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Dichiarazione di Nicole MINETTI

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: FI) 


 

«Non sono la custode dell'harem» - INTERVISTA

  • (18 gennaio 2011) - fonte: La Stampa - Paolo Colonnello - inserita il 19 gennaio 2011 da 31

    Nicole Minetti ha il sorriso triste e preoccupato di chi sa di essersi infilata in una storia più grande di lei: «Ho solo 25 anni, capisci? E mi sembra di essere entrata in un frullatore». E’ molto più bella «Micole» delle foto in cui appare nei tailleur d’ordinanza da consigliera regionale. Un fisico statuario, i capelli raccolti a coda di cavallo, l’aria da ragazza per bene e al tempo stesso disinibita. Impossibile per un uomo come Silvio Berlusconi non accorgersi di lei.
    «L’ho conosciuto appena due anni fa, quando ne avevo 23. Quella dell’igienista dentale al San Raffaele è una leggenda. Comunque ero maggiorenne».

    E’ lei «la dama bianca», «lo stabile rapporto affettivo» rivendicato dal premier in tivù per spiegare che i dopocena di Arcore erano solo innocenti evasioni? La Minetti, come si dice in questi casi, «non conferma né smentisce».

    «Sul punto non voglio rispondere, perché si tratta di una cosa che riguarda la vita privata del premier, non la mia. Certo, come tanti e tante ho subito il fascino di Berlusconi che è un uomo davvero interessante...».

    Ma lei, Nicole, alle cene di Arcore c’è andata?

    «Sì, ovvio. Ci sono andata qualche volta e a queste cene, davanti a me, non è successo nulla».

    Nessun «bunga bunga»?

    «Non ho visto niente, questa del bunga bunga è una barzelletta».

    Eppure dalle intercettazioni si direbbe il contrario.

    «Non le leggo le intercettazioni».

    Perché ha detto a una ragazza che la doveva «briffare», cioè farle un briefing per essere «pronta a tutto» ad Arcore?

    «Ma “briffare” può voler dire qualsiasi cosa e non certo che devi essere pronta a tutto. Comunque mi sembra allucinante che sui giornali si pubblichino cose dette tra me e miei amici».

    Come Emilio Fede?

    «Lo conosco abbastanza bene».

    E Lele Mora?

    «E chi non lo conosce, Lele Mora».

    Ora siete indagati insieme per favoreggiamento della prostituzione. Che ne pensa?

    «Assurdo. Non sono la custode “dell’harem” di via Olgettina. Non c’è nessun harem...».

    Però ci sono degli appartamenti a lei intestati e in cui vivevano le ragazze delle feste ad Arcore. Ci spiega?

    «Innanzitutto non ho “gestito” degli appartamenti. In via Olgettina ci sono 3 appartamenti intestati a mio nome e abitati da persone che collaborano a Mediaset».

    Ma chi le ha intestato questi appartamenti?

    «Non intendo rispondere».

    E questi appartamenti vengono fatti girare tra le ragazze?

    «Non lo so».

    Scusi, ma chi paga l’affitto?

    «Il canone di locazione mi veniva rimborsato».

    Da chi?

    «Non voglio dirlo».

    Secondo i pm dallo stesso Berlusconi.

    «Vedremo...».

    Parliamo di Ruby.

    «Ha raccontato un sacco di balle».

    Fu lei ad accompagnarla la prima volta ad Arcore la sera del 14 febbraio scorso?

    «No, la trovai già lì».

    E chi l’aveva portata?

    «Non lo so».

    Ma Fede e Mora erano presenti?

    «Sinceramente non ricordo, forse... C’era un sacco di gente, fu una serata qualsiasi. Ruby l’ho conosciuta la prima volta in quell’occasione. E poi l’ho rivista altre volte, sempre a cena, ad Arcore. Mai vista fuori da quel contesto... Anzi, no. Una volta credo di averla incontrata in un locale, ma non mi sembra fosse l’Armani Nobu come dice lei. Di fatto l’ho rivista quando andai a prenderla in Questura».

    Chi le chiese di andare in via Fatebenefratelli?

    «Inizialmente mi chiamò Michelle de Oliveira, la brasiliana amica di Ruby, dicendomi di avere avuto il mio numero da un’amica comune che le aveva indicato Ruby.
    Poi mi chiamò il presidente che mi disse se potevo andare in Questura perché Ruby aveva avuto un problema, che era stata fermata perché non aveva documenti con sé».

    Glielo disse Berlusconi?

    «Sì. Io poi firmai l’affidamento temporaneo. Ma prima chiesi ai poliziotti: ma se domani questa va nei guai poi ne devo rispondere io? Mi dissero di no. Così come mi spiegarono che non era necessario che Ruby venisse a casa mia. Così firmai».

    Ma scusi, cosa ha pensato quando il presidente del Consiglio la chiamò per andare a prendere una ragazza come Ruby?

    «Ma niente, si vedeva lontano un miglio che questa ragazza aveva dei problemi. Ho pensato solo che la volesse aiutare».

    E poi?

    «Visto che anche la brasiliana era stata identificata e che Ruby poteva tornare a dormire da lei, ci salutammo. Erano le due di notte. Il giorno dopo chiamai Ruby per sapere come stava, dopodiché non l’ho più sentita».

    Tornerebbe alle cene di Arcore?

    «... Sì, perché no? Ma forse starei più attenta alle persone di cui mi circondo».

    E adesso come si sente?

    «Penso che mi stanno rovinando la vita».

    Non pensa di essersela rovinata da sola?

    A Nicole Minetti salgono le lacrime agli occhi. E rimane in silenzio.

    Fonte: La Stampa - Paolo Colonnello | vai alla pagina

    Argomenti: intercettazioni, regione Lombardia, Berlusconi imputato, ruby | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 19 gennaio 2011 da 31
    Questa intervista spicca per la reticenza. E non si capisce cosa possa fare questa donna in Consiglio Regionale, oltre a prendere uno stipendio mensile pari ad un anno di salario di chi lavora duramente nelle fabbriche.

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