-
» L'unione farà la forza - INTERVISTA
Alfiero Grandi in data 19 gennaio 2011
-
» Un ragionamento serio sul nucleare
Leonardo RAITO in data 07 gennaio 2011
-
» «L’atomo è una scelta sbagliata che non abbasserà la bolletta» - INTERVISTA
Angelo BONELLI in data 21 dicembre 2010
Dichiarazione di Leonardo RAITO
Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Rovigo (Partito: PD)
Un ragionamento serio sul nucleare
-
(07 gennaio 2011) - fonte: nota stampa - inserita il 07 gennaio 2011 da 812
Ascoltando casualmente nei giorni scorsi un programma radio dove si parlava, tra le altre cose, del possibile ritorno al nucleare in Italia, sono rimasto davvero impressionato dal ragionamento del professor Alberto Clò, professore dell’università di Bologna e già ministro nel governo Dini. Clò, autore di un saggio (Si fa presto a dire nucleare, Il Mulino) che mi sono procurato e che credo valga la pena suggerire a tutti coloro che vogliono avere un’idea più chiara della situazione, ha premesso di essere un nuclearista non fazioso, ma capace di discutere seriamente e spassionatamente del problema. Il cardine del ragionamento di Clò sta nel fatto che per abbattere i costi dell’energia ed essere competitivi, bisognerebbe rientrare nel settore nucleare, anche se sul nostro suolo non c'è una sola centrale attiva (sarebbe tutta colpa del referendum del 1987 e di alcuni abili manipolatori del pensiero collettivo). Si tratterebbe di una scelta condivisibile, secondo il professore, ma di una scelta tuttavia maledettamente complessa e che richiede molte condizioni, a partire da una forte condivisione politica e sociale. In particolare, il settore della ricerca italiana nel settore, è fermo al 1987. Con le centrali si è estinto anche il progetto di ricerca scientifica, il che pone il settore italiano in estremo ritardo rispetto al resto del mondo. Significa che, per quanto concerne la gestione e la sicurezza delle centrali, avremmo bisogno di know how esterno. C’è poi un problema di costi e di proiezioni mondiali. Clò cita i dati del dipartimento dell’energia americano che mostra la riduzione degli investimenti in nucleare negli States. Questo per ragioni di costi di approvvigionamento (l’uranio costa, anche per smaltirlo) e per la convenienza di investire in fonti rinnovabili. Inoltre, all’obiezione secondo cui gran parte dei costi delle centrali (si parla di 30 miliardi di euro) sarebbe a carico di privati pronti a investire, Clò obietta che servirebbe comunque un forte investimento statale, altrimenti i privati dovrebbero riequilibrare i conti con aumenti del costo dell’energia e verrebbe così a cadere il presupposto dell’abbattimento dei costi, gravando di nuovo sui cittadini e sulle imprese. Unica nota stonata, la stampa italiana. Nessun organo di informazione ha ripreso le parole di Clò. Con tutta la spazzatura che viene pubblicata, una decina di righe che trattassero un tema così delicato, valeva la pena dedicarle.
Fonte: nota stampa | vai alla pagina » Segnala errori / abusi