Immigrazione. Mettiamo in atto il patto di solidarietà dalla Toscana
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(29 marzo 2011) - fonte: www.fabioevangelisti.it - inserita il 17 aprile 2011 da 17953
La vicenda dell’accoglienza dei profughi dalle coste africane sta assumendo contorni grotteschi ed evidenzia l’incapacità di affrontare l’emergenza con raziocinio e una malcelata inazione propagandistica da parte del Governo. La vicenda dell’ex base di Coltano, a Pisa, è esempio eclatante di questa inadeguatezza culturale, organizzativa e politica. Per questo ho presentato, ieri a Montecitorio, un’interpellanza urgente al Ministro degli Interni Roberto Maroni per fare chiarezza su questa delicata vicenda. Sono più di dieci giorni che il Governatore toscano, Enrico Rossi, e il Presidente dell’Anci Toscana, Alessandro Cosimi, hanno dato la disponibilità dei nostri territori a ospitare non cinquecento, come quelli che si vorrebbero ammassare a Coltano, ma ben oltre tremila profughi, sulla base di un’equa ripartizione tra le dieci province toscane che non avrebbe creato nuove Lampedusa, nuovi lager moderni quali sono i Cie, nuove pericolose concentrazioni di disperati, ma avrebbe posto le basi per un graduale processo di integrazione e sostegno. Un vero patto di solidarietà, dunque, e un forte segnale di collaborazione inter istituzionale che, come al solito, è rimasto inascoltato. Invece, nel teatrino della propaganda politica, abbiamo dovuto assistere ai veti di quelle stesse amministrazioni di centrodestra, come a Prato, che hanno rispedito al mittente le richieste di solidarietà del loro stesso Governo. L’unica soluzione rimasta in cantiere è quella di Coltano: un nuovo campo di concentramento che non solo è inumano e aberrante, ma ridimensiona notevolmente la disponibilità di accoglienza della nostra regione. Dinanzi a questa incapacità e mancanza di volontà a trovare una soluzione, siamo costretti anche ad ascoltare i deliri farseschi di Berlusconi, che promette una Lampedusa libera in due giorni dagli immigrati e zona franca dalle tasse, frottola riciclata dal terremo de L’Aquila. Dopo l’operaio, il vigile e il capo stazione, abbiamo anche il Presidente Immigrato… Si farà prestare la kefiah dall’amico Gheddafi?
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