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Dichiarazione di Leonardo RAITO

Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Rovigo (Partito: PD) 


 

Il carroccio non è più l'alternativa

  • (21 giugno 2011) - fonte: Rovigooggi.it - inserita il 01 luglio 2011 da 812

    Ormai per capire le linee guida dei partiti politici italiani, occorre attendere le feste estive con birra e porchette. Se l’anno scorso era stato Fini a dare una legnata a Berlusconi dal palco di Mirabello, quest’anno è nella folkloristica Pontida che il leader padano Bossi ha dettato le strategie leghiste in vista dell’ultima fase di legislatura. Chi pensava (non solo avversari, ma anche militanti) che fosse la dichiarazione di morte annunciata del governo, ha dovuto ricredersi, tra i mal di pancia di molti simpatizzanti leghisti che non tollerano più l’alleanza con il cavaliere. A dire il vero le critiche non sono mancate. Le ultime elezioni amministrative non hanno sorriso al Carroccio, che è arretrato anche nelle tradizionali roccaforti. La tornata referendaria ha poi evidenziato spaccature in seno al gruppo dirigente. Al leader storico che invitava a non votare, si affiancavano leader locali che spingevano gli elettori alle urne. Il campanello d’allarme è ormai suonato e il Senatur si è visto costretto a ricorrere ad antiche usanze che però hanno il sapore di anticaglie ormai arrugginite. A Pontida, infatti, sono stati rispolverati cori da stadio e slogan nordisti (“secessione”, ministeri al nord), sono state sottolineate inoltre delle problematiche (il patto di stabilità) che vedono comunque forti responsabilità anche dei leghisti al governo. Ma si tratta solo della prima contraddizione.

    La Lega, infatti, non può smarcarsi fino in fondo dalla guerra di Libia, vista la presenza di molti autorevoli esponenti in consiglio dei ministri. Non può attaccare frontalmente Tremonti, testa di ponte leghista nel Popolo della Libertà, non può trarre giovamento dall’opacità di un governo paralizzato, da non brillantissime partenze delle azioni politiche delle regioni guidate dai propri pupilli (mi risulta che sia Cota che Zaia siano costretti a bloccare diversi malcontenti interni). Al momento, il Carroccio non riesce a smarcarsi a pieno dalla logica collaborazionista con il Pdl, e non rappresenta più quella alternativa credibile e urlante che, fino al 2010, ha potuto fare sfracelli. Di fronte a un elettorato sempre più volatile, l’unico modo per rimarcare la propria forza, sarebbe liberarsi dal giogo berlusconiano, autentica palla al piede che sta trascinando nel baratro la credibilità della coalizione di governo e del paese tutto. Ma Bossi, non ha avuto il coraggio di tuonare fino in fondo. Sarà ancora la stampella della maggioranza. Fino al 2013? Probabile.
    Ma due anni sono tanti, e forse il fondo non è ancora stato toccato.

    Fonte: Rovigooggi.it | vai alla pagina

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