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Dichiarazione di Italo BOCCHINO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) 


 

«Oramai sono solo una maionese impazzita» - INTERVISTA

  • (09 giugno 2011) - fonte: Il Fatto Quotidiano - Fabrizio D'Esposito - inserita il 09 giugno 2011 da 31

    Per aver invocato il libero dissenso in un partito monarchico, un anno fa Italo Bocchino fu minacciato di espulsione dal redivivo collegio dei probiviri del Pdl. Lui, Carmelo Briguglio e Fabio Granata. Ma il provvedimento non venne mai discusso perché nel frattempo i finiani fondarono Futuro e libertà, di cui Bocchino è vicepresidente.

    Bocchino, il tutti contro tutti nel Pdl per lei è uno spettacolo imperdibile.

    Io assisto nel ruolo di premartire.

    Oggi i martiri spuntano a getto continuo. Galan contro Tremonti. Alemanno contro Calderoli.

    Nel Pdl sta impazzendo la maionese. Accade quando manca una linea e non ci sono vie d'uscita. Una deriva inevitabile in un partito ancora padronale, nonostante tutto, e che continua a essere appiattito sulla Lega.

    La lunga agonia del berlusconismo.

    Io individuo tre tipi di atteggiamenti.

    II primo?

    Quello alla Micciché, che vuole fare i gruppi autonomi di Forza del Sud. Per la serie: io voglio organizzarmi adesso per avere un potere negoziale nel post-Berlusconi.

    Il secondo?

    Il comportamento di chi vuol rimanere leale al Cavaliere, ma si muove lo stesso serva uscire. Riguarda la maggior parte di quelli che litigano.

    Riposizionamento strisciante ma ineluttabile, che spacca anche i Responsabili.

    Appunto.

    Terzo e ultimo atteggiamento?

    I giapponesi della foresta berlusconiana. Coloro che pensano in futuro a gestire non un partito al 36 per cento, come quando c'era Fini; non un partito al 28 con il solo Berlusconi; ma una formazione al 15 per cento.

    Questione ex An: la Biancofiore ha detto che hanno il correntismo nel sangue. Il problema non è il correntismo.

    E qual'è?

    Gli ex an sono entrati in un nuovo mondo che avevano un leader forte, Fini. Senza, quelli rimasti nel Pdl sono orfani di prospettiva. E saranno trattati sempre più come appestati.

    Poi c'è la caccia a Tremonti, altro capitolo a parte.

    Qui il problema è a monte.

    Cioè?

    Berlusconi, a turno, ha sempre bisogno di un colpevole che non gli fa fare le cose. Deve giustificare tutte le promesse non realizzate sin dal '94. Ha cominciato con Bossi, poi Casini e Fini. Adesso tocca a Tremonti.

    Nella balcanizzazione avanza la novità delle primarie. Chi le vuole finte, per riconsacrare Berlusconi, chi vere per la successione.

    Con o senza il premier, mi pare siano comunque primarie di stampo berlusconiano.

    Ma se B. non si candidasse, Fini non potrebbe avere la tentazione di correre per la leadership del centrodestra?

    No, lo escludo.

    Per Granata sarebbe meglio se Fini si dimettesse da presidente della Camera.

    Improponibile. Le istituzioni vanno onorate sino alla fine. E poi, senza Fini, Berlusconi metterebbe un altro suo uomo lì.

    Fonte: Il Fatto Quotidiano - Fabrizio D'Esposito | vai alla pagina

    Argomenti: promesse, centrodestra, pdl, fini, presidente della Camera, primarie, responsabili | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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