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Dichiarazione di Sergio CHIAMPARINO

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Torino (TO) (Partito: PD) 


 

«Linea in crisi, senza programma democratici subalterni al terzo polo» - INTERVISTA

  • (16 dicembre 2010) - fonte: IL Mattino - Teresa Bartoli - inserita il 17 dicembre 2010 da 4110

    Il nostro leader ritrovi la vocazione maggioritaria solo così potrà sfidare Berlusconi.

    «Il Pd maggioritario di Veltroni e quello delle alleanze di D'Alema dovrebbero capire che sono le due metà della stessa noce: senza la capacità di parlare al paese non sei neanche forte per stringere alleanze»: Sergio Chiamparino chiede al Pd di cambiar strada. Il sindaco di Torino avverte: Bersani può essere lo sfidante di Berlusconi «a condizione che sappia farlo».

    Come dice Bersani, la linea non cambia: avanti con Udc e Fli?

    «Se significa che non bisogna farsi attirare dal gorgo dell'alleanza con Di Pietro e pezzi della sinistra, sono d'accordo. Ma non si può non vedere come la linea del rapporto con il terzo polo sia quanto meno in sofferenza».

    Per Bersani Berlusconi ha ottenuto una vittoria di Pirro mentre l'opposizione è cresciuta.

    «Ha ragione, quella di Berlusconi è una vittoria numerica. Ma è un dato numerico anche quello dell'opposizione. Politicamente, sono due sconfitte».

    Perché anche per l'opposizione?

    «Uno dei punti emersi con nitidezza è che, al di là delle compravendite individuali, mancava una sufficiente chiarezza politico programmatica che facesse pensare, in caso di elezioni, alla possibilità di una aggregazione vincente. E non si può ignorare che, sia Fini sia Casini, hanno piantato paletti molto solidi per chiarire che la loro partita si gioca nel centrodestra».

    Come può allora il Pd costruire uno schieramento vincente?

    «Mentre la sinistra che cerca un richiamo identitario vede in Vendola un punto di riferimento, chi guarda ad un soggetto che possa offrire un progetto credibile per la maggioranza del paese non trova risposta. Il Pd maggioritario di Veltroni e quello delle alleanze di D'Alema dovrebbero capire che sono le due metà della stessa noce: senza la capacità di offrire al paese un programma non sei neanche forte per stringere alleanze».

    Partire dal cosa e non dal con chi?

    «Si dice "non c'è alternativa senza il Pd": è vero ma è aritmetica, non politica, e tradisce una subalternità di fatto. È la traduzione per il XXI secolo del "non c'è lotta non c'è conquista senza il grande partito comunista". Non possiamo correre dietro a tutti. Andiamo da Fiom, Uil, Confindustria a fare il tifo per quel che dicono, non a proporci. Scommetto che su Marchionne finirà come per la scala mobile nell'84: tra dieci anni ci sarà chi dirà che "aveva ragione chi diceva"... Ma fra dieci anni saremo tutti politicamente morti».

    Perché l'Udc dovrebbe allearsi con il Pd?

    «Io penso che l'Udc abbia molte più carte da giocare nel centrodestra. Quindi per creare un'alleanza stabile bisognerebbe esser molto più forti. Sono convinto che oggi un partito che presentasse al paese una ricetta per tornare a crescere, avrebbe davanti una prateria. Allora sì che una forza come l'Udc potrebbe considerare conveniente l'alleanza e vincere difficoltà che però non vanne dimenticate: è pensabile per un partito a vocazione maggioritaria non porsi problemi eticamente sensibili come le coppie di fatto o il fine vita?».

    II Pd può fare a meno del rapporto con Vendola?

    «Vendola fa la sua narrazione muovendo da fondamenti identitari della sinistra, con intuizioni moderne per esempio sul ruolo della persona. Noi dovremmo farlo da presupposti diversi: se scavi, sotto la narrazione di Vendola c'è un discorso di redistribuzione delle risorse e non di crescita delle forze produttive».

    Ma Vendola, per il Pd, è un avversario o un alleato?

    «Un potenziale alleato se sapremo reggere il timone di una proposta forte e maggioritaria».

    Bersani è il leader giusto per costruirla e battere Berlusconi?

    «Non ne faccio una questione di leadership. Lo può essere, a condizione che costruisca quella piattaforma che parli al paese. Per capirci, non Varese: quando di un'assemblea nessuno ricorda che c'è stata non ha lasciato molto...».

    Le elezioni sono vicine, c'è tempo?

    «Diciamocelo, in una situazione normale, di fronte ad una non maggioranza di tre voti, l'opposizione chiederebbe di andare a votare. Tutto questo naturalmente accelera l'esigenza di definire quel profilo di forza maggioritaria.
    Ci provi l'attuale gruppo dirigente ma non nascondiamoci dietro al dito di dire che questo c'è».

    Fonte: IL Mattino - Teresa Bartoli | vai alla pagina

    Argomenti: alleanze, udc, pd, opposizione, Vendola, terzo polo, alternativa politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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