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Dichiarazione di Luigi de MAGISTRIS

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: ALDE) 


 

Ecco il piano autoritario del Governo

  • (21 dicembre 2010) - fonte: Il Manifesto - inserita il 24 dicembre 2010 da 31

    Quale sarà la prossima mossa del Governo per accelerare la realizzazione del piano di rinascita autoritario che sta consolidando nel Paese? A che cosa stanno pensando – su mandato di Silvio Berlusconi e dei poteri occulti e meno occulti dei quali è espressione e garante – i ministri degli interni, della difesa e della giustizia con il supporto dell’esecutivo e di pezzi delle istituzioni?

    In primo luogo, devono scongiurare che importanti indagini della magistratura in svolgimento individuino la rete piduista che governa, di fatto, parte del Paese. Il popolo non deve sapere che cricche corrotte e in parte mafiose stanno governando e mortificando le istituzioni. La conoscenza dei fatti produce pensiero libero che potrebbe divenire critico e, quindi, dissenso.

    In secondo luogo, devono fare in modo che ogni questione democratica diventi questione di ordine pubblico. L’ansia di insicurezza sociale – radicalizzata dai media controllati dal regime – per considerare l’immigrazione come questione che attiene alla sicurezza nazionale e all’ordine pubblico. Questo serve per acquisire consenso sociale presso quella parte del Paese che ha paura e che si piega su posizioni egoiste.

    La questione del lavoro e del rapporto con il capitale, il conflitto sociale e la lotta di classe degli operai, va inquadrata come preludio di infiltrazioni estremistiche tra i lavoratori. La manifestazione della FIOM e le posizioni della CGIL come radicalizzazione del conflitto che genera mostri e, quindi, presentare la piazza come luogo pericoloso.

    Le lotte del popolo abruzzese e dei cittadini campani – distrutti dalle pratiche emergenziali con le quali le cricche gestiscono le calamità naturali e le emergenze ambientali – devono essere represse con i manganelli. Le manifestazioni degli artisti e del mondo della cultura colpite con la repressione. L’arresto della cultura che viene anche uccisa con la privazione di risorse. La cultura è pericolosa per il piano piduista, la gente non deve pensare, si deve omologare, deve essere conformista e seguire la strada del pensiero unico.

    Le lotte degli studenti – anche di professori e ricercatori – devono essere fermate, oggi come a Napoli e Genova nel 2001. Alle forze dell’ordine si ordina di sgomberare scuole e università. Arresti e fermi di giovani in vorticoso aumento. Devono scongiurare la crescita del movimento studentesco e magari la sua saldatura con le lotte dei lavoratori, operai in primis. Il raccordo con i precari e i disoccupati, la contaminazione tra coloro che hanno capito e si vogliono ribellare a un regime classista che sta uccidendo la democrazia.

    Il regime sta pensando di passare a un’altra fase. Non è più sufficiente l’utilizzo del solo potere disciplinare per piegare chi si oppone legittimamente agli abusi del potere; non basta più l’utilizzo illegale delle norme per piegare servitori dello Stato e dissidenti. Non basta più la violenza morale e della carta da bollo.

    Stiamo passando alla strategia della tensione, seppur in una fase ancora embrionale. Devono dimostrare che il dissenso è esercitato in forme criminali e che le lotte sono condotte in modo violento, da parte di sovversivi. L’obiettivo è quello di ribaltare la verità – della normale devianza – nascondere che i veri eversori dell’ordine costituzionale sono proprio i governanti.

    Stanno preparando il terreno per presentare provvedimenti normativi di urgenza che diano poteri speciali, consolidino lo stato di eccezione già sperimentato a L’Aquila, sospendano diritti costituzionali insopprimibili in modo democratico. Bisogna tenere gli occhi spalancati; conosciamo la tenuta democratica della stragrande maggioranza delle forze dell’ordine che eviteranno di essere utilizzate quale strumento per abbattere la democrazia.

    Ma non basta. Stanno lavorando per costruire uno stato d’eccezione, consegnare poteri speciali alle forze dell’ordine e agli apparati di sicurezza, sospendere diritti, limitare il diritto di associarsi e manifestare. Utilizzano il pretesto della violenza che mette a rischio il Paese. Hanno paura, vogliono solo difendere il loro potere istituzionale, politico ed economico.

    Stiamo entrando nella fase più pericolosa, tenuto conto anche dell’instabilità del quadro politico. Chi lotta per i diritti, per la Costituzione e per la democrazia possiede la ragione delle idee e il plusvalore della passione. Si deve isolare ogni forma di violenza fisica per evitare che venga utilizzata dal Governo per approvare decreti legge – sui quali stanno ragionando - che sospendano diritti democratici, si deve vigilare sulle infiltrazioni di pezzi deviati delle istituzioni e realizzare l’unità del centro-sinistra e manifestazioni di massa che tengano lontani gli strateghi della tensione che lavorano per dividere il fronte democratico, consolidare la borghesia mafiosa e narcotizzare il popolo.

    Fonte: Il Manifesto | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, repressione, l'aquila, università, ordine pubblico, potere, forze dell'ordine, diritti costituzionali, dissenso, autoritarismo, manifestazioni, lotta al precariato, tensioni sociali, immigrazione; sanzioni, operai, regime, collusione, capitale, cricca, mafie, diritto di manifestare | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 24 dicembre 2010 da 31
    De Magistris, bene parlare di lotta di classe degli operai e dei poteri occulti. Ma parlaci anche degli aumenti di stipendio degli eurodeputati. Quel meccanismo è perverso, crisi o non crisi. Cosa sta facendo l'Europarlamento oltre a fare gli inchini a Inghilterra e Germania? Cosa sta facendo quel Parlamento contro i crescenti interessi speculativi delle banche agganciate alla B.C.E.?

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