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Dichiarazione di Massimo CIALENTE

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune L'Aquila (AQ) (Partito: DS)  - Consigliere  Consiglio Comunale L'Aquila (AQ)


 

Sindaco di L'Aquila: «Mi dimetto»

  • (07 marzo 2011) - fonte: Il Messaggero.it - inserita il 08 marzo 2011 da 31

    «Ce l'ho messa tutta, mi sono fatto carico di fare anche quello che toccava ad altri. Oggi prendo atto che non ci sono più nè una maggioranza nè un Consiglio comunale che abbia voglia di andare avanti»: con queste parole, visibilmente rammaricato ma deciso, Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila, ha annunciato all'assemblea la sua intenzione di dimettersi.

    L'ennesima mancanza del numero legale ha scatenato la decisione del sindaco il quale spera di scongiurare un anno di commissariamento alla città ancora ferita dal terremoto del 2009 e fare in modo che, alle elezioni del 15 maggio si possa votare anche all'Aquila.

    «Appena finita questa riunione - ha detto Cialente - chiamerò il ministro Maroni. Invito tutti voi - ha aggiunto rivolgendosi ai consiglieri - a intervenire sui segretari politici affinchè si faccia un decreto per cui L'Aquila possa rientrare nella campagna elettorale, perchè ritengo che un anno di commissariamento sarebbe gravissimo».

    «Siamo senza bilancio. L'anno scorso ho gestito questa città insieme alla Giunta governando in dodicesimi, insultato perchè non potevamo comprare neanche un sacchetto di catrame», ha detto Cialente, parlando poi di una «situazione allucinante riguardo alla ricostruzione pesante. Non c'è stata una norma che mettesse i cittadini in grado di sapere se potevano incaricare progettisti o se dovevano fare una gara».

    «Ho fatto da cuscinetto con tutti, altrimenti le tensioni sarebbero state ben altre - ha proseguito il sindaco -. La mia preoccupazione va ai lavoratori, che stiamo cercando di salvare disperatamente, e ai cittadini che sono in uno stato di confusione enorme, perchè utilizzati in polemiche strumentali per i grandi affari che si dovevano fare su questa città».

    Cialente ha 20 giorni per ritirare le dimissioni, in caso contrario efficaci il 28 marzo. L'eventualità che si possa unire L'Aquila ai Comuni che andranno al voto il 15 maggio non sarebbe praticabile, mancando i tempi di legge per la campagna elettorale. A meno di provvedimenti ad hoc, che dovrebbero comunque derogare a una legge. Se Cialente conferma le dimissioni: si scioglie il Consiglio, decade la Giunta e il prefetto nomina un commissario, fino alle prossime elezioni.
    Il 22 settembre 2010 Cialente si dimise da vice commissario alla ricostruzione, dopo la nomina di un secondo vice, Antonio Cicchetti, con il quale avrebbe dovuto operare. Un provvedimento nel quale vide «un preoccupante accentuarsi dello stato di confusione e difficoltà nella governance di gestione dell'emergenza e del processo di ricostruzione».

    Poi il colpo di scena. A poche ore dall'annuncio delle dimissioni, il sindaco dell'Aquila sembra avere ritrovato la maggioranza che ora assicura di volere «rafforzare la collaborazione con il primo cittadino, disponibili ad assumerci fino in fondo il carico di responsabilità, tanto più in una situazione come quella che vive il Comune dell'Aquila dopo il sisma del 6 aprile 2009».

    A tarda sera, alle parole di Cialente - «Prendo atto che non ci sono più nè una maggioranza nè un Consiglio comunale che abbia voglie di andare avanti» - Pd, Psi, Idv ,Api, Pdci, Impegno per L'Aquila, Udeur , Ppe e due consiglieri del gruppo misto, al termine di una riunione hanno diffuso una nota in cui assicurano il sostegno al primo cittadino. Nella stessa nota, si critica il Governo centrale:
    «I mancati trasferimenti dal Governo e dal Ministero delle Finanze per circa 50 milioni e il conseguente buco nel bilancio di 32 milioni costituiscono una voragine che rischia di ingoiare il futuro della città e di far precipitare la sua ricostruzione in un empasse di dimensioni drammatiche e fatali. Rispetto a questa situazione, che impedirà, di fatto, l'approvazione del bilancio entro il termine del 31 marzo, il sindaco e la sua maggioranza non possono e non vogliono diventare il capro espiatorio su cui andranno a pesare le colpevoli responsabilità di chi ha il potere e il dovere di tener fede agli impegni presi in sede di programmazione del bilancio, quando si garantì il trasferimento delle somme».

    Fonte: Il Messaggero.it | vai alla pagina

    Argomenti: dimissioni, bilancio comunale, l'aquila capoluogo, campagna elettorale, sindaco di L'Aquila, ricostruzione in Abruzzo, futuro | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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