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«Ora toni bassi. Mi preoccupa questo clima di guerra» - INTERVISTA
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(30 dicembre 2010) - fonte: Corriere della Sera - Dino Martirano - inserita il 30 dicembre 2010 da 31
«L'accordo andava fatto. Sull'auto, in Italia, siamo in grande difficoltà e non ci possiamo permettere di perdere migliaia di posti di lavoro. Ma dico anche che su queste vertenze così delicate i toni dovrebbero rimanere sempre bassi».Franco Marini, già leader storico della Cisl ed ex presidente del Senato, parla di un «clima di guerra» intorno ai contratti Fiat che non fa bene al Paese.
E spiega «Per le difficoltà in cui vive l'Italia e per la necessità di difendere il lavoro come fatto prioritario — dopo 10 anni di tentativi, dopo i risultati della commissione Giugni insediata da Prodi nel '97 -che raccomandava di portare la contrattazione dentro il posto di lavoro — capisco perfettamente che ci sia stata una determinazione per arrivare comunque a un'intesa. E' stato necessario perché a un minor livello di produttività corrispondono salari più bassi e, dunque, una contrazione della domanda interna che poi alimenta la crisi».Presidente, la Fiom ha proclamato lo sciopero generale mentre la Fiat conferma: le sigle ché non firmano il contratto non avranno rappresentanza sindacale in fabbrica.
«Su questo vorrei ricordare che c'è l'articolo 14 dello statuto dei lavoratori: hanno diritto di costituire associazioni sindacali aziendali e aderirvi tutti i lavoratori dell'azienda. Quindi, in assoluto, la cancellazione non c'è perché anche chi non firma i contratti ha diritto alle sue associazioni. Naturalmente, il contratto può prevedere, dopo il ritocco fatto dal referendum all'articolo 19, tutele ed esercizio di diritti sindacali maggiori o specifici per le organizzazioni che firmano e che dimostrano di avere la maggioranza».
Perché denuncia i toni esasperati?
Io penso che bisogna stare sui problemi. E sono preoccupato che non riprenda il dialogo tra le grandi confederazioni. Tuttavia — dopo aver letto le interviste della Camusso e di Bonanni e poi quella di Angeletti — credo di vedere uno spiraglio e per questo rifiuto il clima di guerra che si cerca di creare intorno alla vertenza. Tutte le persone responsabili che hanno a cuore il ruolo fondamentale del sindacato devono ripartire da quell'accordo sulla rappresentanza, e in qualche modo sulle regole della contrattazione, che le confederazioni, Cgil compresa, hanno condiviso nel 2008 e che è rimasto lettera morta».
La lacerazione sindacale quanto inciderà su un quadro politico già fibrillato?
«Non mi pare che il clima politico sia così stabile e tranquillo da poter assorbire anche una rottura sociale di queste dimensioni. Abbiamo una grande difficoltà della politica: il mio desiderio, dopo aver detto cose molto chiare sul merito, sarebbe quello di vedere una ripresa del dialogo che possa aiutare a sdrammatizzare la situazione politica invece di aggravarla».
Nel Pd Fassino, Chiamparino, Fioroni si sono espressi a favore dell'accordo. Mentre altri nel partito remano contro.
Il Pd, naturalmente, soffre e risente di questa situazione di scontro tra organizzazioni sindacali. Però io vedo un partito largamente consapevole: fermi su questi temi non si può stare perché l'unica strada è quella della ripresa del dialogo».
Nichi Vendola avverte i democratici: «La questione Fiat sarà dirimente per la creazione di una coalizione di centrosinistra».
«Non vedo come Vendola, che pure stimiamo come presidente di Regione, possa porre quasi tutti i giorni condizioni al Pd per la costruzione dell'alternativa di centrosinistra.
Vendola si arroga un diritto che, sinceramente, non riesco a connotare in termini così scontati».Presidente, teme che in fabbrica torni un clima cupo come in anni da dimenticare?
«Non credo che siamo a quel punto. Ma è pure vero che senza una difesa dell'occupazione la situazione sociale non può migliorare».
Fonte: Corriere della Sera - Dino Martirano | vai alla pagina » Segnala errori / abusi