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Dichiarazione di Sergio Gaetano COFFERATI

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: S&D) 


 

«Innovazione Fiat? Vuole solo sfruttare di più gli operai» - INTERVISTA

  • (04 gennaio 2011) - fonte: l'Unita' - Gianola Rinaldo - inserita il 05 gennaio 2011 da 31

    Sergio Cofferati ha espresso una critica severa al patto di Mirafiori dopo aver bocciato all'epoca l'accordo di Pomigliano.

    Cofferati, in quale veste esprime la sua opposizione al piano Fiat?

    «Sono nettamente contrario in tutte le vesti possibili: come iscritto alla Cgil, come iscritto al pd, come parlamentare europeo. È giusto quando si hanno opinioni divergenti da quelle dei gruppi dirigenti del partito e dell'organizzazione non nasconderle ma esplicitarle».

    Lei afferma che la Fiom non può firmare nemmeno "tecnicamente" il patto di Mirafiori. Perchè?

    «Il problema non si pone, la questione della firma è surreale. La Fiom non può firmare, glielo vieta lo statuto della Cgil. La delibera numero 4 attuativa dello statuto Cgil vieta all'organizzazione di presentare piattaforme o firmare accordi nei quali siano contenute lesioni ai diritti contrattuali o di legge come è nei casi di Pomigliano e Mirafiori».

    Marchionne dice che se vincono i no, la Fiat non investe. Come se ne esce?

    «La situazione è molto difficile, i problemi sono gravi e rilevantissimi. La questione oggi è politica: Marchionne ha un atteggiamento inaccettabile. Nega il confronto e la dialettica sui luoghi di lavoro, e devo dire che non è molto rispettoso di quelle organizzazioni che hanno firmato quando mette in dubbio che non siano maggioritarie in fabbrica. Il caso Fiat è politico perchè è lo spartiacque tra lavoratori e impresa, nella cultura del lavoro e nei diritti».

    Ma Marchionne affascina anche i suoi colleghi del pd, c'è chi suggerisce di votare sì.

    «Vuol dire che la sinistra è cambiata molto, in profondità. Sono sorpreso da certe dichiarazioni, da chi vede una "parte buona" in questo accordo. Ma dove? Agli operai di Mirafiori si promettono 30 euro lordi al mese perchè aumenta il loro sfruttamento. Si impone agli operai di lavorare di più, anche il sabato notte, con lo straordinario obbligatorio e il modesto aumento, una miseria, deriva dalle regole dei turni, non c'è altro. La Fiat punta solo ad aumentare lo sfruttamento. La politica, le istituzioni dovrebbero chiedere conto alla Fiat del piano industriale, ma Marchionne non vuole dare i dettagli. Le sue affermazioni sono gravissime e non vengono contestate.
    Marchionne non si permetterebbe questo comportamento arrogante negli Stati Uniti».

    Cosa c'è di diverso negli Usa?

    «L'atteggiamento delle istituzioni. Marchionne non si è permesso di dire a Obama "non ti dico cosa voglio fare della Chrysler", ha avuto aiuti sulla base di ipotesi discusse e condivise con l'amministrazione Usa».

    In Italia, invece?

    «In Italia Marchionne dice: faccio quello che voglio. Le istituzioni devono farsi carico delle conseguenze delle scelte Fiat. Tocca alle istituzioni occuparsi di Termini Imerese dopo che la Fiat ha incassato tutti gli incentivi possibili, dopo aver chiesto soldi, rottamazione, cassa integrazione. Quando una fabbrica non serve più la Fiat se ne libera, scarica le conseguenze sulla comunità, dà uno schiaffo alle istituzioni».

    Ma la Fiat chiede una nuova organizzazione del lavoro per investire e recuperare competitività.

    «La Fiat ha un modello di competizione che passa dalla sistematica, esclusiva riduzione dei costi. Non ci sono ricerca, innovazione, conoscenza sui prodotti e sui modelli organizzativi del lavoro. Chi nel pd e nel sindacato aveva sostenuto che l'accordo di Pomigliano andava firmato perchè era un'eccezione dovrebbe leggersi il documento di Mirafiori e riflettere. E dovrebbe confrontare la strategia Fiat con il documento di Lisbona 2000 e col piano europeo di sviluppo 2020: il modello Marchionne va contro le politiche europee sostenute dalla sinistra italiana. Il pd non può avere due teste: se stiamo con l'Europa non possiamo stare con Marchionne».

    E gli industriali italiani cosa fanno?

    «Il silenzio di Confindustria è fragoroso, sta accettando la distruzione dell'accordo 1993, un modello efficace di relazioni industriali. Le imprese pagheranno un prezzo alto dalle scelte della Fiat».

    Cosa direbbe a un operaio di Mirafiori che si appresta a votare?

    «Gli spiegherei perchè la Fiom è contraria, perchè l'accordo è sbagliato. L'operaio deve votare come meglio crede ma deve sapere che la Cgil è contraria. Le grandi organizzazioni sono autorevoli e rispettate quando difendono le regole e le loro posizioni sono trasparenti e credibili».

    Cosa sarà della Fiat?

    «Mi pare stia diventando un polmone della Chrysler, la Fiat è sempre più marginale. In Europa il mercato è andato male, ma la Fiat perde 15 punti in più degli altri. I numeri sono impietosi»

    Fonte: l'Unita' - Gianola Rinaldo | vai alla pagina

    Argomenti: usa, confindustria, sfruttamento, Cgil, Fiat, Fiom, Pomigliano, relazioni industriali, Marchionne, diritti dei lavoratori, mirafiori | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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