefonato al ministero per verificare se era indispensabile la laurea si sono messi a ridere per il mio zelo.Già, ma potrebbe essere una preoccupazione inutile se a dicembre viene nominato il commissario per il superporto. Possono convivere questi due ruoli?
Perché parlare di un problema se il problema non c’è? Bisognerebbe appena cambiare la legge. Figurarsi.
A proposito del superporto, inizialmente lei era scettico. Ora ha cambiato idea...
Non cambio idea finchè una cosa non me la spiegano. Adesso ne so un po’ di più e quindi dico che potrebbe essere un ottimo investimento per la città, soprattutto in previsione del raddoppio del canale di Suez e del conseguente aumento del volume dei traffici. Ma attenzione, queste supernavi possono attraccare solo in Porto Nuovo che è adeguatamente attrezzato. Non voglio più polemiche sul Porto Vecchio.
Restiamo pure in porto. Per arrivare alla presidenza dovrà sgomitare con Marina Monassi. Con la famiglia Camber sembra aver un rapporto strano: da una parte sostiene che Piero potrebbe essere un suo degno successore e dall’altra sbarra la strada al senatore Giulio andando contro la Monassi: come si spiega tutto ciò?
Di Piero Camber ho detto che si avvicina all’identikit di quello che secondo me potrebbe essere il prossimo sindaco, tutto lì.
E va bene, ma le sue strategie per la città non sono certo le stesse di Giulio Camber...
Non vedo il problema. Siamo sotto lo stesso tetto, trovo positivo che siano in corsa due componenti della stessa coalizione. Vinceremo in ogni caso... E poi cosa avrebbe bloccato Giulio Camber? Abbiamo fatto il piano regolatore per il porto, la gara per il Porto Vecchio, le concessioni. Non mi pare abbia messo i bastoni tra le ruote.
Diciamo, allora, che i rapporti si sono raffreddati. O no?
No, il rapporto è buono, ci vediamo ogni sei mesi o a casa sua o a casa mia. E operativamente risolviamo tante cose. Funziona.
E Antonione? Cos’ha, il colera che nessuno lo vuole come candidato all’interno del centrodestra?
Forse lo vedono troppo distante, a Roma ha avuto tanti incarichi importanti e ha un carattere complicato. Per il resto tanto di cappello perché è uno che lavora sodo: mi ricordo che quando era presidente della Regione, al mattino veniva ancora qui sopra in via Combi a fare il dentista. Per una persona così ho il massimo rispetto.
Sollevato di non dover fare campagna elettorale?
Il senatore Pittoni della Lega, una persona squisita che sta a Udine, recentemente mi ha detto: ma siamo sicuri che non candidarla sia stata una buona idea?
E le ha fatto venire un dubbio...
Penso che chi ha deciso di non optare per il terzo mandato ha sbagliato. Non ha fatto una buona scelta per la coalizione solo per il timore di favorire Bolzonello a Pordenone.
Non teme che queste elezioni per un centrodestra così spaccato potrebbero tradursi in un bagno di sangue?
Se il centrosinistra sta solo fermo e non fa scemenze può vincere...Il candidato del centrodestra, con il mio appoggio, avrà partita facile contro Cosolini. Ne sono convinto.
Ma a quali candidati garantirà il suo sostegno e a quali no?
Fare nomi ora è inopportuno, li brucerei...
Presenterà comunque una sua Lista?
Sì, è un valore aggiunto per la città. Spazzerà via tutte quelle listine da prefisso telefonico...
Con Menia è nato un nuovo asse politico?
In questi anni è nata un’amicizia forte, fatta a volte anche di scontri. Ma è un rapporto solido che va oltre all’appartenenza politica. Io sono uomo di coalizione, vorrei tirare dentro tutte le anime del centrodestra.
Anche Bandelli?
Bandelli chi?
Centri monomarca, un’occasione persa per la città.
La mia idea era quella di dire sì per l’area Gaslini, per Dino Conti dove c’è Carnelutti e ancora per una terza che ora non ricordo. Ma non tutte sette. Non posso calare sulla città 55mila metri quadrati di nuovi centri, ammazzerei il commercio cittadino. Se vale la regola tutti o nessuno allora dico nessuno.
Trieste ha un mare incantevole, un Carso splendido ma i giovani che escono dall’università hanno poche prospettive di lavoro. Devono emigrare altrove.
Non la penso così, certo il posto fisso, quello a vita, possono scordarselo. Ma siamo sempre la città della scienza che dà lavoro a 7500 persone. Prendete il mio caso, sono venuto da Aiello a lavorare a Trieste e mi è andata bene.
Fonte: Piccolo di Trieste - Maurizio Cattaruzza | vai alla pagina » Segnala errori / abusi