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Dichiarazione di Andrea RONCHI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto)  -  Ministro  Politiche comunitarie (Partito: PdL) 


 

Nucleare, non si può aspettare la quarta generazione

  • (04 novembre 2010) - fonte: www.ilvelino.it - inserita il 04 novembre 2010 da 14114
    Secondo il Pnr elaborato dal ministro Andrea Ronchi il nucleare limiterà la dipendenza da altri Paesi riducendo l’import energetico. “Inoltre – si legge nel documento -, il nucleare fa da ‘scudo’ naturale alle volatilità ed alle tensioni di prezzo imposte dall’esterno, in particolare sui mercati di petrolio e gas, oltre a garantire un’elevata sostenibilità ambientale del kWh nucleare paragonabile a quella degli impianti a fonte rinnovabile eolica in termini di emissioni di anidride carbonica se considerati entrambi sull’intero ciclo di vita degli impianti”. “Se il prezzo del combustibile nucleare (uranio) raddoppiasse, il costo finale del kWh nucleare non ne risentirebbe che per l’8%. Inoltre, va sottolineato il ruolo-chiave della tecnologia nucleare nel diversificare - quindi ridurre i rischi per il futuro – l’approvvigionamento energetico da fonti fossili (greggio ed idrocarburi affini), i Paesi d’origine e le rotte del medesimo approvvigionamento”. “Il nucleare – si legge in una altro passaggio del documento - può affrancare il Paese da un’eventuale futura ondata di speculazione finanziaria sui mercati delle materie prime ed, in particolare, sul gas come avvenne nel 2007-2008”. Secondo il programma per il rilancio nazionale, il ritorno al nucleare migliora la competitività del comparto industriale ed economico riducendo la spesa energetica. Superabili dunque le problematiche della rigidità dell’offerta anche attraverso la regolazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas che la definirà “nel corso del biennio 2011-2012, in modo da poter consentire una contrattualizzazione di medio-lungo termine adeguata per il sostegno degli impianti ad alti costi fissi come quelli elettronucleari”. Benefici anche per industria e terziario con la qualificazione immediata delle aziende che “fa sperare nell’arrivo delle prime commesse fra tre anni al massimo”. “Chiaramente questa opportunità dipende molto dalle tecnologie e dai relativi costruttori che verranno prescelti dagli operatori che si impegneranno nel nucleare, nell’ambito dei requisiti di ammissibilità delle tecnologie che verranno declinati dall’apposita delibera CIPE. In ragione di tali scelte, c’è da attendersi un diverso grado di coinvolgimento delle nostre imprese: in pratica molto dipenderà dalle strategie dei costruttori che potranno prevedere un modello “mainly import”, vale a dire che gran parte delle parti tecnologiche di valore dovranno essere progettate, realizzate ed importate in Italia e che resteranno realizzate in Italia le commesse legate alle parti non di alto valore tecnologico, l’assemblaggio, le opere civili e le parti elettromeccaniche degli impianti, ovvero un modello “country” dove il costruttore tecnologica opera una scelta ben precisa di far eseguire la progettazione di dettaglio, la realizzazione di quasi tutti i componenti nucleari e non, nonché l’assemblaggio nel Paese di installazione degli impianti”. Quanto alle compensazioni – si legge ancora nel Pnr - saranno “a carico delle aziende attive nella realizzazione e nella gestione dell’impianto nucleare (produzione elettrica e Deposito nazionale) e sono corrisposte con diverse modalità alla cittadinanza a valere sulla riduzione della spesa energetica o di altri servizi ed alle Istituzioni locale interessate”. “Il sistema di compensazioni territoriali, poiché è modulato in termini di intensità sui diversi Comuni circostanti il sito nucleare potrebbe, in casi virtuosi, originare una sorta di competizione fra territori vicini, ammesso che essi siano equipollenti dal punto di vista dei requisiti generali di idoneità per l’installazione di nuove centrali elettronucleari, per aggiudicarsi la collocazione degli impianti nella propria giurisdizione. Le compensazioni territoriali, comunque, non riducono in alcun modo le problematiche di installazione sul territorio nazionale dei nuovi siti di produzione elettro-nucleare. Al riguardo occorre che siano risolte nella maniera più seria e garantista possibile e secondo i migliori standard della scienza e della tecnica oggi vigenti le criticità ed i vincoli in materia di localizzazione sul territorio, di opzioni tecnologiche, di impatto ambientale e paesaggistico e di sicurezza
    Fonte: www.ilvelino.it | vai alla pagina
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