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Un Governo clinicamente morto
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(14 dicembre 2010) - fonte: partitodemocratico.it - inserita il 15 dicembre 2010 da 31
Al governo 314 voti, 311 per la sfiducia, 2 gli astenuti. «Scandalosa compravendita di voti. Il Paese è disgustato».
«Ma non cambia nulla il Governo non ce la fa. La crisi politica esce drammatizzata».Cosi' il segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta la fiducia ottenuta dal Governo, per poi rivendicare l'impegno del Pd per tentare di farlo cadere: «Abbiamo ottenuto il massimo in questo momento, è un governo clinicamente morto». Il leader Pd respinge anche ipotetiche accuse di aver sbagliato a dialogare con Fini e Casini: «Non vedo lo sbaglio, la maggioranza aveva 60-70 voti di vantaggio e ora ne ha solo tre. Questo governo non può governare e credo che lo sappiano anche loro. Non hanno governato con 100 voti, non penso riescano con tre».
Berlusconi infatti ha iniziato la legislatura con 340 deputati contro 239 dell'opposizione alla Camera, oggi la situazione è molto diversa.
«Mi pare si sia visto che in un'opposizione che si allarga la centralità del Pd viene fuori. Abbiamo avuto un atteggiamento compatto, univoco e serio e lo terremo nelle prossime settimane - spiega Bersani al termine della riunione dei democratici - dopo la fiducia dal governo, il Pd non si divide perché noi discutiamo all'aperto ma nei momenti seri siamo uniti. Loro invece hanno dato una pessima prova, il Paese è disgustato».
E adesso il PD fronteggerà «l'esecutivo Scilipoti-Razzi». Ironizza Pier Luigi Bersani sull'esito del voto di fiducia. Poi si fa serio: c'è stato «un restringimento della base del governo, un allargamento delle opposizioni e una rinnovata centralità del Pd». Al governo i Democratici promettono «un'opposizione dura. E la maggioranza dovrà abituarsi a venire in Parlamento, anche Berlusconi che ci è venuto così poco dova venire e avere la pazienza di ascoltare».
«Deve andare a casa - dice il segretario dopo una riunione dei dirigenti Pd - era vero ieri, è ancora più vero oggi. Berlusconi è totalmente irresponsabile a cercare tattiche di sopravvivenza con la crisi economica e i problemi che ha il Paese. Se ne deve andare. Comunque Berlusconi si ricordi che non esiste solo lui: c'è una Costituzione e c'è un presidente della Repubblica, e soprattutto c'è un Parlamento dove non ha più la maggioranza assoluta e non dà garanzie di governabilità».
Per questo Bersani chiede al governo di dimettersi, mentre boccia la possibilità che si torni a votare, come chiede la Lega: «L'idea di tornare al voto su Berlusconi sì - Berlusconi no, è da irresponsabili.
Hanno una maggioranza risicatissima, presumo che vogliamo governare, ci provino, noi facciamo un'opposizione ferma, abbiamo dimostrato che sappiamo fare opposizione. Se il governo non è in grado di governare, come diciamo noi, non si può comunque buttare via il concetto di responsabilità. Del voto non abbiamo paura, ma se si arriva a votare sarà per il fallimento di Berlusconi, non perché lo chiediamo noi, le cose su questo si devono chiarire».Stop anche alla richiesta di dimissioni di Gianfranco Fini dalla presidenza della Camera, con cui «il Pdl dimostra il suo profilo istituzionale. La carica del presidente della Camera non è a disposizione». Per noi rimane fermissima la posizione che il paese ha bisogno di una transizione, lo sanno anche loro - dice Bersani riferendosi alla maggioranza - che così non possono governare. C'è una palese impossibilità a governare e dare risposte al Paese in un momento di gravissima tensione e di delicata situazione economica. Evidentemente si è verificata una vicenda totalmente scandalosa di compravendita di voti, che consegna al Paese un governo più debole e un'opposizione più ampia.
Bersani intervenendo in aula alla Camera avvisava il premier: «Noi siamo tranquillissimi perché comunque vada oggi per voi sarà una sconfitta, sarà una vittoria di Pirro.
Lei, presidente non è più in grado di governare e con un voto in più insegue l'instabilità pilotata per guidare la macchina verso le elezioni. Siamo davanti ad un voto incerto, la conta è mobile, certe botteghe non chiudono mai, sono aperte h 24 anche in questi minuti». Poi ha ricordato che oggi «moderato è chi mantiene la famiglia con 1000€ e non chi porta i capitali all'estero o difende chi infrange le quote latte».
Fonte: partitodemocratico.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi