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Dichiarazione di Antonio DI PIETRO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) 


 

«L'indignazione della gente può far cadere il governo» - INTERVISTA

  • (05 aprile 2011) - fonte: la Repubblica - Giovanna Casadio - inserita il 05 aprile 2011 da 31

    La rivolta sociale è alle porte, serve una terapia d'urto. Inutile pensare a un voto di sfiducia da parte delle Camere, in Parlamento ci sarà sempre qualcuno da comprare o ricattare.

    «Solo la piazza può fare cadere Berlusconi, e per piazza intendo la massa dei cittadini indignati che non si rassegnano più a stare alla finestra».

    Antonio Di Pietro, leader di Idv ed ex pm di Mani pulite, parla di resa dei conti.

    E' dall'inizio della legislatura che lei partecipa o organizza piazze di protesta, onorevole Di Pietro?

    «La piazza soltanto, ripeto, può fermare questa deriva antidemocratica rappresentata dal modello piduista di Berlusconi. Noi l'abbiamo capito dal 2008 quando partecipammo alle proteste di piazza Navona e piazza Farnese. Siamo stati snobbati dagli stessi che ora la pensano come noi. Io sono stato denunciato per le affermazioni che feci allora sul rischio eversivo di questo governo e questa maggioranza»

    Chi è stato invece poco coraggioso?

    «Mi riferisco a chi ci ha criticati, al Pd, all'Udc e ai Soloni di alcuni giornali blasonati. Sono orgoglioso che una formazione come la nostra abbia messo in piedi una politica di contrapposizione netta e di partecipazione popolare. Ora sento una nuova responsabilità, di trovare cioè il metodo per uscire da questa impasse. Ci vuole una terapia d'urto. Il rischio è una presa della Bastiglia: non lo vogliamo e non lo dobbiamo permettere, ma la rivolta sociale è alle porte. L'altra possibilità è chiedere che Berlusconi si dimetta: come dire che il sole domani non sorge. Sono testimone oculare del fatto che Berlusconi si è messo a fare politica per motivi giudiziari, solo restando dov'è continua a mantenere l'impunità che in uno Stato di diritto non gli sarebbe consentita. Infine, c'è l'ipotesi della sfiducia in Parlamento: come mettere la luna nel pozzo, perché con questa legge elettorale ci sarà sempre qualcuno da comprare o ricattare. Né possiamo aspettare il 2013 trasformando il cancro in metastasi».

    E quindi, la piazza. Ma il presidente Napolitano chiede meno rissosità tra le forze politiche. Appello inascoltato?

    «Una cosa è la rissosità, altra il gesto di libertà e resistenza dei cittadini italiani ormai esasperati».

    Lei però ha invitato chi manifesta a lanciare monetine contro il centrodestra, se si presentano a loro volta in piazza.

    «Invito a evitare di guardare l'effetto senza vedere la causa. Le monetine a Craxi erano la rappresentazione simbolica di un popolo sull'orlo della rivolta per una classe dirigente che aveva distrutto le casse dello Stato. Ora al disastro etico del ladrocinio della Prima Repubblica si aggiunge la sfacciataggine. Spero nell'appuntamento referendario: se Berlusconi perde sul legittimo impedimento, Napolitano dovrà prendere atto che la maggioranza non c'è più».

    Fonte: la Repubblica - Giovanna Casadio | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, referendum, presidente Napolitano, Governo Berlusconi, Corruzione dei politici della II repubblica, proteste, Parlamento Italiano, piazza, tensione sociale, legittimo impedimento | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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