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Dichiarazione di Francesco SCALIA

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: PD) 


 

No al Nucleare, sfruttare meglio le rinnovabili

  • (26 novembre 2010) - fonte: www.ultimissime.net - inserita il 30 novembre 2010 da 2313
    “Nella seduta straordinaria del Consiglio Regionale, è stato espresso parere contrario alla collocazione e realizzazione di due reattori nucleari nel territorio della regione Lazio. Un segnale importante per la maggioranza e per tutti coloro che ancora ritengono, come nei disegni del Governo, che il ricorso, o meglio, il ritorno al nucleare possa essere la risposta adeguata alla domanda di energia del Paese”. È quanto dichiara il consigliere regionale Francesco Scalia all’indomani del voto che blocca l’attivazione di centrali nucleari sul territorio del Lazio. “Invece di investire nella ricerca scientifica e di passare ad uno sfruttamento strutturato delle energie da fonti rinnovabili, come nell’ottica della cosiddetta green economy, il centrodestra resta ancorato a programmi di produzione di energia completamente obsoleti, su cui peraltro gravano ancora molte ombre. Il problema dello smaltimento delle scorie, delle riserve di uranio e dei consistenti investimenti per la rimessa in funzione di impianti ormai dismessi sono solo alcuni dei punti interrogativi sul ritorno all’atomo. Puntare sul rinnovabile diventa quindi la prospettiva più seria ed accattivante, anche per i meccanismi di ricaduta sul sistema economico ed occupazionale che un ricorso strutturato a queste fonti di energia può innescare. Lo scorso febbraio – continua Scalia -, il Governo ha dichiarato che i primi lavori per la riattivazione delle centrali nucleari cominceranno nel 2013, mentre l'effettiva produzione di energia elettronucleare è prevista per il 2020, dopo ben 7 anni. L’obiettivo del Governo è quello di coprire con l’energia atomica il 25% del fabbisogno energetico nazionale, di cui l’11-12% attraverso l’attivazione dei primi 4 impianti. L’ENEA, Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile, afferma che il costo medio della costruzione di una centrale nucleare da 1.000 MW è di circa 2 miliardi di euro, e che i tempi di realizzazione, pur variando da paese a paese in base alle normative vigenti, si attestano tra i 10 ed i 14 anni (casi di Inghilterra e Finlandia). Per dare la dimensione del problema dei rifiuti radioattivi, sempre l’ENEA sostiene che ogni anno vengono prodotti oltre 40.000 m3 di rifiuti radioattivi (90 cm3 per persona) nell’UE a 27. Basti un ultimo dato a convincere dell’assurdità del ritorno all’atomo: nel mondo, solo poco più del 2% del consumo energetico globale è soddisfatto dal nucleare, percentuale inferiore anche a quella dei consumi coperti dall’energia idroelettrica. Peraltro, la tecnologia che dalla Francia dovrebbe essere importata in Italia per l’attivazione degli impianti nucleari, non è stata riconosciuta dagli USA. La nostra non è un’opposizione pregiudiziale rispetto alla questione – conclude Scalia -, ma una posizione frutto dell’analisi di costi e benefici che il nucleare può garantire, all’evidenza troppo sbilanciata sul versante dei costi: massima spesa per la minima resa, dunque. Un’eventualità che è bene continuare a contrastare”
    Fonte: www.ultimissime.net | vai alla pagina
    Argomenti: Energia nucleare, fonti rinnovabili, regione Lazio | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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