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Dichiarazione di Nichi VENDOLA
«Nessun malcostume nelle mie telefonate sono stato eletto per cambiare le leggi» - INTERVISTA
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(27 febbraio 2011) - fonte: la Repubblica - Giuliano Foschini - inserita il 27 febbraio 2011 da 31
Nelle Asl ho messo anche manager di centrodestra.«Io sono la prova che le intercettazioni telefoniche sono uno strumento fondamentale: senza, non avrei potuto dimostrare di essere innocente».
Dopo 24 ore di «giramenti di testa», Nichi Vendola parla della sua sanità. Quella «clientelare», «da manuale Cencelli», «incondizionata e supina alle richieste della politica» per citare le parole del gip Giuseppe De Benedictis. «Quella di cui ora vado fiero» per dirla con il Governatore.Presidente, lei voleva cambiare una legge per nominare un uomo di sua fiducia.
«Primo: un giudice e la procura stessa dicono che non c´è alcun rilievo penale nel mio atteggiamento e nemmeno un profilo di malcostume. Secondo: un altro giudice dice che non esiste nessuna cupola, ma singoli fatti che è giusto discutere nei processi.
Terzo: se mi si contesta una modifica di legge, sono francamente strabiliato. È il mio mestiere. Io in quell´intercettazione chiedevo al mio assessore di cambiare una vecchia legge che impediva a un galantuomo, Rodolfo Rollo, di diventare direttore generale dopo essere stato commissario straordinario perché dipendente di quella azienda. Noi siamo intervenuti perché sentivamo necessaria garantire la continuità nella gestione di quella Asl. Ricordo che la norma fu approvata in commissione all´unanimità».Il problema è politico: dalle intercettazioni viene fuori uno spaccato nel quale la politica interveniva nelle scelte della sanità.
«Io sono stato eletto per scegliere. Mi prendo le responsabilità delle decisioni che mi spettano. È bizzarro fare spoil system scegliendo anche manager che avevano lavorato con il centrodestra. Ora abbiamo cambiato la legge. Professori non pugliesi hanno fatto una selezione, noi sceglieremo tra gli idonei».
In un´intercettazione il sindaco Emiliano dice che lei voleva impadronirsi del sottosistema sanitario. Che voleva dire?
«Bisogna chiederlo a lui, sono parole in libertà. Quello che emerge è la crisi del rapporto di fiducia tra me e Tedesco e di come il Pd, del quale Emiliano era segretario, fa quadrato attorno a Tedesco, contro di me. Tanto da mettere in discussione la giunta».
Perché ha mandato via Tedesco?
«L´ho fatto dopo la prima agenzia di stampa che alludeva a una possibile indagine su di lui. Avevo già valutato la sostituzione: c´era una percezione diffusa che si facesse fatica a sottoporre il sistema sanitario a un controllo di legalità e di trasparenza. Non sono un procuratore ma si era lesionato il rapporto di fiducia e io seppur con delicatezza misi sul tavolo la questione. Il Pd si oppose ma, come nel caso Frisullo, posi a me stesso e al centrosinistra il problema della questione morale».
Se fosse in parlamento, voterebbe per l´arresto di Tedesco?
«Non sono in parlamento».
Hanno arrestato anche il suo capo scorta.
«La storia è quella di un agente che chiede insistentemente di far trasferire una cognata infermiera. Da questo fatto emerge che gli uomini a me più vicini, se dovessero mai chiedere un favore devono farlo a mia insaputa».
Ha avuto la solidarietà di Bondi e Cicchitto che le chiedono una parola contro "la barbarie" della diffusione delle intercettazioni telefoniche.
«Li ringrazio ma, lo dico con amicizia, non la ritenevo necessaria. Non mi sento sotto attacco: è giusto che chi ha un ruolo pubblico sia soggetto al controllo di legalità. Anche quando un provvedimento giudiziario mi può apparire ingiusto o frettoloso, come in alcune parti è quello del giudice De Benedictis che assai rispetto, mi avvalgo delle prerogative che la stato di diritto mi dà: semplicemente mi difendo, senza pensare di stracciare uno strumento d´indagine fondamentale come le intercettazioni telefoniche».
Fonte: la Repubblica - Giuliano Foschini | vai alla pagina » Segnala errori / abusi