-
» L'Aquila: due anni dopo il governo ha spento i riflettori
Dario FRANCESCHINI in data 06 aprile 2011
-
» L'Aquila. «Il ritardo è terribile. Serve una svolta per partire» - INTERVISTA
Massimo CIALENTE in data 05 aprile 2011
-
» Il disastro de L'Aquila è una vergogna
Dario FRANCESCHINI in data 04 aprile 2011
-
» Il tricolore nel simbolo del Partito Socialista Italiano
Riccardo NENCINI in data 03 aprile 2011
-
» Sviluppo. Lettera a Tremonti e sfida al Governo
Pier Luigi BERSANI in data 25 marzo 2011
-
» «La gente dimostra che vuole riprendersi le istituzioni» - INTERVISTA
Sergio CHIAMPARINO in data 19 marzo 2011
-
» Abruzzo. «Ricostruzione mai partita» - INTERVISTA
Massimo CIALENTE in data 18 marzo 2011
-
» «Inno di Mameli alle partite? La Costituzione non lo prevede»
Luis DURNWALDER in data 18 marzo 2011
-
» Monarchia, la grande assente dalle celebrazioni per il 150 ° dell'Unità
Antonio POLITO in data 17 marzo 2011
-
» «Ci siamo fermati, questa festa può ridarci slancio» - INTERVISTA
Giuliano AMATO in data 17 marzo 2011
-
» «Inaccettabili ostilità e scorrettezze dal Carroccio parole campate in aria» - INTERVISTA
Ignazio LA RUSSA in data 17 marzo 2011
-
» 150° anniversario: Che direbbe Garibaldi di questa festa? Per onorare caduti della Repubblica romana meglio star a casa
Marco PERDUCA in data 17 marzo 2011
-
» Italia unita alle radici della nostra democrazia
Pier Luigi BERSANI in data 17 marzo 2011
-
» 150 anni della proclamazione dell’Unità d’Italia
Giocondo TALAMONTI in data 17 marzo 2011
-
» Napolitano ha raccolto storia e futuro
Dario FRANCESCHINI in data 17 marzo 2011
-
» «Lega coerente o vada via»
Pier Luigi BERSANI in data 17 marzo 2011
-
» "Reggeremo alle prove che ci attendono a condizione che operi nuovamente un forte cemento unitario. Le celebrazioni del 150° valgano a diffondere il senso della missione e dell'unità nazionale"
Giorgio NAPOLITANO in data 17 marzo 2011
-
» Discorso in occasione del 150° dell'Unità Nazionale
Giovanni Poleschi in data 17 marzo 2011
-
» «Che i leghisti chiedano le dimissioni del prefetto che sta rispondendo a precise direttive è una cosa che non esiste».
Flavio ZANONATO in data 16 marzo 2011
-
» 150° dell'unità d'Italia
Dario FRANCESCHINI in data 16 marzo 2011
-
» «C'è un'Italia migliore» - INTERVISTA
Nichi VENDOLA in data 16 marzo 2011
-
» «L'Italia occupò il Veneto illegalmente»
Pierangelo DEL ZOTTO in data 16 marzo 2011
-
» "......La libertà è un dono che viene dal passato ma vive di futuro"
Meri Marziali in data 14 marzo 2011
-
» Sindaco di L'Aquila: «Mi dimetto»
Massimo CIALENTE in data 07 marzo 2011
-
» In Alto Adige italiani come gli ebrei ai tempi di Hitler
Vittorio Sgarbi in data 07 marzo 2011
-
» “A Lissone festeggiamo un'Italia unita e solidale”
Massimo Fraschini in data 04 marzo 2011
-
» «Non festeggio il 17 marzo»
Massimo Cacciari in data 04 marzo 2011
-
» ‘Borghezio, la storia lo smentisce’
Luigi Satta in data 04 marzo 2011
Dichiarazione di Massimo CIALENTE
Abruzzo. «Ricostruzione mai partita» - INTERVISTA
-
(18 marzo 2011) - fonte: Terra - Vincenzo Mulè - inserita il 18 marzo 2011 da 31
Il sindaco abruzzese non partecipa alle manifestazioni ufficiali, attacca Regione e Governo e occupa il Palazzo comunale della città.Ci sono molti modi di ricordare il 17 marzo. Quello più rabbioso e, in un certo senso, più triste, è quello che ha scelto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. Che ieri mattina ha rotto gli indugi, ha deciso di non partecipare alle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell’Unità d’Italia a Roma e ha occupato le stanze del palazzo comunale, inagibile dal giorno del terremoto abruzzese. Raggiungiamo il primo cittadino al telefono, dopo che le agenzie hanno battuto la notizia della fine della sua protesta. Notizia subito smentita dal diretto interessato: «Io sono ancora dentro a quelle che erano le mie stanze. Morto dal freddo, ma continuo. Sono uscito solo per il discorso ufficiale per le celebrazioni. Ma da qui non mi muovo ». Bloccato dal freddo. Un po’ come la ricostruzione della città, distrutta dal terremoto orma quasi due anni fa.
«Viviamo in una città commissariata. Non posso fare nulla. Non ho un bilancio. Non posso neanche dire la mia sulle macerie».
Prima le dimissioni da vicecommissario vicario per la ricostruzione post terremoto. Ora quella da sindaco. Che succede?
Lanciai un segnale ma è stato liquidato dicendo che non mi stava bene la nomina di Cicchetti a neo sub commissario. Lo stesso segnale voglio fare oggi. Sperando di essere capito. Qualcuno vuole interrogarsi su cosa sta succedendo all’Aquila?
A chi si riferisce?
Mi lascia attonito che il governo, i ministri dell’Economia, dell’Interno, delle Infrastrutture, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanardi, non cerchino di capire a che punto stiamo con la ricostruzione. La ricostruzione è ferma. Dopo che noi ci siamo occupati di quella leggera e dei puntellamenti, nulla è più stato fatto. Il paradosso è che chiedo a gran voce a tutte le autorità competenti di smentirmi. Ma nessuno si fa vivo. Siamo bloccati e dimenticati.
Il sottosegretario Giovanardi è stato molto polemico con voi sulla gestione dei fondi stanziati dal Dipartimento per le politiche della famiglia. Come è andata a finire?
Dopo la denuncia di Giovanardi, tutti hanno puntato il dito contro di noi, dicendo che al Comune non sapevamo cosa fare. In realtà, noi le idee chiare le avevamo. E le abbiamo ancora. Tanto è vero che presentammo due progetti per l’utilizzo di quei fondi. Uno, di 3 milioni, venne approvato (la riqualificazione di una residenza alberghiera socio sanitaria, ndr). Il secondo intervento riguardava un edificio in piazza del Palazzo, che volevamo trasformare nella sede del welfare comunale. Portai lo stesso Giovanardi nei luoghi dove volevamo intervenire. Ma l’idea non gli piacque e bocciò il progetto.
Quindi?
Le cose sono molto chiare. Due giorni fa, la Regione ha pubblicato un bando per l’utilizzo di quei nove milioni. Di fatto, il presidente e commissario Chiodi ammette che quei soldi erano a disposizione da più di un anno, ma erano tenuti bloccati.
Come vive questo momento la città?
Tempo fa dissi una frase che fece molto scalpore e per la quale venni pesantemente criticato. Dissi che L’Aquila non è Kabul. Bene, ora posso dire senza problemi che l’Aquila è Kabul. Viviamo in una città arrabbiata. Che ha smesso di sperare. E dove il pensiero più ricorrente sta diventando quello di andare via. Temo che il governo stia colpevolmente sottovalutando la questione del post terremoto. Non so con che coraggio verranno qui il 6 aprile per ricordare i due anni dal sisma. La ricostruzione dell’Aquila è una questione nazionale. E rappresenta il fallimento di un Paese intero.
Fonte: Terra - Vincenzo Mulè | vai alla pagina » Segnala errori / abusi
-
Inserito il 18 marzo 2011 da 31
Il Presidente Napolitano ha detto che con l'unità si vincono le sfide. E secondo me ha tutte le ragioni. Ma quando i primi a non ascoltare il Presidente della Repubblica sono i ministri del Governo, allora un sindaco che rappresenta la sua città ha il diritto-dovere di esprimere con forza tutto il dissenso possibile verso coloro che dimenticano le tragedie dei cittadini. Se aver subito una calamità naturale si trasforma in una colpa, allora bisogna individuare gli inetti e allontanarli dalle funzioni che non riescono a svolgere.
Per scrivere il tuo commento devi essere loggato