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L’Europa deve aiutare l’Italia, ma l’Italia deve imparare ad essere europea
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(24 febbraio 2011) - fonte: PatriziaToia.it - inserita il 24 febbraio 2011 da 15492
“Sì, l’Europa deve mobilitarsi e fare la sua parte - afferma Patrizia Toia, di fronte all’ondata di cambiamenti che tutta la sponda sud del Mediterraneo sta vivendo, anche con risvolti tragici, come in Libia, - ma anche l’Italia deve diventare più europea. Maroni chiede che l’Ue passi dalle parole ai fatti, sì benissimo, ma io chiedo che sia per prima l’Italia a dimostrare, nei fatti, di voler far parte dell’Europa”.“Se è vero il proverbio aiutati che il ciel ti aiuta, l’Italia deve fare la sua parte: se oggi siamo isolati e deboli e stiamo facendo il doppio della fatica per ottenere quello che ci spetta è a causa della totale assenza dell’Italia nella politica di Bruxelles e della totale marginalità nel Consiglio Europeo”, prosegue Toia. “Si poteva fare di più anche prima? Sì, si poteva fare di più nel tempo in Europa, di fronte a tutte le grandi discussioni strategiche che si stanno facendo in questi mesi. E si poteva fare di più, anche recentemente, di fronte alle prime avvisaglie dei movimenti politici in Egitto e al prevedibile esodo migratorio. A quel punto avremo voluto vedere un Presidente del Consiglio capace di tessere la sua tela, o meglio la tela del suo Paese, con gli altri Capi di Stato e di Governo.
Avremmo voluto vedere un Presidente che mostrasse un decimo di quell’attivismo che ha mostrato Sarkozy quando ha avuto bisogno dell’Europa o quando ha avuto l’Europa contraria alle politiche francesi su alcuni temi. Ricordo – aggiunge Toia - che Sarkozy si è recato personalmente nella capitale e ha mosso mari e monti: la voce della Francia si è sentita e ha pesato nelle scelte dell’Europa”.
“L’Italia, che non è europea nei fatti e nella pratica quotidiana 360 giorni l’anno, come può pensare di condizionare l’Europa nei giorni restanti? Il vento che sta soffiando nel Mediterraneo e che porterà certamente a cambiamenti radicali nei diversi sistemi politici e a massicce migrazioni, apre sfide politiche, economiche e sociali di portata storica.
Questa è un’autentica rivoluzione, che avrà conseguenze per tutti i Paesi ma che, ovviamente, trova nel nostro un primo punto di riferimento, e non si affronta con sporadiche richieste di aiuto da parte dell’Italia all’Europa, ma richiede che il nostro Paese sia protagonista in ogni decisione, in ogni passaggio della futura politica europea verso il Mediterraneo, dai temi legati all’immigrazione, a quelli dello sviluppo economico e del welfare, a quelli della democratizzazione da sostenere.”
“Noi appoggeremo con ogni forza le richieste italiane - aggiunge Toia - perché il momento richiede unità e responsabilità, ma il governo italiano impari la lezione si impegni ad essere europeo tutti i giorni e nei fatti, lavorando con e per l’Europa”.
“Ora ci aspettiamo che l’Europa condivida, sostenga e affronti insieme ai Paesi più interessati, prima tra tutti l’Italia, gli effetti di questa situazione. L’aspetto più urgente è legato al sostegno ai profughi in Libia (fenomeno che può assumere il profilo di una catastrofe umanitaria) e all’accoglienza alle ondate di migrazioni che saranno sicuramente oltre ogni aspettativa”, conclude Patrizia Toia.
Fonte: PatriziaToia.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi