Ti trovi in Home  » Politici  » Sergio Gaetano COFFERATI  » Fiat «Sfruttamento inaccettabile» - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Sergio Gaetano COFFERATI

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: S&D) 


 

Fiat «Sfruttamento inaccettabile» - INTERVISTA

  • (12 gennaio 2011) - fonte: Giorno/Resto/Nazione - Olivia Posani - inserita il 12 gennaio 2011 da 31

    «Un accordo che lede i diritti e peggiora le condizioni»

    Sergio Cofferati, da sindacalista abituato a fare accordi a sindaco di Bologna accusato di vocazioni da sceriffo. Oggi è schierato con i duri della Fiom e non con la sua Cgil, perché?

    «Per il merito dell’intesa. C’è un peggioramento delle condizioni materiali delle persone. Ho sottoscritto accordi che prevedevano l’aumento dell’uso degli impianti (sabato lavorativo, nuovi turni), ma il corrispettivo era una riduzione dell’orario e un aumento del salario. Nel caso della Fiat avviene l’opposto: aumenta il lavoro degli operai e diminuisce la loro paga oraria. L’uso maggiore degli impianti non produce un calo della fatica e del tempo della fatica, ma un incremento della fatica e del tempo di lavoro. Peggiorano le condizioni umane e si limitano i diritti individuali e collettivi. E’ cominciata con Pomigliano: malattia e sciopero. A Mirafiori si negano anche i diritti sindacali a chi non ha firmato l’accordo».

    Sta facendo una battaglia sui diritti, ma quando era sindaco firmò una ordinanza per tenere aperti i negozi il primo maggio...

    «Mai fatto nulla del genere. E’ una bufala. Il primo maggio vanno garantite le attività essenziali, non certo il commercio».

    Torniamo alla Fiat. Con l’accordo arrivano investimenti, si salvano posti di lavoro...

    «Gli investimenti sono sempre positivi, ma qui avvengono a discapito dei lavoratori».

    Lei, europarlamentare del Pd, sul caso Fiat è in minoranza rispetto alle linea del partito.

    «Sono in robusta minoranza. Trasecolo quando una persona di sinistra mi spiega che l’aumento dello sfruttamento ha aspetti positivi. Solo in uno stato di necessità possono mutare in peggio le condizioni materiali delle persone».

    La Fiat può dire che lo stato di necessità è il calo delle vendite.

    «C’è un calo record per tutti, ma la Fiat perde 15 punti in più rispetto ai suoi concorrenti europei. Il fatto è che gli altri, tedeschi e svedesi, ad esempio, hanno investito robustamente in innovazione. Hanno nuove auto da mettere sul mercato, i diritti delle persone non sono in discussione e le retribuzioni sono quasi il doppio di quelle Fiat. I problemi della Fiat sono la qualità e la gamma dei prodotti offerti. Marchionne non vuole discutere con nessuno il piano industriale. Trovo singolare che governo, sindacati, partiti non si chiedano dove stia andando la Fiat. Obama si è occupato della Chrysler in prima persona. Non mi pare che Berlusconi sia interessato alla Fiat».

    La sua idea di politica industriale non ha gran seguito nel Pd...

    «C’è una distrazione sui temi della globalizzazione. Qualche settimana fa a Bruxelles abbiamo votato a maggioranza il piano per l’Europa del 2020. I contenuti, per quanto concerne la competitività, guardano a conoscenza, innovazione, formazione. Considerano invece sbagliato il modello delle competizione legata solo ai costi. Abbiamo votato per la linea esattamente opposta a quella di Marchionne. Oltre alla carenza di analisi, nel Pd ci sono orientamenti tattici, la paura di scontrarsi».

    Se lei fosse ancora il segretario generale della Cgil, si comporterebbe come la Camusso?

    «Non voglio sostituirmi a nessuno. Ho ricordato solo una cosa a cui tengo moltissimo: la Cgil ha uno statuto che vieta accordi che ledono i diritti individuali e collettivi. Le intese su Pomigliano e di Mirafiori non sono firmabili».

    Se al referendum passano i no, Mirafiori potrebbe chiudere; se passano i sì, la Fiom resta senza rappresentanti. Esortare Landini ad essere meno intransigente non significa chiedergli di accettare il male minore?

    «I lavoratori voteranno secondo coscienza. Altra cosa è l’organizzazione. La Fiom non può legittimare la cancellazione dei diritti».

    Come si esce da tutto questo?

    «Con una battaglia per riconquistare i diritti».

    Ricorrendo alla magistratura, come vuole fare la Fiom?

    «Sì. Sono stupito dalla sottovalutazione di quanto sta avvenendo da parte delle altre grandi organizzazioni sindacali».

    Lei sta facendo una battaglia assieme a Bertinotti con cui non è mai andato granchè d’accordo...

    «Vero, abbiamo moltissimo discusso, ma mai sui diritti».

    E dice le stesse cose di Vendola. Sta pensando a un approdo diverso per il futuro?

    «Assolutamente no. Sono iscritto al Pd e alla Cgil. Ci tengo a esprimere la mia posizione senza infingimenti».

    Fonte: Giorno/Resto/Nazione - Olivia Posani | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, sinistra, referendum, Cgil, Fiat, operai, Fiom, Marchionne, diritti dei lavoratori, mirafiori | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato