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Dichiarazione di Leonardo RAITO
Bene la Marcegaglia: ora aspettiamo le proposte!
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(11 aprile 2011) - fonte: Nota stampa - inserita il 11 aprile 2011 da 812
Ascolto sempre con grande attenzione le parole che giungono dalle associazioni di categoria perché credo che nel mondo dell’impresa ci siano risorse costruttive per rendere migliore il nostro paese. Le ultime parole di Emma Marcegaglia, la presidente di Confindustria, devono indurci a riflettere. La Marcegaglia parla di paese troppo diviso, che stenta a cresce, di paese isolato. Ma di chi è la colpa? Credo che emergano evidenti le responsabilità di un governo dalle cui scelte scellerate l’associazione non si è mai distinta in modo sufficientemente deciso. Va raccolto anche l’invito a convergere su poche scelte chiare e condivise. Decidiamo insieme le cose da fare, bene, ma vorrei sapere: quali sono le priorità che ci indica Confindustria?Che cosa ne pensano, ad esempio, dei tagli a istruzione e ricerca? In questo campo, ci sono autorevoli imprenditori che sono stati critici contro le strategie di Gelmini, Tremonti e compagnia. A leggere le indicazioni dei più importanti CEO mondiali, tra le strategie per uscire dalla crescita, si trova la magica formula: “investire in cultura”. Allora perché in Italia si fa il contrario? Quali proposte vengono per il settore energetico?
Che ne pensano, ad esempio, delle energie rinnovabili per cui il governo ha bloccato gli incentivi? E del nucleare? Che ne pensano del fenomeno immigrazione, dato che molti immigrati sono oggi forza lavoro per le industrie italiane? Che ne pensano della priorità assoluta data alla riforma della giustizia?
Che ne pensano dei costi del welfare (sanità governata dalle regioni compresa)?
Che ne pensano del patto di stabilità che incide in modo determinante sull’impossibilità di programmare opere pubbliche (strade, infrastrutture) da parte degli enti locali? Che ne pensano dell’evasione fiscale, di un sistema di fiscalità iniqua?
Che ne pensano di una politica estera giocata al ribasso e che ha isolato progressivamente il nostro paese su scala europea e internazionale? Che ne pensano dei contratti di lavoro flessibile che si trasforma in precariato infinito e degli stipendi da fame che bloccano l’economia di scala?
Che ne pensano delle scalate dei gruppi esteri a importanti gruppi industriali italiani, delle difficoltà di accesso al credito, della possibilità di investire in infrastrutture ferroviarie anche a discapito della FIAT? Un processo di riforma strutturale del sistema Italia non potrà che essere un processo che scardina ordini preesistenti e rendite di posizione. Sono pronti gli industriali italiani a lanciarsi in questo percorso che potrebbe colpire anche alcuni interessi di gruppi e settori produttivi italiani?
Io credo che sia ottima cosa attuare un confronto serio e rigoroso tra istituzioni del mondo economico e mondo della politica. Bene quindi l’uscita della Marcegaglia. La invito però ad esplicitare le sue proposte. Sia coraggiosa anche nel dire che questo esecutivo ha deluso e che il mondo industriale italiano si augura che il governo vada a casa e che il paese si doti di una legge elettorale più seria e in grado di garantire governabilità. Che si ponga un limite ai due mandati per i parlamentari, che si riducano i privilegi della politica, dando risposte ai cittadini. Non c’è più tempo da perdere se vogliamo davvero cambiare l’Italia.
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