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Dichiarazione di Massimo CIALENTE

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune L'Aquila (AQ) (Partito: DS)  - Consigliere  Consiglio Comunale L'Aquila (AQ)


 

Abruzzo. «Ricostruzione mai partita» - INTERVISTA

  • (18 marzo 2011) - fonte: Terra - Vincenzo Mulè - inserita il 18 marzo 2011 da 31

    Il sindaco abruzzese non partecipa alle manifestazioni ufficiali, attacca Regione e Governo e occupa il Palazzo comunale della città.

    Ci sono molti modi di ricordare il 17 marzo. Quello più rabbioso e, in un certo senso, più triste, è quello che ha scelto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. Che ieri mattina ha rotto gli indugi, ha deciso di non partecipare alle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell’Unità d’Italia a Roma e ha occupato le stanze del palazzo comunale, inagibile dal giorno del terremoto abruzzese. Raggiungiamo il primo cittadino al telefono, dopo che le agenzie hanno battuto la notizia della fine della sua protesta. Notizia subito smentita dal diretto interessato: «Io sono ancora dentro a quelle che erano le mie stanze. Morto dal freddo, ma continuo. Sono uscito solo per il discorso ufficiale per le celebrazioni. Ma da qui non mi muovo ». Bloccato dal freddo. Un po’ come la ricostruzione della città, distrutta dal terremoto orma quasi due anni fa.

    «Viviamo in una città commissariata. Non posso fare nulla. Non ho un bilancio. Non posso neanche dire la mia sulle macerie».

    Prima le dimissioni da vicecommissario vicario per la ricostruzione post terremoto. Ora quella da sindaco. Che succede?

    Lanciai un segnale ma è stato liquidato dicendo che non mi stava bene la nomina di Cicchetti a neo sub commissario. Lo stesso segnale voglio fare oggi. Sperando di essere capito. Qualcuno vuole interrogarsi su cosa sta succedendo all’Aquila?

    A chi si riferisce?

    Mi lascia attonito che il governo, i ministri dell’Economia, dell’Interno, delle Infrastrutture, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanardi, non cerchino di capire a che punto stiamo con la ricostruzione. La ricostruzione è ferma. Dopo che noi ci siamo occupati di quella leggera e dei puntellamenti, nulla è più stato fatto. Il paradosso è che chiedo a gran voce a tutte le autorità competenti di smentirmi. Ma nessuno si fa vivo. Siamo bloccati e dimenticati.

    Il sottosegretario Giovanardi è stato molto polemico con voi sulla gestione dei fondi stanziati dal Dipartimento per le politiche della famiglia. Come è andata a finire?

    Dopo la denuncia di Giovanardi, tutti hanno puntato il dito contro di noi, dicendo che al Comune non sapevamo cosa fare. In realtà, noi le idee chiare le avevamo. E le abbiamo ancora. Tanto è vero che presentammo due progetti per l’utilizzo di quei fondi. Uno, di 3 milioni, venne approvato (la riqualificazione di una residenza alberghiera socio sanitaria, ndr). Il secondo intervento riguardava un edificio in piazza del Palazzo, che volevamo trasformare nella sede del welfare comunale. Portai lo stesso Giovanardi nei luoghi dove volevamo intervenire. Ma l’idea non gli piacque e bocciò il progetto.

    Quindi?

    Le cose sono molto chiare. Due giorni fa, la Regione ha pubblicato un bando per l’utilizzo di quei nove milioni. Di fatto, il presidente e commissario Chiodi ammette che quei soldi erano a disposizione da più di un anno, ma erano tenuti bloccati.

    Come vive questo momento la città?

    Tempo fa dissi una frase che fece molto scalpore e per la quale venni pesantemente criticato. Dissi che L’Aquila non è Kabul. Bene, ora posso dire senza problemi che l’Aquila è Kabul. Viviamo in una città arrabbiata. Che ha smesso di sperare. E dove il pensiero più ricorrente sta diventando quello di andare via. Temo che il governo stia colpevolmente sottovalutando la questione del post terremoto. Non so con che coraggio verranno qui il 6 aprile per ricordare i due anni dal sisma. La ricostruzione dell’Aquila è una questione nazionale. E rappresenta il fallimento di un Paese intero.

    Fonte: Terra - Vincenzo Mulè | vai alla pagina

    Argomenti: abruzzo, l'aquila capoluogo, giovanardi, ministro Economia, ministro Interno, terremoto Abruzzo tragedie disastri, sindaco di L'Aquila, ricostruzione in Abruzzo, 150° anniversario dell’unità d’Italia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 18 marzo 2011 da 31
    Il Presidente Napolitano ha detto che con l'unità si vincono le sfide. E secondo me ha tutte le ragioni. Ma quando i primi a non ascoltare il Presidente della Repubblica sono i ministri del Governo, allora un sindaco che rappresenta la sua città ha il diritto-dovere di esprimere con forza tutto il dissenso possibile verso coloro che dimenticano le tragedie dei cittadini. Se aver subito una calamità naturale si trasforma in una colpa, allora bisogna individuare gli inetti e allontanarli dalle funzioni che non riescono a svolgere.

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