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«Sì alle riforme ma senza mettere in forse i principi enunciati nella Costituzione. No a cieco scontro»
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(25 aprile 2011) - fonte: Adnkronos/Ign | Quirinale.it - inserita il 25 aprile 2011 da 31
Omaggio del Capo dello Stato al Milite Ignoto per il 66esimo anniversario della Liberazione: "Sì alle riforme "mature e necessarie", purché non si mettano in discussione i principi enunciati nella Costituzione, soprattutto nella prima parte della Carta fondamentale. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso della cerimonia per il 66° anniversario della Liberazione all'Altare della Patria."Si proceda - ha detto il capo dello Stato - alle riforme considerate mature e necessarie, come in questi anni ho sempre auspicato. Lo si faccia con la serietà che è doverosa e senza mettere in forse punti di riferimento essenziali, in cui tutti possono riconoscersi. Senza mettere in forse quei principi, e quella sintesi, così comprensiva e limpida, dei diritti di libertà, dei diritti e dei doveri civili, sociali e politici, che la Costituzione ha nella sua prima parte sancito".
Questo ultimo passaggio dell'intervento del capo dello Stato è stato sottollineato con applausi dalla folla, che nonostante la pioggia ha voluto assitere alla cerimonia della deposizione di una corona di alloro al monumento del Milite Ignoto e alla consegna di una medaglia d'oro al valore civile consegnata dal capo dello stato a Paolo Pucci, nipote di quel Mario Pucci, assassinato dai fascisti a 20 anni nel 1938.
L'Italia ha bisogno di un "nuovo senso di responsabilità nazionale" di "una rinnovata capacità di coesione, nel libero confronto delle posizioni e delle idee, e insieme nella ricerca di ogni possibile terreno di convergenza", ha detto ancora Napolitano. L'esperienza della Resistenza è stata "rigeneratrice", una riposta a "colpi durissimi e a rischi estremi vissuti dalla nazione".
"Dalla memoria e dalla viva consapeovlezza di prove come quella possiamo trarre - ha ribadito il capo dello Stato - la fiducia indispensabile per affronteare le sfide di oggi e del futuro". Ma la complessità di queste sfide "e delle incognite che vi si accompagnano, la difficoltà dei problemi che già ci si pongono e ci incalzano", ha sottolineato, hanno bisogno, appunto, di un nuovo senso di responabilità nazionale e di una rinnovata capacità di coesione.
La competizione elettorale non ceda ad "una logica di acceso e cieco scontro".
E' l'auspicio espresso dal presidente della Repubblica nel suo intervento all'Altare della Patria. Alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, ha sottolineato il capo dello Stato, "sono seguite settimane di aspra tensione nella vita istituzionale e nei rapporti politici, anche per l'avvicinarsi di normali scadenze elettorali. E' nell'interesse comune che le esigenze della competizione in vista del voto non facciano prevalere una logica di acceso e cieco scontro; è nell'interesse comune che dal richiamo di oggi, 25 aprile, agli anni della Resistenza, della ricostruzione democratica e del rilancio economico, sociale e civile dell'Italia, dal richiamo a quelle grandi prove di impegno collettivo, venga lo stimolo a tener fermo quel che ci unisce e deve unirci come italiani. Parlo del lascito della Resistenza, dell'eredità di quell'assemblea costituente che sull'onda della Liberazione nacque insieme con la Repubblica".
Fonte: Adnkronos/Ign | Quirinale.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi