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Dichiarazione di Guido Bertolaso

Alla data della dichiarazione:  Sottosegretario  Presidenza del Consiglio delega Protezione Civile


 

«Ha deciso il premier di non fare Cava Vitiello. Io avevo idee diverse»

  • (03 novembre 2010) - fonte: Il Riformista - Sonia Oranges - inserita il 03 novembre 2010 da 31

    Io avevo idee diverse, dice il capo della Protezione civile sulla mancata apertura di una seconda discarica a Terzigno.Intanto Berlusconi celebra la presunta fine della nuova emergenza: «Tutto risolto».

    «Avevamo preso l’impegno e abbiamo risolto il tutto in pochi giorni»: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, alla festa del motociclo di Rho-Pero, parla anche del suo ultimo «successo», la risoluzione della crisi dei rifiuti napoletani innescata a Terzigno.
    E fa pure l’elenco dei buoni e dei cattivi, il Cavaliere: nella prima lista c’è il suo Governo e «non è giusto accusarlo» per un problema «negativo per noi e per la nostra immagine», problema causato solo ed esclusivamente dai cattivi, «l’azienda municipale di Napoli, dove c’è un’amministrazione di centrosinistra e un sindaco che si chiama Rosa Russo Iervolino».

    Tutto chiaro, tutto cristallino. Berlusconi, instancabilmente, continua a ripetere la sua versione, uguale da quella conferenza stampa a Palazzo Chigi con cui manda a Napoli il sottosegretario dell’emergenza, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso: a Terzigno si protesta perché c’è puzza, e la puzza c’è per colpa dell’Asìa che fa capo al Comune.
    Ergo, è colpa del centrosinistra.

    Peccato, però, che la «soluzione in pochi giorni» sia confinata nella realtà parallela del partito dell’amore.
    Anzi nemmeno più in quello, visto che finanche Bertolaso, sul tema rifiuti, sembra pensarla diversamente dall’inquilino di Palazzo Chigi. «Io avevo idee diverse su quello che bisognava fare su Cava Vitiello - spiega il sottosegretario in un’intervista al Mattino - C’è stata poi la decisione del primo ministro di cancellarla con una nuova legge». La decisione di «risolvere» l’emergenza rifiuti a Napoli, impegnando quegli stessi enti locali (fatta salva la Regione guidata da soli cinque mesi da Stefano Caldoro) che dal “miracolo” del 2008 (ovvero dalla gestione straordinaria dello stesso Bertolaso) nulla hanno fatto per creare un sistema in grado di smaltire l’immondizia della provincia partenopea, è stata tutta del Presidente del Consiglio.
    Contraddicendo le indicazioni date dalla Protezione civile. Bertolaso infatti, nel mezzo della crisi e alla vigilia della prima trasferta napoletana del Cavaliere, mette nero su bianco la pericolosità dell’ennesima emergenza e l’inderogabile necessità di rispettare la legge. Ovvero, mantenere la barra ferma sulle discariche di Terzigno, e anche su quella di Serre, nel Salernitano, una specie di uscita d’emergenza nel peggiore dei casi. Su questa linea, viene sollecitato (seppur) informalmente, un impegno ai parlamentari campani e agli amministratori locali che, seppure a malincuore perché preferirebbero una strategia meno impopolare, sottoscrivono un documento in tal senso, esponendosi in prima persona.

    È con queste garanzie che Bertolaso accetta di tornare a Napoli, non prima di aver battuto i pugni sul tavolo del Consiglio dei Ministri, assente il responsabile dell’Economia Giulio Tremonti (già reo di aver silurato il progetto della Protezione civile spa), per ottenere i soldi necessari a compensare il disagio dei cittadini di Terzigno. Soldi che avrebbero dovuto già essere erogati e sui quali, a tutt’oggi, non c’è alcun impegno da parte del Tesoro.

    È così, senza poter dare molto in cambio ai sindaci in rivolta, che Bertolaso si siede al tavolo prefettizio della protesta di Terzigno. E inverte la rotta. Prima si pensa a un congelamento della discarica, poi si annulla tutto.
    Lo vuole il Cavaliere che forse, semplicemente, deve recuperare un po’ di smalto alla sua immagine. E piuttosto che accontentare Bertolaso (che tanti guai gli crea nei già difficili rapporti con Tremonti) e tutelare chi come Caldoro nell’operazione ci ha messo la faccia, fa di testa sua, preferendo soluzioni come quella della riapertura del sito di stoccaggio di Giugliano, voluta dal presidente della Provincia Luigi Cesaro (fedelissimo dell’intoccabile coordinatore del Pdl in Campania, Nicola Cosentino, il cui nome compare spesso nelle inchieste della magistratura sulle relazioni tra politica e camorra, anche in materia di rifiuti).

    Gli effetti di questa «soluzione in pochi giorni» sono ben diversi dalle favole del partito dell’amore, e parlano di più di duemila tonnellate ammucchiate per le strade del capoluogo da giorni, oltre che degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, ripetutisi anche ieri a Giugliano. Non è un caso se proprio Bertolaso, che dalla prossima settimana sarà in pensione, al termine dell’incontro con cui “riconsegna” agli enti locali la gestione della propria immondizia, precisa: «La vicenda di Taverna del Re non ci appartiene. Personalmente non avrei deciso così. L’amarezza c’è anche perché i rifiuti potevano essere tranquillamente tolti: abbiamo indicato ogni soluzione per evitare di arrivare a questo punto. Ma in fondo in questi anni poteva andare peggio».

    Fonte: Il Riformista - Sonia Oranges | vai alla pagina

    Argomenti: napoli, emergenza, rifiuti campania, protezione civile, Berlusconi Silvio, sindaco di Napoli | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 03 novembre 2010 da 31
    Chi va alla pagina fonte troverà scritto il commento:"Bertolaso sparge veleno". C'è un motivo per cui ora Bertolaso "sparge veleno". Fra una settimana andrà in pensione. Quanto solido, o meglio, a quanti zeri sarà solido il motivo del mega-funzionario-politico-di-Stato?

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