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«Un attentato a legalità e Costituzione» - INTERVISTA
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(10 marzo 2011) - fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno - Michele Cozzi - inserita il 10 marzo 2011 da 4110
Il governo si appresta a varare la riforma della giustizia. La maggioranza vi accusa di criticarla senza averla letta.Hanno detto che intendono modificare l’obbligatorietà dell’azione penale, limitare l’indipendenza della magistratura, affidare al Parlamento l’individuazione dei reati da perseguire annualmente, intervenire finanziariamente per togliere mezzi e strumenti ai magistrati. Vogliono poi intervenire sui tempi processuali, togliere gli strumenti, a cominciare dalle intercettazioni, modificare il modello di nomina della Corte costituzionale per condizionarla con la maggioranza del momento. Tutte queste cosiddette riforme non solo sono inutili ma sono dannose.
Questa riforma difende il delinquente e punisce la parte lesa.Il ministro Alfano è andato dal presidente Napolitano. Cortesia istituzionale o tentativo di avere un via libera preventivo?
Non so se sia andato o se sia stato chiamato dal presidente della Repubblica in un richiamo preventivo, prima che si accinga, come ministro, ad emanare provvedimenti che costituiscono un attentato alla Costituzione. Oggi sono andato a fare visita all’Anpi, ai partigiani che ci hanno dato questa Costituzione e si sentono mortificati da questo governo che, per basse ragioni di impunità personale, sta umiliando il sangue dei nostri padri.
E lei cosa si aspetta dal presidente della Repubblica?
E’ il popolo italiano che non solo può, ma è chiamato ad intervenire, mettendo la parola fine a questa vicenda, triste e tragicomica, di questo gruppo piduista che è andato al potere e che sta travolgendo le regole del gioco. Queste sono riforme costituzionali e non potendo avere i sue terzi in Parlamento, saranno sottoposte a referendum. E sono certo che i cittadini non saranno complici di questo scempio.
Qual è l’aspetto della riforma che suscita maggiormente la sua indignazione?
Ma non c’è una proposta che sia accettabile, perché ogni punto ha come obiettivo l’impunità e impedire al magistrato di fare il suo dovere.
La maggioranza sostiene la tesi che se i magistrati sbagliano, non pagano mai. Converrà che è un argomento un po’ popolare. Lei che dice?
Una cosa è l’errore e un’altra è il dolo. Ricordo che sono stati condannati i giudici Squillante e Metta perché hano venduto la loro funzione. Non abbiamo mai detto che il magistrato può permettersi di sbagliare. Nei loro confronti c’è già una legge che interviene in caso di errore e io ho proposto un disegno di legge che aumenta i casi di responsabilità dei magistrati.
Lei voterebbe Monti come candidato a Palazzo Chigi?
Nell’iperspazio delle congetture credo che si possa prendere un elenco telefonico di persone che potrebbero candidarsi. Ora sarebbe fuori luogo individuare un candidato senza sapere per fare che cosa e con quale squadra. Oggi è prioritario costruire un’alternativa programmatica e poi la squadra. Ho presentato tre quesiti referendari: energia alternativa, la pubblicizzazione dell’acqua e l’applicazione della legge uguale per tutti, anche per i ministri e parlamentari. Non so quale sia l’opinione di Monti su questi temi.
Bersani ha rilanciato l’alleanza con il Terzo polo. Che dice?
Non faccio il difensore d’ufficio di Bersani, ma non ho letto la volontà di rompere il sistema bipolare e andare ad un sistema a più poli. Ha proposto una cosa più nobile che condivido: ricostruire le regole del gioco tutti insieme dopo le macerie lasciate da Berlusconi.
A Napoli de Magistris va avanti. Non sembra il modo migliore per cementare i rapporti con il Pd.
E’ una domanda da fare al Partito democratico che non è riuscito a trovare la forza per individuare un candidato condiviso né ad indicare una discontinuità con una politica ingovernabile, portata avanti anche dai suoi esponenti a Napoli. Noi abbiamo atteso le loro primarie che si sono risolte con una guerra intestina. Adesso sentiamo il dovere di lanciare un candidato che per la sua caratura può rappresentare la discontinuità dalle politiche clientelari del centrosinistra e la netta contrarietà alla politica dei Casalesi piuttosto che dei Cosentiniani. Il Pd ci deve dire: perché non de Magistris?
Che farete in Senato sull’autorizzazione a procedere sul caso Tedesco?
Voteremo sì perché il Parlamento deve, o dovrebbe, solo limitarsi a valutare se c’è il ‘fumo persecutionis’. Il che mi sembra da escludere. Il resto spetta ai giudici.
E Vendola, come esce politicamente da questa vicenda?
Vendola deve partecipare a quel processo ma da parte offesa, non da imputato. Perché è stato tradito.
La risoluzione Idv contro la riforma proposta dal ministro Alfano
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno - Michele Cozzi | vai alla pagina » Segnala errori / abusi