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Dichiarazione di Pier Luigi BERSANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Acqua ai privati? Sei mesi fa il Pd era d'accordo

  • (10 giugno 2011) - fonte: www.libero-news.it - inserita il 10 giugno 2011 da 18670
    http://www.libero-news.it/blog.jsp?id=1582 Acqua ai privati? Sei mesi fa il Pd era d'accordo

    Era stato Bersani, in una conferenza stampa, a spiegare il senso dell’iniziativa. La campagna per i referendum sull’acqua era nel pieno. Il Pd, con un sussulto riformista, aveva però deciso di non cavalcarla. «Da 15 anni», aveva spiegato il segretario, «si perdono tutti i referendum e in buona parte diventano un boomerang». Dunque, pur esprimendo «simpatia» per coloro che si battevano contro la privatizzazione, si diceva certo che «il referendum non aiuta a trovare una soluzione».

    Fonte: www.libero-news.it | vai alla pagina
    Argomenti: referendum, acqua, pd, Bersani | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 10 giugno 2011 da 18670
    E' la norma voluta dalle sinistre e che, OGGI, esse stesse vogliono abrogare, sprecando ulteriormente soldi dei contribuenti; ma pur di dimostrare che (non) possiedono capacità di "economisti" e (nemmeno) attitudine a governare (come ampiamente dimostrato in ogni tempo ed in ogni paese)offrono ulteriore testimonianza di pochezza e meschinità, tralasciando,per momentaneo opportunismo, di rivolgersi verso i tanto decantati "i problemi della gente, del lavoro che (NON) manca (se si ricerca con pervicacia). Il Pd vuole l'acqua pubblica. Ma anche privata. Non hanno cambiato idea, no. Il Partito democratico è sempre stato e continua a essere per un «governo pubblico dell'acqua e quindi per un fortissimo ruolo del pubblico nella programmazione». Anche se poi non è affatto contrario ad affidare la gestione a a società miste pubblico-private o anche totalmente private. L'ardita linea del Pd è spiegata in una lettera mandata a tutti i parlamentari democratici dal Dipartimento organizzazione del partito. Viste le polemiche, si cerca di dare degli argomenti per spiegare la posizione del Pd. Il titolo è assertivo: «Sì per l'acqua pubblica e contro la privatizzazione forzata voluta dal governo Berlusconi». E fin qui ci siamo. «L'acqua», si legge, «è: insostituibile per la vita, scarsa e perciò da tutelare, servizio essenziale che deve essere garantito a tutti i cittadini». Affermazione che nessuno nega. Si passa, poi, ad attaccare il governo che «si dimostra federalista solo a parole, dal momento che impone dal centro un obbligo di vendita a tutte le comunità locali». Anche se di obbligo di vendita, nel decreto Ronchi, non c'è traccia. L'obbligo è alla gara. «Il referendum», continua la lettera, «ha un grande valore nella difesa dell'acqua come bene pubblico e nella battaglia contro la privatizzazione forzata, c'è una idea di bene comune, di tutela e solidarietà, di equità e partecipazione dei cittadini alle scelte che è la nostra». Esaurita la propaganda, si ammette che «i referendum sull'acqua, al contrario di quello sul nucleare, non risolvono la questione». Serve un «intervento legislativo successivo». E si cita la proposta di legge presentata dal Pd alla Camera e al Senato, di cui Libero ha dato conto ieri, che punterebbe ad «affermare il governo pubblico dell'acqua». La citata proposta, però, non dice questo. Nemmeno il titolo che, infatti, correttamente recita: “Disposizioni per il governo delle risorse idriche e la gestione del servizio idrico”. E si apre a tutte le tipologie di gestione: pubblica, mista e privata. Fa niente. Nella missiva ai parlamentari si sostiene che la proposta di legge del Pd prevede un «governo pubblico dell'acqua e un fortissimo ruolo del pubblico nella programmazione, nella regolazione e nel controllo» (con «pubblico» in grassetto). Negare un testo che chiunque può consultare, però, è complicato. E allora, in conclusione, si aggiunge: «L'importante è che ci sia un binario ben definito dal pubblico, all'interno del quale le comunità locali, attraverso i sindaci, possono decidere se affidare la gestione ad una società a totale capitale pubblico, una società con partecipazione dei privati o a società di capitali individuate attraverso gare». Dunque, il Pd non è affatto contrario ad affidare la gestione a società private o miste. Il «pubblico» è solo una cornice. Ma poi i sindaci, si spiega, possono affidare la gestione dell'acqua anche a privati. Che non è esattamente la posizione del Forum per l'acqua pubblica. E non corrisponde nemmeno agli slogan dei sostenitori del “sì”. «La lettera», commenta uno a cui è arrivata, «assomiglia a quei monaci che trovandosi il venerdì senza pesce prendevano la carne prima di mangiarla e pronunciavano la formula “Ego te baptizo piscem”». Ma la carne resta carne. http://www.libero-news.it/blog.jsp?id=1584

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