-
» al Pd: «Nuovo Cln? Essere contro non basta»
Fabio MUSSI in data 25 dicembre 2010
-
» Noi. alleati di Fini. e Udc? È un'allucinazione - INTERVISTA
Giuseppe CIVATI in data 24 dicembre 2010
-
» “Il progetto, poi le alleanze”
Cesare DAMIANO in data 24 dicembre 2010
-
» Franceschini, Terzo Polo per bene Paese
Dario FRANCESCHINI in data 21 dicembre 2010
-
» «Quella di Bersani è una strategia fallimentare» - INTERVISTA
Ignazio Roberto Maria MARINO in data 18 dicembre 2010
-
» Videomessaggio di Franceschini: perchè sì ad un'alleanza tra Pd e terzo polo
Dario FRANCESCHINI in data 18 dicembre 2010
-
» «La sconfitta? Colpa di Walter. Ha scelto lui la sciagura Calearo» - INTERVISTA
Massimo Cacciari in data 16 dicembre 2010
-
» «Linea in crisi, senza programma democratici subalterni al terzo polo» - INTERVISTA
Sergio CHIAMPARINO in data 16 dicembre 2010
-
» «Ieri in quell' aula scene di-sgu-sto-se» - INTERVISTA
Giorgio LA MALFA in data 15 dicembre 2010
-
» Presidente Berlusconi, eviti di "irritare" ancora di più le vittime del terremoto.
Anna FINOCCHIARO in data 14 dicembre 2010
-
» «Credo nel terzo polo» - INTERVISTA
Enrico BOSELLI in data 10 dicembre 2010
-
» «Gerações serão perdidas se Berlusconi não for derrotado, diz aspirante da esquerda ao governo da Itália» - INTERVISTA [trad. dal brasiliano]
Nichi VENDOLA in data 10 dicembre 2010
-
» Governo di larghe intese. Due anni per rilanciare l'economia - INTERVISTA
Francesco RUTELLI in data 06 dicembre 2010
-
» Un governo con chi ci sta. Via il premier, l’instabilità colpa sua.
Pier Luigi BERSANI in data 06 dicembre 2010
-
» «Possibile bis del Cavaliere ma deve dimettersi entro il 14 dicembre» - INTERVISTA
Italo BOCCHINO in data 06 dicembre 2010
-
» «Non lascio il posto ai maneggioni della politica»
Silvio BERLUSCONI in data 06 dicembre 2010
-
» Franceschini: Non ribaltone ma responsabilità nazionale
Dario FRANCESCHINI in data 06 dicembre 2010
-
» Franceschini a Como:crisi di governo, economia e nuove alleanze
Dario FRANCESCHINI in data 05 dicembre 2010
-
» Casini: governo armistizio, nome da Pdl
Pier Ferdinando CASINI in data 05 dicembre 2010
-
» Ce ne freghiamo delle prerogative del Presidente della Repubblica
Denis VERDINI in data 04 dicembre 2010
-
» «Il Pd non può avere nostalgia del Pci. Se entra Vendola, il partito è finito» - INTERVISTA
Franco MARINI in data 02 dicembre 2010
-
» «Ce n'è abbastanza per mollare Lombardo» - INTERVISTA
Vincenzo BIANCO in data 25 novembre 2010
-
» «No al voto. Un altro esecutivo anche senza il premier» - INTERVISTA
Beppe PISANU in data 24 novembre 2010
-
» «Ecco come possiamo battere Berlusconi» - INTERVISTA
Pier Luigi BERSANI in data 24 novembre 2010
-
» «Momento grave ci vuole un governo aperto anche al Pdl» - INTERVISTA
Massimo D'ALEMA in data 24 novembre 2010
-
» «Il simbolo del Pdl? Silvio non può usarlo»
Italo BOCCHINO in data 22 novembre 2010
-
» «La Sicilia insegna: si può andare avanti anche senza il Pdl» - INTERVISTA
Raffaele LOMBARDO in data 16 novembre 2010
Dichiarazione di Francesco RUTELLI
Governo di larghe intese. Due anni per rilanciare l'economia - INTERVISTA
-
(06 dicembre 2010) - fonte: Corriere della Sera - Roberto Zuccolini - inserita il 06 dicembre 2010 da 2313
Francesco Rutelli, il premier Silvio Berlusconi ha definito lei, Casini e Fini, «maneggioni della vecchia politica».Il leader dell'Api (Alleanza per l'Italia), alleato di Udc e Fli, risponde al veleno con il veleno: «Non mi interessano queste polemiche. Se poi vengono da un governo che passa dal caso Verdini a quello Cosentino, alle preoccupazioni americane sulle forniture energetiche russe...».
Scambio di accuse a parte, che cosa succederà il 14 dicembre?
«Berlusconi cerca di avere almeno un voto in più, ma è evidente che, se anche ciò avvenisse, non basterebbe per governare il Paese. Due anni fa il governo Prodi non cadde per la defezione di alcuni senatori, ma per motivi politici: l'Unione era scoppiata. Oggi accade lo stesso, perché la crisi è già in atto ed è provocata dalla rottura tra Fini e Berlusconi: quella maggioranza non c'è più, si è chiusa un'epoca».
Se sarà crisi di governo e non si dovesse andare al voto, come si comporterà il Terzo Polo?
«La via maestra è la creazione di una larga maggioranza: sarebbe inconcepibile affrontare l'attuale, grave, crisi economica con un governicchio. Ci vuole un esecutivo di larga convergenza che faccia scelte coraggiose per la crescita dell'economia. Ormai è sotto gli occhi di tutti: la mezza mela di destra ha fallito, come anche quella di sinistra. E domani saranno più deboli di ieri. La missione del Nuovo polo è quella di creare un nuovo equilibrio».
Ma con chi dovrebbe allearsi il Terzo o, come dice lei, «Nuovo polo», per dare vita a questo governo di «larghe convergenze»?
«Bisognerà costituire una maggioranza più larga possibile, che a destra dovrà coinvolgere il Pdl e fare i conti con la Lega, cioè con l'attuale maggioranza, e a sinistra il Pd. Con Di Pietro sarà più difficile perché non è interessato a soluzioni costruttive: è l'altra faccia del populismo».
Si dovrà occupare solo di economia o anche di legge elettorale?
«La legge elettorale resta sullo sfondo perché è a tutti evidente l'assurdità di un sistema che offre il premio di maggioranza, il 55% dei seggi, a coalizioni che ormai viaggiano sotto il 40% dei voti. Non succede neppure in Birmania. La vera emergenza italiana è la stagnazione economica e la crisi del lavoro. È su questo che si dovranno concentrare gli sforzi del nuovo governo che, speriamo, abbia i prossimi due anni per approvare quelle riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno e che né questo governo, né quello dell'Unione è riuscito a fare. Una cosa comunque è certa: il Nuovo polo non sarà, come dicono alcuni, "il partito della spesa". Anzi, il nostro obiettivo sarà quello di dare stabilità ai conti e ricostituire l'avanzo primario».
Ma chi dovrà guidare il governo delle «larghe convergenze»? Anche lo stesso Berlusconi?
«Io non l'ho mai votato per 16 anni. Le pare che possa votarlo adesso? Ci sono almeno cinque personalità in grado di farlo, ma è presto per fare nomi e chi decide è il presidente della Repubblica».
Chi sarà il leader del Nuovo polo: lei, Fini, Casini o, magari, un «papa straniero»?
«È prematuro parlare di leadership, noi tre ci stimavamo già prima, oggi abbiamo una bella intesa, non ci divideremo».
Ma se si andrà invece a votare dovrete porvi il problema.
«Certo. Ma una cosa è sicura. Anche se non si cambierà la legge elettorale saremo comunque determinanti. I sondaggi già parlano del 20% e ciò vuol dire che chiunque vincerà alla Camera, con il premio di maggioranza, al Senato dovrà fare i conti con noi. In altre parole: se non sarà possibile creare da oggi un nuovo governo di larga maggioranza, come noi auspichiamo, si perderà solo del tempo prezioso per l'Italia perché si sarà costretti comunque a farlo dopo le elezioni, dato che nessuno prevarrà a Palazzo Madama. E, intanto, l'Api sta crescendo: è nata appena un anno fa e oggi già conta 1.200 eletti nelle amministrazioni locali. Raccoglierà presto altri 5 consiglieri regionali. Più che sui deputati in cerca di conferma, puntiamo su molti giovani che, controcorrente, si riavvicinano alla politica: li raduneremo a Siena all'inizio di gennaio».
Fonte: Corriere della Sera - Roberto Zuccolini | vai alla pagina » Segnala errori / abusi