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Dichiarazione di Cesare SALVI


 

«Bisogna spiegarsi. Basta con le urla» - INTERVISTA

  • (19 marzo 2011) - fonte: Libero ed. Milano - Elisa Calessi - inserita il 19 marzo 2011 da 31

    Ha sentito Cascini dell`Anm? «La maggioranza non ha legittimità morale per riformare la giustizia».

    «Io credo che magistrati ed esponenti dell`Anm possono esprimere gli stessi concetti in modo meno veemente. Bisogna spiegare perché non si è d`accordo, non fare dichiarazioni di principio».
    (Cesare Salvi è stato ministro dei Ds. Ora è tornato a insegnare diritto civile all`università di Perugia ed è portavoce della Federazione della Sinistra).

    C`è bisogno di una riforma della giustizia?

    «Il problema grave è la lunghezza dei processi. E questo è tema di leggi ordinarie. Potrebbe riguardare leggi costituzionali l`inappelabilità di un`assoluzione in primo grado. Ma allora perché non essere più coraggiosi?».

    Come?

    «Intervenire su tutti i gradi del processo, per esempio chi è condannato dovrebbe scegliere se ricorrere in Cassazione o in Appello».

    Il Pd dice che finché c`è Berlusconi, non ci si può confrontare. Hanno ragione?

    «Quando quel ddl arriverà in Parlamento, è evidente che la discussione ci sarà. Messa così non ha senso. Il problema è un altro».

    Quale?

    «La debolezza di tutta la politica in termini di legalità. Il governo vuole modificare l`equilibrio dei poteri, spostandoli dalla magistratura alla politica. Lecito. Se ci fosse una classe politica che fosse stata capace di riformarsi».

    Lei ha fatto parte della Bicamerale.Il vostro tentativo è così lontano da questo?

    «Ci sono alcuni punti in comune, altri no. Per esempio non era modificata l`obbligatorietà dell`azione penale. Se il Parlamento fissa le priorità, ci sarà una gara: chi mette al primo posto la corruzione, chi l`immigrazione...».

    E la separazione delle carriere?

    «Io non ho mai avuto dubbi su questo. Se è garantita l`indipendenza della magistratura, è bene ci sia una divisione tra pm e giudici».

    Del resto anche la bozza della Bicamerale lo prevedeva. Purtroppo quel tentativo fallì.

    «Ci fu una campagna eccessiva del Gruppo Espresso-Repubblica e dell`Anm, appoggiata dal presidente di allora, Oscar Luigi Scalfaro».

    Non saltò per colpa di Berlusconi?

    «Berlusconi la fece saltare quando vide che noi non ci stavamo su alcuni punti che oggi sono nella sua riforma. Ma la campagna di Repubblica ebbe un peso».

    Ma serve o no, glielo chiedo da giurista, ripensare il potere della pubblica accusa?

    «Non c`è dubbio che mentre il giudice applica la legge, il pm prende decisioni più o meno discrezionali. Il procuratore Maddalena aveva indicato la via giusta».

    Con la famosa circolare che indicava le priorità dei reati...

    «Sì. Servirebbe un confronto con le istituzioni locali, in modo da rendere trasparente le priorità. Anche perché l`Italia non è tutta uguale. Quello che è urgente a Torino, può non esserlo a Palermo. E viceversa».

    Come le sembra l`atteggiamento del Pd? Possibile che il partito dei pm pesi ancora tanto?

    «Più che altro c`è una difficoltà politica. Non si è riusciti in questi anni a definire una linea garantista, questo mi dispiace. Mentre il garantismo dovrebbe essere di sinistra. Ma se il testo della riforma resta così, non possono che votare contro».

    Fonte: Libero ed. Milano - Elisa Calessi | vai alla pagina

    Argomenti: giustizia, riforma giustizia, separazione delle carriere, azione penale, ANM | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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