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Dichiarazione di Furio COLOMBO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

La nuova opposizione

  • (01 aprile 2011) - fonte: il Fatto Quotidiano - inserita il 01 aprile 2011 da 31

    Quando inizia una seduta in Parlamento, per prima cosa si dà lettura del processo verbale, ovvero di tutto ciò che è accaduto in quell’aula il giorno prima. La frase di chi presiede l’aula è sempre la stessa, una formula burocratica per poter passare all’ordine del giorno della nuova seduta: “Poiché non vi sono obiezioni, il processo verbale si intende approvato”.
    La mattina del 31 marzo il processo verbale della Camera non è stato affatto approvato.

    Ricorderete che il giorno prima aveva fatto irruzione in Parlamento il ministro della Difesa in preda a concitazione per denunciare la piccola folla che aveva gridato pensieri-opinioni, su di lui e sul governo, mentre “il ministro della Guerra” entrava a Montecitorio. Di tutto ciò non c’era traccia nel verbale letto in fretta per la consueta approvazione.

    E forse, per la prima volta nella storia della Repubblica, quella approvazione non c’è stata. Ha vinto l’opposizione, ha perduto la maggioranza, governo incluso. Applausi, congratulazioni e passa parola: “Vedete, altro che andar via come predicavano Ignazio Marino e Rosy Bindi. Sta cambiando il vento”.

    Temo che la lezione sia un’altra. La lezione è in una frase che la sera prima La Russa aveva gridato come un pericolo: “Dobbiamo impedire che quello che succede qui dentro si colleghi con quello che succede là fuori”. E qui c’è una prima riflessione per il Pd. Legittimo vantare la “vittoria del verbale” ma sarà bene non dimenticare le circostanze fortunate. Si è vinto per un voto. Comunque, l’ostinazione delle opposizioni ha pagato. A questo punto è chiaro che vi sono solo due percorsi e che la decisione è urgente. Il primo è restare in aula e non cooperare mai, come fanno i Repubblicani americani per bloccare Obama.

    Il secondo è di liberarsi dello spettro incombente detto “Aventino” e avere la forza di uscire. Non occorre che sia per sempre. Deputati e senatori di Berlusconi lo hanno fatto – nel 1996 e nel 2006 – varie volte contro i governi di centrosinistra minacciando anche di dimettersi in blocco, senza sapere nulla dell’Aventino. Tutte le “Finanziarie” dei governi di centrosinistra sono state approvate a Camere vuote a metà. Si comincia da qui a dar vita all’incubo che perseguita il tormentato ministro della Guerra: stabilire finalmente il legame “fra quello che succede là fuori e quello che succede qui dentro”.

    Fonte: il Fatto Quotidiano | vai alla pagina

    Argomenti: Parlamento Italiano, Opposizione parlamentare, La Russa | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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