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Dichiarazione di Franco MIRABELLI
Pat: dallo scandalo alle proposte
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(28 febbraio 2011) - fonte: francomirabelli.it - inserita il 03 marzo 2011 da 15492
"La vicenda delle case del Pio Albergo Trivulzio e di altri enti è una storia triste, uno scandalo fatto di privilegi e di una politica che interviene guardando ai favori e alle clientele e non ad operare guardando all’interesse pubblico. Credo però sia opportuno chiarire bene i termini della vicenda perché nel polverone mediatico di queste settimane rischiano di perdersi le reali responsabilità", afferma in una nota Franco Mirabelli (Pd)."Per prima cosa occorre ricordare che stiamo parlando di case di proprietà di enti che hanno come obbiettivo quello di utilizzare il proprio patrimonio per aiutare le persone in difficoltà e garantire loro servizi soprattutto sanitari o assistenziali, ma non solo. Per questo le case in affitto fino al 92 date ad equo canone vennero , sulla base della legge 431, date a canone concordato, un canone, cioè, stabilito con i sindacati degli inquilini, che consentisse prezzi agevolati a fronte di una tassazione più bassa e, così, svolgesse un ruolo di calmiere del mercato degli affitti nell’interesse di tutti.
Il canone agevolato vigeva per chi era già in quelle case, per il resto si passò ad un canone libero, cioè assolutamente discrezionale. Una parte di quegli appartamenti doveva essere destinato agli sfrattati e, per esempio al Policlinico, così è. L’idea dell’affitto agevolato che comunque garantiva un minimo di rendimento economico per l’ente e doveva svolgere il ruolo di calmiere per il mercato degli affitti, non era e non è sbagliata. Il punto su cui si sono creati privilegi inaccettabili è quello delle assegnazioni e dei controlli.
Le assegnazioni sono sempre state effettuate sulla base di bandi semi-clandestini, che restano esposti poco tempo e che non prevedono alcun criterio di reddito per i richiedenti. In questo modo negli anni hanno potuto avere l’appartamento solo persone informate dei bandi e, da qui, il privilegio di conoscere chi gestisce il patrimonio, e senza limiti di reddito così che anche persone molto benestanti hanno potuto ottenere anche case prestigiose a costi contenuti.
Quindi, se si vuole intervenire per evitare che ciò che si sta denunciando possa risuccedere e si vuole andare oltre lo scandalismo, serve una riforma dei criteri e delle modalità di assegnazione (limiti di reddito per poter richiedere l’alloggio e regole chiare per la massima diffusione dei bandi), serve un controllo di un soggetto terzo sul rispetto delle quote riservate agli sfrattati e serve distinguere le case di prestigio dalle altre per applicare a quelle canoni di mercato", prosegue il consigliere regionale della Lombardia.
"L’altro tema riguarda i criteri con cui vengono decise le vendite e i prezzi di acquisto. Qui in questi anni c’è stata la massima discrezionalità da parte dei consigli di amministrazione degli enti, ciò ha spesso, come dicono gli elenchi, creato privilegi per gli acquirenti amici. Anche qui servono regole chiare. Intanto per dire che, come per le case popolari, può essere dismessa solo una percentuale del patrimonio, in secondo luogo per impegnare gli enti a presentare un piano di dismissioni, indicandone le finalità, che sia autorizzato, come avviene oggi per il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, dalla giunta regionale. Infine servono regole certe sui prezzi, che definiscano a partire dalle valutazioni dell’agenzia del territorio il prezzo di mercato e i margini di modifica che possono essere determinati sulla base dello stato dell’immobile e della durata del precedente contratto d’affitto.
Servono regole chiare, dopo questo scandalo, per garantire l’interesse pubblico e per evitare che la giusta indignazione favorisca progetti di dismissione dei patrimoni degli enti, di gestione privatistica, che pure tradirebbero la funzione sociale per la quale migliaia di benefattori hanno donato parti del proprio patrimonio", conclude Mirabelli.
Fonte: francomirabelli.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi