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Il penoso elenco di Bobo (Maroni)
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(25 novembre 2010) - fonte: Il Fatto Quotidiano - inserita il 25 novembre 2010 da 31
Un piccolo uomo astioso, che al momento fa il ministro dell’Interno senza saperne il peso e la responsabilità, è entrato con prepotenza nella trasmissione Fazio-Saviano che lui, Maroni, non conosce e non capisce, per elencare i suoi meriti. Lo hanno accolto con imbarazzo e lasciato uscire con imbarazzo perché era evidente a milioni di spettatori l’estraneità, ma anche l’inadeguatezza del personaggio.I meriti vantati (quanti ricercati per reati di mafia stiamo arrestando!) non sono suoi. Chiunque capisce che un importante arresto avvenuto oggi, con una clamorosa operazione delle forze dell’ordine non può che essere il frutto di anni di indagini e di lavoro di polizia giudiziaria.
Solo nelle dittature i ministri degli Interni arrestano. Negli altri Paesi si complimentano. Poiché Maroni in campo tenta penosamente di imitare e allo stesso tempo di contraddire ciò che Saviano sa e dice sulla mafia, l’elenco di Bobo è penoso come il tema dell’alunno che non sa la materia. Sentite: “La mafia si combatte contrastando il suo insediamento territoriale”. La frase è vistosamente e ovviamente priva di senso se si parla del Sud. Se si parla del Nord, è nulla. Come dire “la mafia si contrasta se siamo buoni”. Non una parola, o la prova di sapere le strategie della mafia, diverse in luoghi diversi, e sempre politiche.
Ma ricordiamo un altro punto dell’esibizione di Maroni: “Da oltre due anni colpiamo la criminalità organizzata al cuore…”. Non solo l’affermazione è falsa per l’ovvia e malevola cancellazione del passato (vedi la lunga lista dei giudici assassinati e la data dei delitti, a partire dagli Settanta). Ma lo è per evidenti ragioni logiche. Nessuno liquida in due anni una rete di crimine organizzato mondiale.
Ma il momento di caduta più penoso è la difesa della Lega. Saviano aveva raccontato, con una fonte e un contesto, i segni di contatti, voluti o no, del crimine con la Lega, nella invasione in corso nel Nord. Un ministro che sia persona anche solo di medio calibro direbbe: contate sulla nostra vigilanza in qualunque caso. Non Maroni. Maroni viene in aula travestito da ministro ma fa un comizio leghista. Il ministro dell’Interno dice “no, la Lega mai”. Come se fosse il rappresentante di un partito e il depositario di una verità. Addirittura aggiunge “l’accusa è smentita dalle recenti operazioni fatte contro la ‘ndrangheta”.
Il ministro della Repubblica che rappresenta un solo partito è un fatto nuovo e triste. Maroni è entrato, è uscito e non lascia traccia di sé tranne una conferma clamorosa, benché involontaria di tutte le affermazioni di Saviano.
Fonte: Il Fatto Quotidiano | vai alla pagina » Segnala errori / abusi